Scandinavi e mediterranei,
l'Europa come l'Irak
Popoli diversi tenuti insieme artificialmente. Inevitabile una lotta
culturale
di Francesco Alberoni, 7 lug 2014
L'Irak è stato costruito artificialmente da inglesi e francesi in una zona in
cui vivevano al nord i curdi, una popolazione indoeuropea con una propria
lingua, al centro gli arabi sunniti e al sud gli arabi sciiti.
Queste tre
popolazioni sono state unificate a forza da Saddam Hussein e, quando gli
americani lo hanno sconfitto e ucciso, si sono di nuovo divise ed ora sono in
lotta.
Ho portato l'esempio di questo mostro geopolitico perché anche l'Europa è
stata unificata mettendo insieme Paesi etnicamente e linguisticamente diversi e
per di più profondamente divisi dalla riforma protestante.
L'Europa è una babele
di lingue. Non si fa una comunità culturale ed emotiva senza una lingua comune
perché non si possono esprimere le proprie emozioni, i propri sentimenti, le
proprie recondite intenzioni e, usando una lingua vicaria come l'inglese, tutto
resta piallato, astratto, straniero.
Aggiungiamoci la differenza fra Paesi di cultura protestante e cattolica, che
è enorme. I protestanti sono passati istantaneamente dal rigorismo sessuale più
assoluto alla più sfrenata licenza, ma conservano la mentalità cupa e rigorista
in altri campi, sul denaro per esempio. L'austerità tedesco-scandinava è
protestante e, nel profondo, è intenzionalmente punitiva verso i Paesi
mediterranei, che ai loro occhi sono Paesi-vacanza, dove la gente anziché
lavorare fa la movida.
Sono stati folli gli europei a darsi regole immodificabili perché basate sul
principio delle decisioni all'unanimità.
Per paura di dividersi hanno impedito
ogni cambiamento, ogni separazione, ogni divorzio, ogni uscita.
Il risultato è
che sta nascendo un orientamento euroscettico distruttivo che aumenta il cinismo
e il pessimismo.
Ha fatto bene Renzi a parlare di ideali e di principi anziché
di interventi economici dettagliati, perché è sul piano dei valori, dei principi
ispiratori che può nascere la riforma della gabbia europea.
È forse giunto il
momento di pensare a due zone distinte, come già avviene adesso con la Gran
Bretagna, magari con presenze mediterranee.
In ogni caso bisogna volare alto per
uscirne, perché altrimenti ci si sfracella contro le pareti della
gabbia.
Popoli diversi tenuti insieme artificialmente. Inevitabile una lotta
culturale
di Francesco Alberoni, 7 lug 2014
L'Irak è stato costruito artificialmente da inglesi e francesi in una zona in
cui vivevano al nord i curdi, una popolazione indoeuropea con una propria
lingua, al centro gli arabi sunniti e al sud gli arabi sciiti.
Queste tre
popolazioni sono state unificate a forza da Saddam Hussein e, quando gli
americani lo hanno sconfitto e ucciso, si sono di nuovo divise ed ora sono in
lotta.
Ho portato l'esempio di questo mostro geopolitico perché anche l'Europa è
stata unificata mettendo insieme Paesi etnicamente e linguisticamente diversi e
per di più profondamente divisi dalla riforma protestante.
L'Europa è una babele
di lingue. Non si fa una comunità culturale ed emotiva senza una lingua comune
perché non si possono esprimere le proprie emozioni, i propri sentimenti, le
proprie recondite intenzioni e, usando una lingua vicaria come l'inglese, tutto
resta piallato, astratto, straniero.
Aggiungiamoci la differenza fra Paesi di cultura protestante e cattolica, che
è enorme. I protestanti sono passati istantaneamente dal rigorismo sessuale più
assoluto alla più sfrenata licenza, ma conservano la mentalità cupa e rigorista
in altri campi, sul denaro per esempio. L'austerità tedesco-scandinava è
protestante e, nel profondo, è intenzionalmente punitiva verso i Paesi
mediterranei, che ai loro occhi sono Paesi-vacanza, dove la gente anziché
lavorare fa la movida.
Sono stati folli gli europei a darsi regole immodificabili perché basate sul
principio delle decisioni all'unanimità.
Per paura di dividersi hanno impedito
ogni cambiamento, ogni separazione, ogni divorzio, ogni uscita.
Il risultato è
che sta nascendo un orientamento euroscettico distruttivo che aumenta il cinismo
e il pessimismo.
Ha fatto bene Renzi a parlare di ideali e di principi anziché
di interventi economici dettagliati, perché è sul piano dei valori, dei principi
ispiratori che può nascere la riforma della gabbia europea.
È forse giunto il
momento di pensare a due zone distinte, come già avviene adesso con la Gran
Bretagna, magari con presenze mediterranee.
In ogni caso bisogna volare alto per
uscirne, perché altrimenti ci si sfracella contro le pareti della
gabbia.
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