L’illusione ottica di Galileo non è più un mistero
A parità di dimensioni, un oggetto bianco su fondo nero appare più grande rispetto ad uno nero su fondo bianco: osservata per la prima volta da Galileo, ora questa illusione ottica ha una spiegazione.
di Nadia
Vitali, 19 feb 2014
Anche se in questi giorni ricorrono ben 450 anni dal giorno della sua nascita, Galileo Galilei ha ancora molto da dirci e da insegnarci: proprio in occasione di questo importante anniversario, celebrato in tutta Italia con una serie di eventi che si terranno fino alla metà di marzo, si torna a parlare di una delle tante osservazioni che il padre della scienza moderna appuntò tra i suoi scritti. In particolare, di un fenomeno ottico noto come illusione di irradiazione che aveva destato la curiosità dell’astronomo e che solo oggi, a secoli di distanza, è stato spiegato scientificamente da alcuni ricercatori americani.
Cosa determina l’illusione per cui un oggetto chiaro su fondo scuro appare più grande di un altro, dalle medesime dimensioni, ma scuro su fondo bianco? I ricercatori del Department of Biological and Visual Sciences presso la State University di New York hanno individuato i meccanismi percettivi che sarebbero all’origine di tale fenomeno, pubblicando i risultati del proprio lavoro in un articolo della rivista PNAS. Un inganno della vista del quale Galileo Galileo prese nota mentre era intento ad osservare i Pianeti: guardandoli ad occhio nudo, infatti, Venere appariva più grande di Giove ma tale effetto svaniva allorché si puntava contro i corpi celesti il telescopio. Pur essendo evidente come il fenomeno potesse essere spiegato in base alla maggiore luce che proveniva dal Pianeta più piccolo, non era chiaro al grande scienziato quale fosse il suo funzionamento.
Il quadrato nero è più piccolo di quello bianco? |
Il nuovo studio, invece, ha individuato nella nostra rete
neuronale la ragione per cui guardiamo in maniera differente qualcosa di chiaro
o qualcosa di scuro: sostanzialmente, sono state rilevate delle differenze
all’interno dei canali che collegano la retina al talamo – che per intenderci
portano lo stimolo visivo dall’occhio al cervello – e tali differenze sarebbero
responsabili della percezione non identica degli stimoli luminosi o non
luminosi. Nell’analizzare le reazioni delle cellule del sistema visivo a input
di diversa entità luminosa, i ricercatori hanno riscontrato come lo stimolo
scuro porti l’occhio a concentrarsi e a registrare con maggiore precisione, con
una risoluzione più alta diremmo, i dettagli di quanto guardato. Viceversa, uno
stimolo luminoso tende a produrre una risposta “esagerata” che confonde, facendo
così apparire l’oggetto più grande.
I canali neuronali considerati dagli studiosi vengono
indicati come ON ed OFF, poiché sono attivati rispettivamente dalla luce o dalla
sua mancanza. I neuroni OFF hanno la tendenza ad incrementare la propria
attività in risposta alla diminuzione della luminosità dell’oggetto; al
contrario, poiché i neuroni ON saturano rapidamente la propria reazione anche
con lievi aumenti di luminosità, si genera l’illusione di avere a che fare con
qualcosa di più grande, a meno che non sia presente uno sfondo anch’esso di
colore chiaro. Un’anomalia percettiva alla quale, dunque, corrisponde, una
asimmetria nella stessa risposta neuronale e che – spiegano i ricercatori con un
certo orgoglio – fornisce una spiegazione neurofisiologica ad un enigma vecchio
di quattro secoli: Galileo, con buone probabilità, avrebbe
gradito.
Nessun commento:
Posta un commento