venerdì 7 agosto 2015

Un suggerimento per la concentrazione; la tecnica SLLS dei cecchini



Funziona per tornare vivi dalle missioni più pericolose, ma sembra essere la svolta anche per noi comuni mortali che ci sconcentriamo a lavoro

6 ago 2015

Si chiama Jeffry Harrison e, a quanto dice in un articolo pubblicato dal Business Insider, “prima della vita da ufficio passata a inviare mail, ero un cecchino nell'esercito degli Stati Uniti, addestrato per andare in aree pericolose, prendere informazioni e tornare indietro senza essere visto da nessuno”. Se ne parliamo oggi è perché Harrison della vita da ufficio ha colto subito il problema maggiore — i cali di concentrazione — e, da buon militare, ha capito anche come risolverli. Come? Con lo stesso trucco che gli salvava la vita quando andava in giro per i monti dell'Afganistan con decine di chili di atrezzatura alle spalle e riportava a casa la pelle a ogni fine giornata.
Il trucco è semplice. Dice Harrison che “quando il caldo, il peso e la fatica ti fanno perdere il focus di quello che stai facendo, fai una pausa SLLS. Ovvero, interrompi quel che stavi facendo, guardati intorno, ascolta i rumori che ti circondano e annusa l'aria”. 
SLLS, che poi è l'acronimo di Stop, Look, Listen and Smell. Quattro azioni normalissime che permettono al cervello di smettere di “subire” la realtà e di rimettersi al centro del mondo.
Harrison, che dalle missioni militari è sempre tornato vivo, ha ammesso di essersi scontrato mille volte con il problema della concentrazione da ufficio. E ogni volta che gli capita, pensa al suo istruttore e a quelle quattro azioni. Si prende una pausa dai 30 secondi ai 5 minuti e poi ricomincia a lavorare, dritto come un fuso.

Simulatore degli effetti di un'esplosione nucleare




6 ago 2015

Il 6 agosto del 1945 Hiroshima fu la prima città al mondo ad essere colpita da una bomba nucleare, ma che effetto farebbe sulle nostre città?

Keystone/Hulton Archive


Si chiamava Little Boy ed era la seconda bomba nucleare progettata e realizzata dagli Stati Uniti nell'ambito del progetto Manhattan, durante la Seconda guerra mondiale, e fu anche la prima bomba atomica utilizzata dall'uomo per bombardare una città. 

Era il 6 agosto del 1945 e dopo che la bomba esplose a 580 metri di altezza — altezza studiata per causare danni più pesanti alla città — anche se in realtà era poco potente rispetto a quelle che siamo stati in grado di costruire in seguito. Causò oltre 70mila morti e altrettanti feriti, senza contare tutti coloro che ne subirono gli effetti nei mesi e negli anni successivi.

Ma cosa succederebbe se una bomba simile fosse sganciata su una delle nostre città? Grazie allo storico della scienza americano Alex Wellerstein, dello Stevens Institute of Technology, ora possiamo averne un'idea. Wellerstein infatti ha sviluppato un simulatore che, utilizzando le mappe di Google Maps, simula gli effetti di qualsiasi espolosione di bomba atomica, dal modello più piccolo e meno potente mai prodotto dagli americani — la “Davy Crockett” — fino agli ordigni più potenti mai costruiti — la cosiddetta Tsar Bomb, una bomba di produzione sovietica da 100 Megatoni — passando anche per la relativamente poco potente Little Boy.

Il simulatore indica gli effetti dell'esplosione in ogni città del mondo, e permette di settare diversi parametri, tra cui l'altezza della detonazione. Noi per curiosità abbiamo provato proprio la Little Boy e abbiamo deciso di “farla esplodere” a Milano, esattamente sul Duomo. I risultati sono terrificanti, ma meno di quanto potremmo pensare: il raggio di distruzione totale, con tassi vicini al 100% di mortalità e di distruzione degli edifici, sarebbe intorno ai 400 metri dal luogo dell'esplosione, ovvero fino a circa San Babila; in un raggio di poco meno di due chilometri, ovvero fino a circa Cadorna, la mortalità sarebbe tra il 50 e il 90%. Fino a porta Venezia invece, ovvero più o meno fino alla sede de Linkiesta, gli effetti peggiori e sicuri sarebbero le ustioni di terzo grado. 

Secondo i calcoli dell'applicazione in uno scenario come questo si conterebbero circa 78mila morti e oltre 200mila feriti, senza contare gli effetti a lungo termine, ovviamente. Ah, e al posto del Duomo di Milano ci sarebbe un cratere profondo 30 metri e largo 100.

bomba atomica, effetti, milano, nukebomb


Esiste anche una versione 3D che permette di visualizzare il fungo dell'esplosione.


Dove trovare il simulatore?
Basta cliccare sulle immagini seguenti (occorre avere pazienza: il caricamento della pagina del simulatore può essere rallentato)

PER LA VERSIONE MAPPA:


PER LA VERSIONE 3D
http://nuclearsecrecy.com/nukemap3d/




giovedì 6 agosto 2015

Una fotografia dei dipendenti pubblici in Italia ed all'estero...

