lunedì 21 ottobre 2019

Il computer quantisico: sarà il futuro?

Da Wired


Trapelato un articolo scientifico in cui Google afferma di essere riuscita a conseguire la “supremazia quantistica” con un processore superconduttivo. È l’inizio di una rivoluzione attesa da tempo

di Sandro Iannaccone, 27 set 2019

Notizia bomba nel campo dell’informatica quantistica
Trapelata, poi ritirata, ma mai smentita né confermata ufficialmente. La scorsa settimana è apparso su sito della Nasa un paper dal titolo Quantum supremacy using a programmable superconducting processor, ossia Supremazia quantistica usando un processore superconduttivo programmabile. 
L’articolo è rimasto online per poche ore (fortunatamente qualche anima pia ha provveduto a salvarlo) ma tanto è bastato a generare una valanga di commenti, controversie, polemiche, supposizioni e speranze tra la comunità degli addetti ai lavori. Questo il succo: Sycamore, il computer quantistico di Google, sarebbe riuscito a conseguire la cosiddetta supremazia quantistica, ossia a svolgere nel giro di pochi minuti, e per la prima volta al mondo, una serie di operazioni che i computer tradizionali impiegherebbero decine di migliaia di anni a svolgere. Abbiamo cercato di capire, con l’aiuto di un esperto, quanto c’è da fidarsi, perché si tratta di una notizia così importante e cosa potrebbe cambiare nel futuro qualora fosse confermata. 

Recap: cos’è e come funziona un computer quantistico 

Cominciamo dalle basi, anche per sgomberare il campo da ambiguità e incomprensioni. Un computer quantistico sfrutta alcune tra le proprietà più bizzarre e controintuitive della meccanica quantistica per ottenere una potenza di calcolo di gran lunga superiore rispetto a quella di un computer (e di un supercomputer) classico. Come tutti sanno, l’unità minima di informazione di un processore convenzionale è il bit, un’entità binaria che può assumere i valori zero e uno a seconda del passaggio o meno di corrente. Dal canto loro, i processori quantistici usano i qubit, in genere particelle subatomiche come fotoni o elettroni, che invece possono immagazzinare molte più informazioni: “I processori tradizionali”, racconta Tommaso Calarco, direttore del Jara-Institute Quantum Information e presiedente dello European Quantum Flagship Network, “ammettono solo due stati, lo zero e l’uno, legati al passaggio o al non-passaggio di corrente, cioè di un flusso di elettroni. Nei processori quantistici, invece, ogni singolo elettrone trasporta un’informazione, il che amplifica enormemente la potenza di calcolo”. 

Le leggi della meccanica quantistica, infatti, postulano (tra le altre cose) che ogni particella sia soggetta al cosiddetto principio di sovrapposizione, ossia – per dirla rozzamente – si possa trovare contemporaneamente, con probabilità diverse, in più stati differenti. “Il principio di sovrapposizione consente di superare il dualismo acceso/spento e di veicolare molta più informazione: una particella quantistica può rappresentare contemporaneamente più stati”. Il qubit, insomma, permette di parallelizzare i calcoli, cioè di svolgere molte, moltissime operazioni contemporaneamente

Non sostituirà i computer tradizionali, per ora 

Attenzione: quanto detto finora, probabilmente, non vuol dire che nel prossimo futuro i processori classici andranno definitivamente in pensione. Per la maggior parte delle operazioni convenzionali saranno ancora l’opzione più efficiente ed economica: usare un computer quantistico per il rendering di un video o per abbattere i mostri di un videogioco sarebbe come sparare a una mosca con un cannone. Diverso è il caso di settori come la scienza dei materiali, o l’industria farmaceutica, o la fisica delle particelle: in questi scenari un processore quantistico potrebbe davvero cambiare completamente – e per sempre – le regole del gioco, rendendo possibili avanzamenti tecnologici di vastissima portata e difficili da prevedere a priori. 

A che punto siamo? 

Questi mesi rappresentano una fase cruciale nella storia dello sviluppo dei computer quantistici. 
Appena pochi giorni prima del leak di Google, Ibm ha annunciato che a ottobre prossimo consentirà a ingegneri, fisici e informatici di accedere da remoto a un computer quantistico a 53 qubit, il più potente mai costruito dall’azienda e il maggiore mai messo a disposizione per uso esterno. La notizia è arrivata a coronamento di sforzi che vanno avanti da anni: nel 2017, come vi avevamo raccontato, gli scienziati di Ibm erano riusciti a simulare con successo un computer quantistico a 56 qubit all’interno di un processore tradizionale con 4.5 terabyte di memoria. 

Dal canto suo, invece, Google ha a disposizione Sycamore, un computer a 54 qubit (uno dei quali sembra non funzionare come dovrebbe, e pertanto ne vengono utilizzati 53), e un altro sistema a 72 qubit, che al momento si è rivelato però troppo difficile da controllare. Tutto perché i sistemi quantistici sono estremamente delicati, e particolarmente suscettibili anche a impercettibili interferenze esterne (termiche ed elettromagnetiche, per esempio): “Per dare un’idea della difficoltà enorme di gestire e controllare i computer quantistici”, ci spiega ancora Calarco, “si può pensare ai qubit come ai componenti di un’orchestra chiamata a suonare la nona sinfonia di Beethoven. Però ciascun musicista deve riuscire a farlo con guantoni da boxe alle mani e casco sulla testa. E in una stanza tenuta a novanta gradi di temperatura. È un compito veramente molto, molto difficile”. 

