Da IlSole24Ore
Università che "producono" più milionari, Bocconi e Sapienza nella top 100.
La facoltà con più Paperoni? Ingegneria
di Alberto Magnani, 19 mag 2014
Nella vita e nel business, la laurea è solo l'inizio.
Ma se il curriculum
dice Harvard, Stanford o Oxford, qualche pronostico in più si può fare.
La
società di ricerca WealthInsight ha redatto in tandem con il magazine Spear's la
classifica delle 500 università che «producono più milionari» al mondo.
L'indagine, svolta sulle orme accademiche di 70mila Paperoni in 200 paesi, ha
confermato i vertici già fissati anno per anno dai più noti ranking di Times
Higher Education e derivati.
Top 10 tutta nordamericana e britannica con le solite Harvard e Stanford in
cima, Italia in leggera controtendenza ai buchi nelle ultime graduatorie con la
doppia presenza della Sapienza di Roma (90esima) e soprattutto Bocconi: 24esima,
meglio di colossi come London School of Economics e Imperial College.
E tra i
corsi di laurea?
Si sgonfia il vecchio dominio di economia, legge e finanza: i
"millionaires" del 2014 hanno studiato soprattutto ingegneria.
Di Zuckerberg ce n'è uno... Top 10 tutta americana e inglese, la Bocconi
meglio della Lse
L'indagine stronca la mitologia del self made man che
«impara tutto sul campo», evidenziando come appena l'1% dei super paperoni abbia
fatto strada senza il cappello di una preparazione accademica.
Nomi grossi,
certo, dal Mark Zuckerberg che ha piantato Harvard per il suo impero social in
giù.
Ma, appunto, nomi e non fenomeni statistici in una classifica che parla
chiaro sulle lauree più blasonate.
La top 100 stilata da WealthInsight, nel
dettaglio, non si smarca troppo da gerarchie e mappatura dei ranking più
influenti del settore.
Le eccellenze di Usa e Regno Unito conservano il timone,
con una lista di "alumni" da sei zeri che si appaia ai punteggi record per
qualità didattica e finanziamenti ricevuti: sul podio Harvard, Harvard Business
School e Stanford University, a seguire University of California, Columbia,
Oxford, Mit di Boston, New York University, Cambridge e University of
Pennsylvania. L'Italia non sfigura: con l'exploit di Bocconi (24esima, tre
posizioni sopra la London School of Economics) e Sapienza (90esima) il nostro
paese si posiziona 7esimo su scala mondiale: dietro all'accoppiata States-Regno
Unito, Canada, Francia, India e Germania, davanti a giganti fragili come come
Cina e Russia e alla Svezia.
Vecchio curriculum, addio: fa successo chi innova
Se fai business,
devi studiare "solo" business? Il background dei magnati sotto la lente della
ricerca dimostra di no: secondo i dati WealthInsight, la facoltà con più appeal
sui milionari internazionali è ingegneria.
La formazione tecnica e scientifica
scalza le garanzie comunque provvedute da itinerari più tradizionali come un
Mba, legge, economia, lauree triennali nella stessa Business Administration,
commercio, accounting, scienze informatiche, finanze e scienze politiche.
Il
cambio di guardia non ha nulla di spiazzante, se si considera l'evoluzione di un
mercato del lavoro che guarda meno ai curricula e più agli impulsi innovativi:
oggi «molti ingegneri non sono di fatto ingegneri, ma imprenditori», così come
la storia della finanza è costellata da laureati in giurisprudenza che «non
devono le loro fortune all'aver praticato le propria professione, ma all'aver
scalato posizioni nel settore dei servizi».
Il futuro?
Sempre secondo
WealthInsight una laurea in informatica e a maggior ragione in ingegneria
informatica potrebbe ritagliarsi una fetta ancora più consistente tra i
background dei milionari in classifica: «Negli anni che verranno – hanno
spiegato gli autori dell'indagine - più gli imprenditori tech faranno crescere
l'industria e più ci potremmo aspettare di vederla crescere nella
lista».
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