lunedì 27 marzo 2017

Un illustre pensiero controcorrente sull'Europa Unita...

Da Dagospia.com

COLPI DI MAGLI (IDA) SULL’UE:
  • IL TRATTATO DI MAASTRICHT SEMBRA SCRITTO DAGLI ALIENI
  • LA TEORIA DELL’ANTROPOLOGA SCOMPARSA NEL 2016: "I GOVERNI HANNO SACRIFICATO LA LIBERTA’ DEI POPOLI SULL’ALTARE DEI VINCOLI DI BILANCIO"
  • "LA FRODE DELLA DEMOCRATICISSIMA COSTITUZIONE ITALIANA CHE VIETA IL PARERE DEI CITTADINI NEI DUE UNICI VERI CAMPI DI ESERCIZIO DEL POTERE: IL SISTEMA FISCALE E IL RAPPORTO CON L' ESTERO"
Estratti del libro di Ida Magli “La dittatura europea” pubblicati da La Verità

Ida Magli
Mi sono battuta con tutte le mie forze affinché qualcuno impedisse l' omicidio-suicidio di una delle civiltà più belle che l' umanità abbia prodotto senza riuscirvi. Ma quello che mi angosciava maggiormente era l' impossibilità di capire perché questo destino di morte sembrasse a tutti, salvo che a me, un evento ineluttabile, al quale era giusto adeguarsi sforzandosi di collaborarvi.

Maastricht era stato firmato nel 1992. Un Trattato il cui testo sembra scritto da esseri alieni i quali, in base ai loro concretissimi interessi di denaro e solo denaro, impongono a popoli altamente civili, con la sicurezza dittatoriale di chi non sa quello che dice e quello che fa, di centrare la propria vita, il proprio futuro, sulle regole del «mercato», assurto a infallibile divinità.

O meglio, sulla libertà di un mercato che, unico personaggio nel teatro di Maastricht, non soltanto non ha bisogno di regole, ma addirittura garantisce il suo più giusto funzionamento esclusivamente se gode di un' assoluta libertà. La sua libertà, perciò, al di sopra di quella degli uomini, contro quella degli uomini, è la nostra prigione. Le «virtù» degli adepti del nuovo Dio si misurano nelle cifre dei loro bilanci, in un Pentalogo, chiamato «Parametri» (o criteri di convergenza), che fissa quali debbano essere e mantenersi per sempre i rapporti fra i cinque dati nei quali è racchiusa la vita dell' umanità. Li riporto qui nella convinzione che la grandissima maggioranza degli Italiani e degli altri milioni di cittadini europei obbligati ad attenervisi, non li conosca affatto; e non li conosca perché nessuno ha voluto farglieli conoscere.

Il giogo
1) l' inflazione non deve superare di più dell' 1,5 per cento quella dei tre Stati più «virtuosi»;

2) il tasso d' interesse a lungo termine non può essere più di due punti sopra la media dei tre Stati suddetti;

3) negli ultimi due anni bisogna aver rispettato i margini di fluttuazione dei cambi all' interno del sistema monetario europeo e non aver mai svalutato la propria moneta rispetto a quella degli altri Paesi membri;

4) il deficit annuale delle amministrazioni pubbliche non può eccedere il 3 per cento del Pil;

5) il debito pubblico complessivo non può essere superiore al 60 per cento del Pil.

Il «per sempre» di Maastricht, messo a sigillo di un Trattato fra Stati, cosa mai avvenuta prima perché la saggezza delle diplomazie è stata sempre solita lasciare uno spiraglio ai cambiamenti, dobbiamo tenerlo ben fisso nella memoria perché lo ritroveremo continuamente nel nostro itinerario. L' edificazione dell' Unione Europea e in prospettiva di tutto il mondo, non conosce il divenire della storia, non prevede necessità di cambiamenti perché si fonda sulla certezza che non possa esistere nulla di più perfetto. Era caduto purtroppo nella trappola di un' assoluta sicurezza ante litteram perfino un uomo dall' intelligenza geniale come Immanuel Kant, laddove il suo Progetto filosofico per la pace perpetua («perpetua» appunto) è fondato, come vedremo, su un fattore indispensabile, o meglio un fattore che Kant afferma essere indispensabile: il governo repubblicano, la democrazia.

Ma, più che questo difetto particolare, ciò che spaventa nell' opera di Kant è l' abdicazione - da parte di uno dei maggiori filosofi dell' Occidente, il filosofo illuminista per eccellenza - al principio scientifico del «dubbio» che è preposto a ogni forma di conoscenza; l' aver dimenticato che una «ipotesi» è per definizione sempre suscettibile di una diversa e maggiore approssimazione alla verità. È scaturita da questa certezza una forma di «sacralità» della democrazia che ha portato, come sempre quando il potere viene trasferito nell' ambito del Sacro, alle spaventose «certezze» del comunismo sovietico, uno dei migliori esempi di «dittatura democratica»; ma anche a forme di sacralizzazione del potere dei banchieri nell' Ue e a processi di paralisi e di involuzione parlamentare in quasi tutti i Paesi a governo democratico, dovuti proprio alla grottesca assolutizzazione «magica» della democraticità.