Da Likiesta

Statali d’Italia
Quanti sono, dove lavorano e quanto guadagnano i dipendenti pubblici italiani

di Lidia Baratta, mar 2015

A oggi i dipendenti pubblici in Italia sono 3,3 milioni, sotto la media Ocse, con un guadagno medio di 34.505 euro. Con il blocco dei contratti, le retribuzioni sono diminuite in media dello 0,9% tra il 2011 e il 2012, con punte del 2,6% nella scuola, e dello 0,3% tra il 2012-2013, con punte del 4% per la carriera diplomatica.
A guardare i dati, i lavoratori della pubblica amministrazione non sono né troppi né costano troppo rispetto ad altri Paesi: la spesa per il pubblico impiego in Italia equivale all’11% del Pil, meno del 13,4% francese. Quello che supera, anzi raddoppia, la media Ocse sono gli stipendi dei dirigenti pubblici italiani. E anche l’età degli statali italiani. Con le politiche di blocco del turn over, che non hanno fatto largo ai giovani, nel nostro Paese solo il 10% del pubblico impiego ha meno di 35 anni, ben sotto il 28% della Francia e il 25% del Regno Unito. L’età media è di quasi 48 anni, 50 se si escludono poliziotti e altre forze armate. La classe con maggiore densità è quella tra 50 e 59 anni. 


lunedì 3 agosto 2015

Lavori davvero strani...

Da Pocket Roma [Parioli]

I LAVORI PIÙ STRANI DEL MONDO

Articolo di Simona Giunti, dal numero di Pocket Roma [Parioli] di novembre 2013





Alcune funzionalità di Gmail forse poco conosciute.

Da Linkiesta

Quattro trucchi per usare Gmail che non conosce nessuno
Scorciatoie da tastiera, annullamento invio mail. Come semplificarsi la vita con l’account di posta elettronica

23 giu 2015

Per chi non ama avere a che fare con la burocrazia e le regole (tutto sommato leggere) della posta elettronica, esistono degli espedienti che permettono di risolvere alcuni problemi (tutto sommato secondari, rispetto a quanto accade nel resto del mondo) e rendere il rapporto con la posta un filo più sereno. Per quanto riguarda Gmail, che ormai è uno dei mail provider più utilizzati e diffusi al mondo (“ma come: usi ancora Yahoo?”), ci sono quattro cosucce che potrebbero essere utili a tutti, e che andrebbero conosciute.
Ad esempio, si può manipolare l’ora di invio
Per chi si vergogna di lavorare a ora tarda (ci sono Paesi in cui questo viene apprezzato, in molti altri invece è visto come una stranezza) e non vuole farlo sapere al capo, adesso può modificare l’ora di invio, grazie a Boomerang. È una app di Gmail che permette di programmare l’invio delle mail, a ogni ora (anche quando vi prendete un sonnellino), per cui si può fingere che una mail sia stata mandata alle 7:30 del mattino, e non alle 2:30. Si può anche programmare una mail “di ritorno” (per questo si chiama Boomerang), per ricordarsi a una certa data di un particolare messaggio. O anche notare se, dopo una certa data, nessuno ha ancora risposto a una mail inviata (e tornare, perciò, all’attacco).
Scrivere messaggi con indirizzi e nomi correttissimi
Uno degli incubi per chi manda mail importanti è commettere errori marchiani, non solo grammaticali (qui solo l’istruzione può aiutarvi, nemmeno il correttore automatico) ma anche e soprattutto nei nominativi del destinatario. Per evitare sbagli fatali, la cosa migliore è usare Rapportive, una estensione Gmail che raccoglie i profili LinkedIn dentro Gmail, in modo da poter vedere insieme il messaggio e il profilo del destinatario. Informazioni veloci, pronte, che permetono di verificare ogni dato su chi riceverà la mail.
Si può annullare l’invio di una mail
Leggi un precedente articolo, riportato di seguito:
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Era una funzione già presente, ma che pochi conoscevano. Adesso sarà visibile per tutti. Si potrà ripensare a ciò che si manda qualche secondo in più.
Una rivoluzione in arrivo, per salvare le vite delle persone. Per carità, si parla sempre di problemi da primo mondo, cosucce che diventano importanti solo in assenza (o per ignoranza) di altre, molto più importanti in altri contesti (non solo la fame, ma va bene anche quella).
Google ha annunciato che sta per rendere una componente ufficiale di Gmail il servizio Undo Send, cioè, Annulla Invio. Prima si trovava nella zona oscura i Labs, tra le Impostazioni. Recessi dove solo i più audaci e i nerd si inoltravano, ed era una funzione disponibile. Adesso sarà tra le dotazioni ufficiali.
annulla-invio
Come funziona? È molto semplice. Una mail è stata mandata, ma è piena di errori di cui vi accorgete solo dopo l’invio (un classico). Oppure contiene minacce, confessioni, insulti, di cui c’è da pentirsi un istante dopo. Oppure ancora non è bella la forma, e la si vuole riscrivere. O si vogliono cambiare i destinatari. Tutte cose che, premendo “invia” (e senza impostazioni adeguate) rappresentavano un punto di non ritorno, il momento inesorabile che separa un prima e un dopo.
Adesso, per fortuna, Google elimina anche questa responsabilità, e rende disponibile (meglio: visibile a tutti) la funzione. In modo che, per qualche secondo, si potrà ripensarci e, se qualcosa non funziona, fermare le rotative. Perché in fondo, niente è definitivo.
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Si può scorrere l’archivio mail a velocità record
Sono scorciatoie da tastiera, praticissime. Pochissimi le usano perché pochissimi le conoscono. Per abilitarle, bisogna andare sulla rotella in alto a sinistra, selezionare “Impostazioni” e poi, in basso, “Attiva scorciatoie da tastiera”. E si può usare Gmail senza mai staccare le mani. Roba da maghi.  

Pippi Calzelunghe: un omaggio ai suoi 70 anni