9 giu 2016
REUTERS/Kathryn Hansen/NASA |
I ghiacci dell'Artico stanno continuando a pagare pesantemente pegno al riscaldamento globale: come comunicato dallo statunitense National Snow and Ice Data Center (NSIDC), le osservazioni satellitari hanno permesso di stabilire come l'estensione dei ghiacci a maggio 2016 sia stata la più bassa per il mese da quando queste rilevazioni vengono effettuate, ossia dal 1979.
Sfortunatamente, questo dato non è affatto inaspettato, tenuto conto che lo stesso poco rassicurante primato era già stato raggiunto a gennaio, febbraio ed aprile di quest'anno. L'estensione media dei ghiacci artici a maggio 2016 è stata pari a circa 12 milioni di km quadrati, ossia 580.000 km quadrati in meno del precedente record negativo, stabilito nel 2004. Per mettere la cosa in prospettiva, questo significa che rispetto a quanto dovrebbe essere, nell'Artico manca un pezzo di ghiaccio con un'estensione pari a quasi due volte quella dell'intera Italia.
Oltretutto, l'estensione dei ghiacci a maggio è inferiore di 1,39 milioni di chilometri quadrati rispetto alla media 1981-2010, confermando come lo scioglimento sia netto anche considerandolo in rapporto al lungo periodo e non solo agli ultimi anni. Tra i vari fattori che hanno contribuito a questa situazione ci sono ovviamente le alte temperature: nel mese scorso, mediamente nell'Oceano Artico sono stati registrati da 2 a 3°C in più rispetto alla media 1981-2010.
In alcune aree specifiche gli scarti dal punto di vista delle temperature sono stati ancor più pronunciati. Ad esempio, 5°C sopra la media 1981-2010 sono stati registrati nel mare dei Ciukci, un mare marginale dell'oceano Artico, compreso fra la penisola dei Ciukci e l'Alaska. L'unica area nella quale le temperature sono state inferiori alla media è stata la Siberia centrale.
Quanto riportato sopra non fa che aggiungersi alle altre notizie negative dello stesso tipo circolate senza sosta nei mesi scorsi. Una delle principali è quella che ha riguardato i ghiacci della Groenlandia, che quest'anno hanno iniziato il loro scioglimento stagionale con quasi un mese d'anticipo rispetto al previsto, tanto da far pensare gli esperti ad un guasto nelle apparecchiature di controllo.
Questi dati sembrano far suonare sinistramente reale la previsione fatta alcuni anni fa da Peter Wadhams, a capo del Polar Ocean Physics Group della Cambridge University: "Ho previsto che il ghiaccio dell'Artico potrebbe scomparire, ossia coprire un'area di meno di un milione di chilometri quadrati a settembre di quest'anno", ha spiegato il professore all'Independent.
"Anche se il ghiaccio non scomparisse completamente, è molto probabile che questo sarà un anno da record negativo. Sono convinto che [il ghiaccio] sarà meno di 3,4 milioni di chilometri quadrati (l'attuale primato negativo come media annuale, ndr). Penso ci sia una ragionevole possibilità che possa scendere ad un milione già quest'anno, altrimenti sarà così l'anno prossimo". Si ritiene che l'ultima volta che si sia verificata una situazione come quella descritta dal professor Wadhams si sia verificata tra 100.000 e 120.000 anni fa