mercoledì 21 aprile 2021

Regole semplificate per lo smartworking fino a dopo l'estate...



Il ministro Orlando studia la norma. Lega, Fi e Pd spingono per arrivare a settembre

di Claudio Tucci, 18 apr 2021


La normativa sul lavoro agile emergenziale in scadenza a fine aprile verrà prorogata. 
Dopo un approfondito dibattito politico, raccogliendo anche le proposte-appello delle parti sociali, il governo è pronto a presentare nel prossimo decreto Sostegni una norma che sposta in avanti il termine (a oggi fissato al 30 aprile) che, causa coronavirus, consente ai datori di lavoro di poter attivare lo smart working con un atto unilaterale, senza cioè dover sottoscrivere un accordo individuale, come invece previsto dalla legge ordinaria, la n. 81 del 2017 che, in assenza di proroga, tornerebbe vigente tra un paio di settimane, costringendo le aziende a nuovi adempimenti burocratici per milioni di lavoratori.

Obiettivo 30 settembre
La norma che dispone una nuova proroga delle regole semplificate sullo smart working è in corso di scrittura al ministero del Lavoro (prima del varo ci sarà un passaggio con le parti sociali); e, da quanto si apprende, la proroga dovrebbe viaggiare di pari passo con il decorso della pandemia e la ripresa su larga scala delle attività produttive, indicativamente prevista per dopo l’estate, quando secondo le stime dello stesso esecutivo si dovrebbe raggiungere una diffusione delle vaccinazioni effettuate tale da poter far ritenere ragionevolmente raggiunta l’immunità di gregge. L’ipotesi su cui spinge una larga fetta della maggioranza, da Fi alla Lega e buona parte del Pd, è una proroga delle regole semplificate sullo smart working almeno fino al 30 settembre per assicurare alle imprese un arco temporale adeguato per disciplinare il lavoro agile tra i propri dipendenti.

La platea dei lavoratori interessati
Il tema è delicato, soprattutto, come detto, per i numeri in gioco. Secondo le prime analisi dell’Osservatorio del Politecnico di Milano e di Randstad Research, nei prossimi mesi, il lavoro agile potrebbe interessare una platea tra i 3 e i 5 milioni di lavoratori, confermandosi uno strumento che piace alle persone, e che ha saputo, durante la fase acuta della pandemia, coniugare produttività, sicurezza e conciliazione vita-lavoro (attualmente, ha ricordato l’Inapp, sono in lavoro agile oltre 5 milioni di addetti, erano 6,5 milioni durante il primo lockdown - nelle grandi imprese il 54% dei dipendenti presta la propria attività, in tutto o in parte, “da remoto”). «Mi aspetto che la proposta normativa allo studio del governo preveda la proroga del lavoro agile almeno fino al 30 settembre - spiega la sottosegretaria al Lavoro, Tiziana Nisini -. Come Lega abbiamo preparato anche un emendamento per chiarire che la cassa integrazione possa essere concessa in continuità con le 12 settimane di ammortizzatore Covid-19 previste dalla manovra 2021, senza quindi buchi temporali, e dando, contemporaneamente, più tempo alle aziende di presentare la domanda».

Le richieste di proroga
A spingere per almeno il 30 settembre è anche Paolo Zangrillo, membro della commissione Lavoro della Camera, che al decreto Sostegni 1 aveva presentato un apposito emendamento, poi trasformato in ordine del giorno vincolante per il governo. La norma di proroga oggi allo studio del ministero del Lavoro conferma questo impegno.

Aperture anche dal Pd. «È necessario dare più tempo alle imprese per formalizzare gli accordi individuali e disegnare il lavoro agile post emergenza - ha detto la neo presidente della commissione Lavoro del Pd, Romina Mura - dopo che nei giorni scorsi la capogruppo dem a Montecitorio, Debora Serracchiani, si era espressa a favore di una proroga delle regole semplificate dello smart working -. Successivamente - ha proseguito Mura - occorrerà aprire un confronto tra le parti sociali per definire le nuove regole dello smart working».

Il gruppo di lavoro
L’appello è stato subito raccolto dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha incardinato un gruppo di lavoro (che si riunirà a metà settimana) per iniziare a sistematizzare lo strumento, e ad aggiornare la cornice normativa (nei giorni scorsi la commissione Lavoro della Camera ha approvato, su input del ministero del Lavoro, una norma che riconosce il diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche per i lavoratori agili, nel rispetto degli accordi tra le parti e fatti salvi eventuali periodi di reperibilità concordati). Sempre su pressing del ministero del Lavoro, nel decreto Sostegni 2 è pronta anche una norma per i giovani Neet, che prevede un fondo per la “scuola dei mestieri” per consentire alle aziende che prevedono alto tasso di specializzazione di fare scuole per ragazzi nei principali settori della manifattura, tessile, cantierisica, solo per fare alcuni esempi.

Nessun commento:

Posta un commento