La crescita del numero di migranti e l'andamento del mercato hanno fatto raddoppiare in pochi anni la somma di denaro che gli stranieri inviano nei loro paesi d'origine. Cina, Filippine e Romania i maggiori beneficiari
Il denaro che i lavoratori stranieri inviano alle famiglie nei paesi d'origine non solo migliora la qualità di vita a milioni di persone in situazione di povertà, ma contribuisce alla stabilizzazione economica dei paesi in via di sviluppo.
Inoltre, stando all'analisi condotta dagli economisti Giulia Bettin, Andrea Filippo Presbitero e Nikola Spatafora, i capitali che gli stranieri spediscono a casa rappresentano oggi uno dei flussi finanziari più importanti e stabili di cui beneficiano le economie più fragili.
Un trend in crescita. Il flusso delle rimesse negli ultimi sei anni è quasi raddoppiato andando di pari passo con il numero degli stranieri residenti in Italia: secondo l'Istat infatti dal 2005 al 2013 si è passati da 2,2 a 4,4 milioni.
Nell'ultimo anno circa 7 miliardi di euro sono stati inviati alle famiglie nei paesi di origine.
Un dato quello italiano esempio di un andamento globale che nel 2013 ha visto crescere del 6,3% il flusso economico delle rimesse per un totale di 410 miliardi di dollari.
La Cina come punto d'arrivo. All'origine delle rimesse ci sono soprattutto le province di Roma e Milano che coprono quasi la metà del totale.
Dalla capitale nel 2012 circa 2 miliardi di euro sono stati inviati all'estero contro i 966 milioni del capoluogo lombardo. Seguono a grande distanza Napoli e Prato con 295 e 208 milioni.
La destinazione principale è la Cina che nell'ultimo anno ha ricevuto più di 2 miliardi di proventi dai suoi emigranti. Al secondo e terzo posto, sebbene con cifre più contenute, ci sono Romania e Filippine.
Un motore per le economie più deboli. Secondo la ricerca condotta d Bettin, Presbitero e Spatafora i proventi del lavoro che arrivano nei Paesi d'origine agiscono come "stabilizzatori macroeconomici".
Il flusso di rimesse aumenta al calare del Pil del Paese specialmente in seguito a quelli che vengono definiti dagli studiosi "shock esogeni negativi" come disastri naturali, conflitti e peggioramento delle ragioni di scambio.
Lo sviluppo finanziario. Stando all'analisi, i capitali provenienti dai lavoratori residenti all'estero possono aiutare milioni di persone a liberarsi dagli asfissianti vincoli economici cui sono costretti.
Inoltre questo flusso giova anche allo sviluppo del sistema bancario che sembra migliorare nelle province italiane in cui si registra il maggior volume di "spedizioni". "La riduzione dei costi di transazione - si legge - e un migliore accesso ai servizi finanziari da parte degli immigrati rappresentano quindi aspetti fondamentali per lo sviluppo di politiche che mirino a stimolare maggiori flussi di rimesse verso i paesi in via di sviluppo".