Supremazia quantistica vs vantaggio quantistico 

Veniamo a Google. Cosa vuol dire supremazia quantistica? “Di per sé, si tratta di un concetto molto semplice”, dice ancora Calarco. “Vuol dire riuscire a risolvere, con un computer quantistico, un calcolo che un computer tradizionale non riuscirebbe a risolvere, quantomeno in un tempo ragionevole”. Nella fattispecie, Sycamore è riuscita a dimostrare che una sequenza di numeri casuali è realmente casuale (un problema matematicamente molto complesso) in circa tre minuti e venti secondi; Summit, il supercomputer (tradizionale) più potente al mondo, ci impiegherebbe circa 10mila anni. 

“Il problema risolto da Sycamore, in sé, è del tutto inutile, o meglio ha interesse puramente accademico. La sua importanza è legata al fatto che riuscire a risolverlo dimostra una volta per tutte che abbiamo conseguito la supremazia quantistica. È il coronamento di quello che pensavamo fosse solo un sogno, e che ora sappiamo in realtà essere fattibile”. Il prossimo passo, spiega ancora Calarco, sarà passare dalla supremazia quantistica al vantaggio quantistico, cioè all’effettiva progettazione di algoritmi da far svolgere ai computer quantistici del futuro. È come se in questo momento abbiamo mostrato che è possibile costruire una macchina velocissima, ma ci mancano ancora strade, distributori di benzina, infrastrutture. E soprattutto partenze e destinazioni. “È ancora decisamente troppo presto per immaginare tutte le applicazioni. Potrebbero essere davvero sterminate, e strabilianti. I prossimi passi sono anzitutto migliorare ulteriormente l’hardware, arrivando a controllare con precisione sistemi a 100 o più qubit, e poi lavorare allo sviluppo di algoritmi che permettano di arrivare al vantaggio quantistico”. 
Il futuro ci attende.

lunedì 14 ottobre 2019

Una "Terra dei Fuochi" a Roma...


Avviate le operazioni di sgombero nel terreno dove, dal 9 settembre, fuoriescono fumi dal sottosuolo. Seguiranno le bonifiche. Foffo (CdQ): "Ci aspettiamo interventi celeri: le scuole sono a 200 metri"

di Fabio Grilli, 7 ott 2019



Gli insediamenti sorti tra via Castel di Leva e la via Laurentina, una manciata di chilometri a sud del Raccordo Anulare, sono stati rimossi. E' la prima importante iniziativa messa in campo dall'amministazione. Arriva un paio di settimane dopo le segnalazioni raccolte da Romatoday sulla terra dei fuochi di Fonte Laurentina.

Le aree da bonificare

In quel triangolo di verde, un tempo disseminato di pascoli, cave e casali, vanno eseguite varie bonifiche. Una riguarda l'area privata su cui, la Polizia Locale, ha avviato le operazioni di sgombero. Ma ci sono anche altri siti, nella zona, che destano preoccupazione. Uno di questi, lo scorso luglio, è stato posto sotto sequestro. Ed è quello che desta maggiore apprensione perchè si sospetta vi sia stato sepolto un residuo derivante dalla macerazione dei veicoli, il fluff. Dunque un materiale infiammabile, a pochi metri dalle scuole del quartiere.

Le discariche sotterrate

Le segnalazioni dei residenti, raccolte dai media, sono arrivate anche all'orecchio delle istituzioni. Prima la Sindaca Raggi e poi l'ex vicepremier Salvini, si sono recati sul posto. La prima cittadina ha ascoltato chi, da tempo, sta cercando di sollevare il problema. "Abbiamo preparato una relazione di 80 pagine con una mappa dettagliata di 16 discariche abusive" ha fatto notare Maurizio Romano, presidente dell'associazione I Casali della Memoria che domenica 13 ottobre, con la Proloco, ha organizzato "un trekking agro urbano di monitoraggio e bonifica".

Il fluff ed il rimpallo di competenze

Alla Sindaca, il presidente del Municipio IX Dario D'innocenti, ha ricordato che si sta lavorando per definire qual è l'istituzione che deve procedere alla bonifica dell'area sequestrata. Era di Roma Metropolitane ma, dall'ex Provincia, dovrebbe essere stata ceduta a Roma Capitale nel 2018. "Noi aspettiamo che vengano eseguite al più presto le bonifiche delle due discariche abusive presenti nella zona" ha intanto dichiarato Domenico Foffo, presidente del Comitato di Quartere. Bisogna infatti procedere nell'area privata in cui è, il 7 ottobre, è stato avviato lo sgombero che in quella pubblica, disseminata di fluff. "Ci aspettiamo interventi di bonifica celeri da eseguire nel rispetto di tutte le prescrizioni a tutela della salute pubblica anche perchè – ha sottolineato il presidente del Comitato di Quartiere – a circa 200 metri ci sono le nostre scuole".

A difesa del territorio

In attesa che le istituzioni ed il privato disinneschino, nelle rispettive aree, la terra dei fuochi romana, i cittadini hanno deciso di fare la propria parte. "Domenica 13 abbiamo organizzato una passeggiata" ha annunciato Maurizio Romano. Si svilupperà lungo un antico sentiero adiacente all'area andata a fuoco la scosa estate. "Passeremo tra i casali della Tenuta di Tor Pagnotta, una chiesa diruta del 1200, una torre mediovale, un antico mulino ed una cava - ha spiegato il cittadino. Con l'occasione, l'associazione I Casali della Memoria e la Pro Loco pianteranno anche 50 alberelli. Un modo per sensibilizzare cittadini ed istituzioni a difendere un territorio da chi, impunemente, lo sta trasformando nella nuova "terra dei fuochi".“