Madia va da Zanonato. E lo scambia per Giovannini
La gaffe: a Via Veneto parla con il ministro dello Sviluppo Economico, ma cercava quello del Lavoro.
di Filippo Caleri, 19 dic 2013
Colpa dell’inesperienza o forse di un tassista burlone.
Fatto sta che la prima azione politica della neoresponsabile del lavoro del Pd gestione Renzi, Marianna Madia, fresca di nomina, non è sicuramente da scrivere nei manuali dei giovani amministratori dell’Italia del futuro.
La Madia, infatti, proprio per scansare le polemiche sulla sua presunta inesperienza nei dossier economici ha ben pensato di salire a Via Veneto verso le stanze ministeriali del potere economico. Si è fermata a metà strada e ha imboccato con piglio e risolutezza la porta dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato.
Superare il filtro della segreteria è stato relativamente facile.
Anche senza appuntamento, come negare alla giovane ministra «ombra» un colloquio cordiale e conoscitivo, ha pensato Zanonato.
E in fondo dare spazio e opportunità ai colleghi under 40 del suo stesso partito è anche un gesto nobile e lungimirante. Così il responsabile del dicastero ha fatto accomodare la Madia nel suo studio. Piccoli convenevoli poi subito il punto. Con stile asciutto e professionale ha chiesto al ministro dettagli sulle politiche del lavoro, ha ipotizzato interventi per l’occupazione giovanile nell’ambito dello «Youth Guarantee», il programma europeo che stanzia fondi per dare lavoro alla giovani generazioni. Con ciò dimostrando una visione di ampio respiro sovranazionale su uno dei temi che interessano maggiormente gli italiani.
Poi ha chiaramente chiesto l’appoggio di Zanonato per iniziare a concretizzare le sue idee nei testi legislativi e nelle future misure governative. Probabilmente il fervore emotivo dell’apprendista non le ha fatto notare l’espressione tra il sorpreso e il divertito del ministro Zanonato.
Che a un certo punto, dopo avere ascoltato con attenzione, ha esclamato con tono paterno: «Cara Marianna. Sono contento del vigore e dell’entusiasmo con il quale mi chiedi supporto. Ma di questo avresti dovuto parlare con il collega ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. Le mie competenze non sono specificamente destinate alle politiche dell’occupazione».
Silenzio. Sorpresa e imbarazzo.
Il candido pallore della Madia si è trasformato in un rossore mortificato. Solo qualche balbettio per mormorare a mezza bocca: «Ma scusa ministro ma non sei te che ti occupi di lavoro?». «No».
Prendendo la giovin «ministra ombra» sottobraccio, Zanonato l’ha accompagnata alla finestra e puntando il dito dall’altra parte di Via Veneto le ha sussurrato: «Vedi il ministero del Lavoro è dall’altra parte. Hai sbagliato indirizzo».
Fine.
Consiglio a Renzi: se tiene al Paese regali una guida stradale ai suoi giovani ministri in pectore.
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