di Gianluigi Torchiani, 12 mag 2014
Da un po' di anni a questa parte uno dei temi dominanti nell'Ict è quello del
risparmio energetico, poiché la continua crescita del numero di apparecchi
connessi e del traffico dati comporta inevitabilmente un aumento del fabbisogno
di elettricità delle sovrastrutture informatiche.
Sinora, però, l'enfasi è stata soprattutto posta sull'efficienza di quello
che c'è alla fine (i prodotti utilizzati dal consumatore finale) e all'inizio (
i data center che gestiscono le informazioni), trascurando quello che c'è nel
mezzo, ossia la rete di telecomunicazione. A partire dal 2010, proprio su questo
aspetto, è attivo il Consorzio GreenTouch, che vede dietro di sé numerose grandi
aziende della filiera (tra cui China Mobile, Alcatel-Lucent, Huwaei, Fujitsu,
ecc) e che ha come unico partner italiano la Fondazione Politecnico di Milano,
che nei giorni scorsi ha ospitato l'incontro internazionale dei membri del
progetto (circa 300 ricercatori coinvolti a livello internazionale).
Il marchio
del consorzio fa ovviamente riferimento al concetto di green (meno consumi
comportano meno emissioni inquinanti) ma la grande sfida è, soprattutto,
economica: il fabbisogno di energia della Rete Tlc è atteso in crescita del 27%
nel periodo 2012-2016, con conseguenze importanti sulla bolletta elettrica degli
operatori: "Queste aziende possono ovviamente cercare di limitare il consumo
energetico delle proprie sedi o adottare altri accorgimenti di questo genere,
però è chiaro che almeno il 70% dei loro consumi dipende dal fabbisogno delle
proprie infrastrutture di rete. D'altra parte, il costo stesso dell'energia è
atteso in crescita a livello globale, dunque il timore delle imprese del settore
è che i costi in bolletta addirittura duplichino entro i prossimi dieci anni.
Esiste perciò una forte spinta alla riduzione dei consumi energetici", racconta
Thierry E. Klein, Network Energy Research Program leader del Bell Labs Research
di Alcatel-Lucent. Anche perché sinora la rete di telecomunicazioni è stata
costruita senza pensare minimamente all'aspetto energetico, ma con l'unico scopo
di favorire la velocità di comunicazione tra gli utenti.
"Ad esempio la tecnologia wireless è molto dispendiosa da un punto di vista
energetico, perché sparge il segnale su una area relativamente vasta per
permettere all'utente di accedere. Dal nostro punto di vista, le maggiori
efficienze possono essere realizzate proprio nella fase dell'accesso alla rete
ed è proprio su questo punto che ci siamo focalizzati con il nostro progetto
GreenTouch".
L'idea non è tanto quella di un miglioramento delle tecnologie oggi
in uso che, anche con un'evoluzione positiva, non sarebbero in grado di fermare
la crescita impetuosa del consumo di energia a lungo termine, quanto proprio la
realizzazione di una nuova generazione di prodotti efficienti per il networking.
Tanto che, secondo una stima prudenziale di GreenTouch, esisterebbe la
possibilità di ridurre il consumo di energia delle reti almeno del 90% entro il
2020 (nonostante la crescita prevista del traffico).
Ma quali sono queste
tecnologie?
I ricercatori stanno lavorando su diverse idee: per quanto riguarda
il mobile, ad esempio, si pensa allo sviluppo di piccole celle, utili per le
aree densamente popolate, ma anche alla condivisione di infrastrutture tra gli
operatori e a nuovi protocolli di comunicazione. Già nel 2011 è stata dimostrata
la fattibilità del LSAS (Large scale antenna System,) che, invece inviare di
segnali di radiodiffusione in tutto il territorio di copertura come gli altri
sistemi di antenna, trasmette fasci concentrati di informazione selettivamente a
molti utenti contemporaneamente. Tra un anno, nel maggio del 2015, il Consorzio
fornirà la dimostrazione della fattibilità di queste tecnologie da un punto di
vista dimostrativo, anche se ci vorranno ancora degli anni prima di vedere dei
prodotti reali in commercio: "Con GreenTouch vogliamo mostrare al mondo quello
che è possibile fare in questo campo, poi occorreranno delle valutazioni di
business da parte delle singole società su cosa effettivamente avviare alla
produzione.
Noi di fatto, da ricercatori, cerchiamo di mettere queste tecnologie
efficienti nelle roadmap dei venditori", conclude Klein.
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