Auto: le 10 tecnologie che rivoluzioneranno il modo di guidare nei prossimi anni
Dal Ces 2014: veicoli senza volante o che si parcheggiano da soli, sistemi per evitare colpi di sonno e altri assaggi di futuro
15 gen 2014
Il punto d’arrivo, il traguardo, sarà quando non dovremo preoccuparci più di
nulla. Quando la nostra macchina farà tutto da sé: si accenderà, uscirà dal
garage, ci porterà fino a destinazione, si parcheggerà in totale autonomia. Ciò
che oggi ci sembra fantascienza non sarà una rarità nel giro di un paio di
decadi. Anzi, secondo uno studio pubblicato pochi giorni fa dalla società di
consulenza IHS Automotive, il 9 per cento delle auto vendute nel 2035 si
guideranno da sole. Saranno una su dieci, o quasi: ben 11,8 milioni
di esemplari a livello mondiale.
Nel frattempo già oggi stiamo assistendo a un fermento. A tante piccole
scosse telluriche che preparano il terreno alla rivoluzione che trasformerà le
nostre compagne di viaggio a quattro ruote in sofisticatissimi computer, capaci
di valutare in tempo reale qualsiasi variabile, di aggirare ogni ostacolo sul
loro percorso fino ad azzerare la possibilità di errore.
Il Ces, la fiera dell’hi-tech che si è svolta la settimana scorsa a Las
Vegas, è stata un’ottima occasione per scoprire e provare cosa si sta muovendo
nel settore; per intuire quali direzioni stanno prendendo le case costruttrici
per disegnare i contorni dell’auto del futuro. Ecco dieci tecnologie, novità,
soluzioni che riscriveranno l’esperienza alla guida e i suoi immediati
dintorni.
Il volante non è tutto
L’immagine di apertura è dedicata alla FV2
della Toyota, una concept car che fa a meno di uno dei tasselli fondamentali del
puzzle di un’automobile: il volante. Questa monoposto si guida assecondando i
movimenti del corpo dell’autista, che sta in piedi e la manovra in modo molto
intuitivo, a mani libere, grazie anche all’aiuto della realtà aumentata. Inoltre
la FV2 usa il riconoscimento facciale e vocale per sapere qual è l’umore del
pilota e assisterlo con sempre maggiore tempestività. Se non è un’intelligenza
artificiale, poco ci manca.
Massima vigilanza
Il sottinteso del sistema rileva-umore della FV2
è abbastanza intuibile: nei giorni in cui siamo particolarmente nervosi o
distratti, il computer, che poi è il co-pilota della vettura, saprà che dovrà
tenere un livello di guardia più alto. È un concetto affascinante, ma ancora
tutto da definire. Più pratica la strada scelta da Audi, che al Ces ha
dimostrato come, tramite una telecamera che inquadra costantemente il guidatore,
sarà possibile sapere se sia sveglio oppure no. Se chiude gli occhi, nel giro di
dieci secondi ecco suonare nell’abitacolo un forte allarme per svegliarlo. Se
non reagisce vuol dire che la situazione è ben più grave di un colpo di sonno.
Perciò la macchina si ferma da sola e chiama i soccorsi.
Il Wi-Fi salvavita
Altra tecnologia che potrà ridurre notevolmente
le vittime di incidenti al volante è la V2V presentata dalla Ford. V2V sta per
«Vehicle-to-vehicle communication» e, come il nome suggerisce, sfrutta una
connessione wireless a corto raggio per avvisarci della posizione e di
comportamenti anomali di altre auto negli immediati dintorni. Per esempio, se
dietro l’angolo una sta arrivando a particolare velocità o un’altra è passata
col rosso. Unico neo, nelle situazioni in cui il traffico è particolarmente
intenso ci potrebbero essere problemi di funzionamento. Risolvibili magari
combinando questa soluzione con sensori o sistemi laser, proposti anche da altre
case.
