sabato 27 luglio 2019

Le future connessioni del cervello umano con l'IA...


“Collegheremo il cervello umano all’intelligenza artificiale”: Elon Musk svela Neuralink



La tecnologia attualmente è stata testata solo sui topi e non ci sono certezze che possa funzionare con gli umani, ma Musk è stato chiaro: l'obiettivo è raggiungere una simbiosi con l'intelligenza artificiale. 


di Giuseppe Tripodi, 17 lug 2019

Dopo quasi due anni di silenzio, Elon Musk ha finalmente acceso i riflettori su Neuralink, la società fondata dal famosissimo imprenditore statunitense che punta a sviluppare interfacce neurali per collegare il cervello alle macchine. Durante la conferenza tenutasi nella giornata di ieri, 16 luglio, Musk ha svelato i traguardi raggiunti con le sperimentazioni sui topi, ha annunciato quali saranno i futuri passi della società e comunicato di essere alla ricerca di personale qualificato.

La prima cosa che c’è da sapere su Neuralink, è che finora tutti gli esperimenti sono stati condotti con animali, principalmente topi, e che non c’è nessuna garanzia che lo stesso sistema possa funzionare anche con gli esseri umani. Tuttavia, alla fine della conferenza stampa, Musk si è lasciato scappare un traguardo importante, che i suoi collaboratori non sapevano avrebbe condiviso con la stampa: una scimmia è riuscita a controllare un computer col cervello.

Secondo quanto dichiarato, le sperimentazioni con gli umani potrebbero iniziare a metà del 2020: i primi test saranno condotti con persone paralizzate, con l’obiettivo di permettere loro di controllare smartphone e computer. A tal proposito, vale la pena dare un’occhiata all’interfaccia dell’app per iPhone. Come si può leggere dagli screenshot qui sotto, per addestrarsi a muovere il cursore si dovrà provare a muovere la mano nella direzione desiderata.



Ma come avverrà tutto questo? Per collegare il cervello alle macchine, Neuralink utilizzerà dei sottilissimi fili flessibili, più sottili di un capello (immmagine in basso a sinistra). Secondo quanto riferito, il sistema può includere fino a 3.072 elettrodi per matrice, distrubiti su 96 fili.

Questi fili verranno posizionti vicino ai neuroni, in modo da ricevere e trasmettere le informazioni raccolte dai picchi di segnale neuronale: questi dati verranno trasmessi a dei sensori, posizionati sulla superficie del cranio, sotto la pelle, che invieranno poi le informazioni ad un Pod removibile posizionato appena dietro l’orecchio. Attualmente, quest’ultimo passaggio viene effettuato con connessioni cablate, ma Musk sostiene che in futuro tali dati verranno trasmessi via wireless. Il Pod invierà poi gli input allo smartphone o al computer.

A sinistra: i fili connettori e il sensore che verrà posizionato sul cranio.
Al centro e a destra: una rappresentazione di come saranno i collegamenti.
Per posizionare i sensori in questione, Neuralink ha sviluppato un apposito macchinario che pratica un foro di 8 mm sul cranio; tuttavia in futuro Musk spera che l’operazione possa essere eseguita con un laser, per evitare le spiacevoli vibrazioni della perforazione.

Attualmente, il robot in questione, che operererà con la supervisione di un neurochirurgo, riesce ad inserire sei fili (192 elettrodi) al minuto evitando i vasi sanguigni. È doveroso specificare che, attualmente, Neuralink non ha ancora i permessi della FDA per operare su pazienti umani.

Il robot di Neuralink che posiziona gli elettrodi nel cervello
Se gli esperimenti con pazienti paralizzati andassero bene, l’obiettivo finale di Musk è collegare il cervello con una macchina, al fine di migliorare le potenzialità dell’uomo. Ovviamente ci saranno moltissimi problemi da affrontare, pratici ed etici.

Ma Musk non si è trattenuto: a suo dire, l’obiettivo è raggiungere la simbiosi con l’intelligenza artificiale
Per saperne di più, potete guardare la conferenza completa di Neuralink qui sotto.

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