Frode costituzionale
Ne troviamo innumerevoli esempi anche a casa nostra.
Uno dei più evidenti consiste nell' ossequio al testo della Costituzione, come se non fosse stato scritto da comuni mortali, per giunta accecati dalle ideologie imperanti alla fine della guerra: il marxismo e l' europeismo.

La bandiera di Marx sventola infatti nella ridicola solennità dell' affermazione che «L' Italia è una Repubblica fondata sul lavoro», come se il lavoro fosse una divinità a sé stante, e non fossero gli uomini a lavorare. La frode europeista invece è nascosta in quell' articolo 11 che recita: «L' Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo». Come sia stato possibile far scaturire da questo articolo l' eliminazione della proprietà del territorio della Nazione (Schengen), la perdita della sovranità monetaria e della moneta, l' obbligo di una nuova cittadinanza, di una nuova bandiera, di una nuova Costituzione, nessuno potrà mai spiegarlo.
A questa evidente frode è stata aggiunta, poi, un' altra consapevole volontà fraudolenta: aver inserito l' unificazione europea nella politica estera, di cui fa parte l' articolo 11, affinché gli italiani fossero costretti a subire la perdita dell' indipendenza senza poter esprimere il proprio parere. La democraticissima Costituzione italiana, infatti, vieta il parere dei cittadini nei due unici veri campi di esercizio del potere: il sistema fiscale e il rapporto con l' estero. Ma capiremo meglio questo punto verso la fine della nostra ricerca, quando scopriremo che l' unificazione europea è stata voluta soprattutto dai «banchieri» e che l' articolo 11 è stato suggerito da un «banchiere», governatore della Banca d' Italia e membro dell' Assemblea Costituente, Luigi Einaudi, premiato poi con la prima presidenza della Repubblica italiana.

Un altro esempio ancora più grottesco si trova nel sistema di «scelta» dei parlamentari: non devono saper fare nulla dato che, una volta eletti, sanno fare tutto. Calciatori, canzonettiste, modelle, casalinghe, mogli di, amanti di, vedove di, figli di, giornalisti, conduttori televisivi il panorama delle competenze di coloro che ci governano sembra quello del mondo alla rovescia. Ma è stata questa generalizzata incompetenza dei politici che ha permesso, o almeno ha reso più facile, a banchieri, economisti, esperti finanziari, di impadronirsi delle vere funzioni di governo, imponendone le regole a tutti.

Delega in bianco

Maastricht nasce anche per questa totale delega da parte dei politici ai tecnici dell' economia, di ogni responsabilità nei confronti dei Popoli.
Come noteremo più volte lungo il nostro itinerario, l' Unione Europea rispecchia a ogni passo della sua costruzione questo «peccato originale»: mancano i popoli. E mancano perché chi gioca in Borsa, chi si occupa soltanto di denaro, e del modo di accrescerlo, neppure si ricorda che esistono gli uomini, anzi gli sarebbe d' impaccio ricordarlo. Il Trattato di Maastricht lo rivela continuamente. È per questo, perché è privo di qualsiasi riflesso d' umanità, che nessuno ha avuto il desiderio o la forza di leggerlo.

Ma purtroppo questa è stata la sua fortuna: è andato avanti senza ostacoli perché, non avendolo letto, nessuno ha avuto neanche la voglia, la competenza per contestarlo.

o, però, l' ho letto. La prima parte della mia battaglia contro l' unificazione europea è nata dall' orrore che ha suscitato in me; dalla constatazione che coloro che l' avevano pensato e sottoscritto erano dei despoti assoluti, quali ancora non erano mai apparsi nella storia, proprio perché non avevano alcun bisogno di riferirsi agli uomini per dettare il proprio disegno e le regole per realizzarlo. Non ne avevano bisogno al punto tale che le loro armi consistevano in multe in denaro per chi avesse disobbedito.

Distruzione dei valori
Tutto il resto non aveva né senso né valore: la patria, la lingua, la musica, la poesia, la religione, le emozioni, gli affetti, tutto quello che riguarda gli uomini in quanto uomini, che dà espressione e significato al loro vivere in un determinato luogo, in un determinato gruppo, al loro contemplare un determinato paesaggio, al loro amare, soffrire, godere, creare, veniva ignorato. Era mostruoso. Non potevo tacere.

Dopo aver fatto tutti i tentativi che mi erano possibili per convincere qualcuno fra i giornalisti, i politici, i colleghi d' università, gli industriali, i medici che conoscevo, a organizzare un movimento anti-Maastricht senza riuscirvi, ho deciso di scrivere un libro.

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