Attese smart
Altra innovazione targata Audi e mostrata ai
giornalisti a Las Vegas sfrutta un collegamento con la rete dei semafori
cittadini per mostrare sul cruscotto a che velocità (consentita, è ovvio)
bisogna andare per prendere il verde. Oppure, se il rosso è inevitabile, qual è
il tempo di attesa prima di ripartire. Di più: se la vettura è dotata di una
tecnologia di start-stop, si riavvia cinque secondi prima che scatti il verde,
così basta sollevare il piede dal freno e si è prontissimi a ripartire.
La vettura connessa
GM ha annunciato che dieci modelli di auto che
stanno per entrare in produzione avranno a bordo una connettività LTE, la più
veloce disponibile al momento. In generale, tutte o quasi le auto di nuova
generazione non avranno bisogno di collegarsi a un cellulare o a un tablet per
navigare in internet, perché avranno una rete dati di serie integrata al loro
interno. Sarà la precondizione per fornire in modo indipendente tutta una serie
di servizi, anche non strettamente connessi con l’universo delle quattro ruote.
Come quello annunciato da Mercedes-Benz, che permetterà ai suoi clienti di
gestire dalla vettura i termostati intelligenti della Nest (appena comprata da
Google per 3,2 miliardi di dollari) e di regolare la temperatura domestica nel
percorso verso casa.
Come uno smartphone
Il Ces è stato il luogo dell’annuncio
dell’approdo di Android a bordo delle vetture Audi, Gm, Honda e Hyundai di
prossima generazione. Una risposta di Big G a Apple che già presidia Bmw,
Nissan, Ferrari e altri colossi del mercato. Le automobili saranno sempre più
simili ai nostri dispositivi mobili preferiti: li potremo personalizzare con le
app che ci piacciono di più, controllare a distanza dagli smartphone o persino
da orologi intelligenti, come quelli realizzati ad hoc da Mercedes in
collaborazione con Pebble.
La giusta distanza
Interessante l’idea della Harman, che ha deciso
di integrare i Google Glass con le sue tecnologie di guida assistita. Il sistema
analizza in automatico le immagini della strada davanti al guidatore e si
accorge se c’è un rischio di collisione con il veicolo che si trova davanti,
magari perché sta rallentando o si è fermato improvvisamente. In tal caso invia
una notifica visiva e sonora direttamente agli occhiali smart, allertando chi li
sta indossando e consentendogli di reagire con prontezza.
A gesti è meglio
L’ossessione dei costruttori è quella di fornire
sempre nuove forme di intrattenimento e di personalizzazione a bordo, ma anche
di non finire per distrarre troppo i guidatori. Da qui l’idea di Kia: utilizzare
movimenti delle mani e delle dita per impostare la radio e il sistema di
navigazione. Il concept è interessante, ricorda un po’ Kinect della Microsoft, e
ha il pregio di poter essere gestito senza togliere gli occhi dalla strada.
Stacca la spina
L’auto elettrica sembra essere l’ultimo e più
avanzato concetto di mobilità pulita. Ma rifornire la vettura può rappresentare
un problema, anche per la scarsità delle colonnine in alcune zone. È per questo
motivo che la Ford ha elaborato il concept della C-Max Solar Energi, che usa una
risorsa presente in qualsiasi angolo del mondo. L’auto ha un pannello solare sul
tettuccio che raccoglie l’energia necessaria per ricaricare la batteria. Un
giorno di esposizione equivale a quattro ore di ricarica a una presa di
corrente.
Il valletto elettronico
Va bene, possiamo pazientare ancora
qualche anno per l’auto che si guida da sola, ma forse ci libereremo prima del
previsto di un’incombenza che pochi gradiscono: parcheggiare. La francese Valeo
ha presentato una tecnologia che si monta a bordo delle vetture e permette loro
di trovare da sole uno spazio libero dove sistemarsi in un garage o in un'area
parcheggio. Il meccanismo è basato su un cervello elettronico e un sistema di
sensori. Per attivare il tutto basta scendere dalla macchina e dare l’ok da una
app. Senza impazzire a girare intorno per ore e a condannarsi a manovre
impossibili. Troppo bello per essere vero? Speriamo proprio di no.
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