domenica 3 agosto 2014

Le tasse superano la metà del Pil: Italia non più Paese ad economia di mercato...

La Confcommercio: l’economia sommersa equivale al 17,3% del prodotto lordo

Di Luigi Grassia, 29 lug 2014

Carlo Sangalli, presidente della Confcommercio

L’ufficio studi della Confcommercio alza al 53,2% la valutazione della pressione fiscale sul Pil, cioè (in parole povere) del totale delle tasse pagate rispetto al reddito complessivo annuale del Paese. 

A questo punto è dubbio che l’Italia sia ancora classificabile come un Paese a economia di mercato; al massimo siamo un ibrido, in cui il mercato esiste (a fatica) ma lo Stato e gli altri enti pubblici intercettano ogni anno più della metà di quanto viene prodotto. 

Con questo 53,2% l’Italia si piazza al primo posto della classifica Ocse per il carico fiscale (l’Ocse è l’organizzazione dei Paesi più avanzati a economia di mercato). 

La Confcommercio nota che le statistiche ufficiali sono meno severe e dicono che in Italia il rapporto tasse/Pil è del 44,1%, però tenendo conto che c’è un settore «sommerso» che corrisponde al 17,3% del Pil si sale al 53,2%. 


Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli dice che «per liberare le ingenti risorse necessarie per far ripartire l’economia bisogna realizzare subito una poderosa operazione: meno tasse e meno spesa pubblica, più riforme e più lavoro. Tagliare le tasse per favorire la crescita è un passaggio ineludibile».  

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