Da La Stampa
Poca privacy nei discorsi e negli interventi di Mark Zuckerberg
di Carlo Lavalle, 8 gen 2014
Mark Zuckerberg raramente pronuncia la parola privacy
nei suoi discorsi.
E’ quanto risulta analizzando il materiale raccolto da “The Zuckerberg Files ” , un
archivio digitale che comprende la trascrizione completa di 100 interventi e
circa 50 file video del fondatore di Facebook, ripresi da blog, lettere,
interviste e presentazioni pubbliche.
Le parole privacy e privato vengono menzionate solo 68
volte dal 2009 ad oggi. Eppure, ci si aspetterebbe che questo termine ricorresse
maggiormente nelle dichiarazioni di Zuckerberg, viste le continue polemiche sul
tema in cui il social network è coinvolto. L’ultima in ordine di tempo è
l’accusa mossa dallo studio legale Lieff Cabraser Heimann & Bernstein di San
Francisco che ha avviato un’azione giudiziaria contro il
gigante di Menlo Park per violazione della privacy delle conversazioni dei suoi
utenti a fini pubblicitari.
Si sarebbe indotti a pensare che tutte queste
controversie, mosse da più parti e su vari fronti, potessero meritare
un’attenzione particolare nelle pubbliche prese di posizione.
Invece, grazie alla collezione digitale promossa da Mike
Zimmer, docente presso la University of Wisconsin-Milwaukee - il cui accesso è
di norma riservato all’attività dei ricercatori ma per l’occasione messa
integralmente a disposizione della redazione di CNNMoney - si viene a scoprire che alla privacy
Zuckerberg dedica solo qualche breve accenno.
Poco spazio, peraltro, ricevono anche termini come
trasparenza e trasparente, che vengono nominati soltanto 17 volte, mentre
“aperto”, incluse le varianti, si riscontra in 111 casi, al contrario di gente
che si ripete ben 1400 volte e pensare 1300 volte. “Facebook ci costringe a
ripensare molto delle nostre opinioni su privacy e informazione”, spiega Zimmer.
“Monitorando quello che Zuckerberg dice può aiutarci a capire meglio la sua
posizione e anche perché Facebook è ciò che è “.
L’obiettivo del progetto “The Zuckerberg Files” - la cui
idea, nata dopo la partecipazione ad un incontro nel giugno 2011 presso il
quartier generale di Facebook è stata realizzata e lanciata nell’ottobre 2013
con l’ausilio di un team di studenti - è quello di acquisire in generale una
maggiore comprensione del pensiero di Mark Zuckerberg, seguendolo nella sua
evoluzione.
Scavare a fondo, in particolare, sulla sua concezione
della privacy è importante in quanto la sua filosofia ha un impatto diretto
sulla piattaforma di social network e, di rimando, su oltre un miliardo di
utenti iscritti.
Il rapporto tra Zuckerberg e Facebook, secondo Zimmer, è
paragonabile a quello tra Steve Jobs e Apple, dove creatura e creatore sono
fortemente compenetrati.
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