di Antonella Galli, 12 mag 2014
Una fascinazione reciproca, che ha generato un'intesa feconda: il mondo del
progetto giapponese e la migliore produzione di arredi made in Italy hanno
scritto, anche all'ultimo Salone del Mobile, pagine eleganti e prestigiose, con
una serie variegata di arredi e complementi firmati da designer e architetti
giapponesi e realizzati da aziende italiane.
Sono progetti diversi tra loro, ma
accomunabili da un'impronta stilistica riconoscibile, dalle linee essenziali,
pulite, ma anche dai contenuti poetici e meditativi, in cui è sempre presente il
richiamo alla natura e la sua osservazione.
Desalto, azienda della Brianza specializzata nella lavorazione dei
metalli per l'arredo, che da anni propone collezioni firmate da designer di
primo piano, ha presentato una nuova collezione del designer giapponese Oki
Sato, noto come Nendo (il nome del suo studio): già dal nome della
collezione, Softer then Steel (più morbido dell'acciaio), si coglie il dato
poetico che impronta tutti i pezzi, dalle panche alle sedie, dai tavolini
all'appendiabiti.
Sono tutti realizzati in metallo, verniciato in bianco ottico,
e sono caratterizzati da elementi di curvatura del metallo: nelle panche la
lastra del piano è tagliata al centro e sollevata a formare una curvatura, che
fa da schienale, come fosse carta ritagliata; nelle sedie, sono le barre di
acciaio tonde dello schienale a incurvarsi morbidamente; nell'appendiabiti le
barre si attorcigliano l'una con l'altra come corde.
Softer than steel |
Oltre a Nendo, novità di
quest'anno, Desalto vanta una collaborazione di successo con Tokujin
Yohioka, che ha progettato per l'azienda la visionaria collezione Element,
ispirata alla natura dei cristalli, in cui i tavoli sono caratterizzati da un
sostegno centrale a parallelepipedo, inclinato, quasi sospeso.
Element, che ha
ricevuto il Wallpaper Design Award 2014, quest'anno si arricchisce anche di un
tavolo tondo per dieci coperti.
Oltre ai nomi di progettisti già affermati, si affacciano sulla scena del
Made in Italy anche giovani designer nipponici di formazione internazionale come
Ryosuke Fukusada, che per Bonaldo porta avanti il progetto,
avviato lo scorso, anno di Kadou, attaccapanni dalla forma a vaso di fiori
contenente ‘rami' colorati a cui appendere gli abiti; ora gli stessi ‘rami' in
metallo verniciato e colorato, disposti asimmetricamente, diventano le gambe del
tavolino Kadou Coffe, con piano e base tondi anch'essi in metallo.
Kadou |
Si ispira, invece, alla tradizione giapponese la credenza progettata per
Riva 1920 dalla coppia di designer Setsu e Shinobu Ito, oggi
milanesi di adozione e con collaborazioni in tutto il mondo: semplice, lineare,
senza decori, la credenza si chiama Wabi e rivisita in chiave contemporanea il
tipico contenitore giapponese in legno e metallo, in una ricerca di eleganza e
concretezza che si oppone al lusso ostentato.
Wabi |
Anche nella collezione 2014 di Discipline, marchio di arredi e
complementi in materiali naturali che compie esplorazioni in vari ambiti
stilistici, compaiono due autori giapponesi: sono Ichiro Iwasaki e Nao
Tamura. Iwasaki, designer di Tokyo, già pluripremiato, ha presentato le Cup
Collection, tre serie di contenitori, vasi e ciotole per la casa e la cucina, in
vetro soffiato e porcellana, funzionali e minimali, ravvivate da trasparenze
colorate. Tao Namura, talentuosa designer giapponese con base a New York, per
Discipline ha ideato la serie di taglieri Sasso: ciascuno è composto da tre basi
sovrapponibili in legno o marmo nero, dalla forma tondeggiante e irregolare, che
richiamano le sagome dei ciottoli piatti, levigati dall'acqua.
Utili e poetici,
coinvolgono anche emotivamente chi le utilizza per le loro forme morbide,
arcaiche, naturali
Cup collection |
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