martedì 13 maggio 2014

Expo 2015: la sua riuscita si gioca ora



di Guido Gentili, 13 mag 2014


Non convince né la tesi che siamo al secondo tempo del kolossal già proiettato negli anni ruggenti di Tangentopoli né l'idea che traffici e tangenti fioriti attorno a Expo 2015, presentandosi al momento come non canalizzati verso il sistema dei partiti, siano un incidente di percorso.

Di sicuro siamo di fronte ad un fenomeno nuovo, ma non per questo meno grave in potenza, sul quale ci si augura che la magistratura si muova con velocità, chiarezza e determinazione. Troppo alta è la posta in gioco, per Milano e per l'Italia, in termini di credibilità e di crescita. Non possiamo permetterci buchi nell'acqua, siano questi economici o giudiziari.

L'Expo milanese, 20 milioni di visitatori previsti e 10 miliardi di indotto economico, è un'esposizione universale, non una fiera di quartiere, ed è già in ritardo sul ruolino di marcia. Alle casse pubbliche la scommessa costa 1,350 miliardi euro (di cui circa 800 a carico del Governo) ma sul piatto della bilancia, come specificato dal Commissario unico Giuseppe Sala, ci sono 400 milioni delle aziende partner e circa un miliardo che verrà dai Paesi partecipanti. Cifre importanti, che non possono essere addentate o smangiucchiate da vecchi o nuovi squali, locali o della nomenklatura romana.


Si deve lavorare, nei cantieri come nelle stanze della giustizia, in fretta ma bene (a ieri la Procura milanese non aveva chiesto il fermo o la revisione di alcuna gara tra quelle fin qui assegnate), assicurando la necessaria trasparenza e il rispetto delle regole. Tutte. Il che, a ben vedere, sarebbe una banalità per un paese industrializzato presente con successo sui mercati del mondo. Ma non lo è per l'Italia, che su questo terreno si porta dietro, a cavallo tra sfera pubblica (il cui perimetro resta comunque troppo esteso) e privata, una deformazione storica, una ruggine che corrode gli ingranaggi del suo sviluppo. 
 Le nuove inchieste lo dimostrano, confermando molti limiti della classe dirigente e indicando questa volta un'area grigia sottratta alla concorrenza che sugli appalti fissa prezzi, oppurtunità di carriera, regole del gioco.


Il premier Renzi sarà oggi a Milano per «metterci la faccia» assieme alla nuova task force (per assicurare la regolarità dei lavori) che sarà guidata da Raffaele Cantone, il magistrato già chiamato dal Governo al timone dell'Autorità nazionale anticorruzione. 

Siamo ad un passaggio decisivo per Expo 2015, dove conta ora anche il modo con cui viene affrontata questa nuova emergenza. Servono nervi saldi, un lavoro duro e selettivo, la massima trasparenza e rapidità. 
Quasi un miracolo, ma Milano ai miracoli è abituata, e non solo nei film.

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