di Michela Finizio, 24 mar 2014
La crisi spinge gli italiani a mettere mano al salvadanaio immobiliare. Si
tratta di risparmi non di poco conto: le famiglie complessivamente hanno
investito nel mattone 5.125 miliardi di euro, secondo le rilevazioni della Banca
d'Italia sui bilanci 2012 . E oggi, in cerca di liquidità, vorrebbero riscattare
i loro risparmi vendendo soprattutto la storica seconda casa al mare o in
montagna, per liberare risorse necessarie ad affrontare la perdita di un lavoro,
l'aumento dei costi o il taglio dello stipendio.
Aumenta così l'offerta di case in vendita, ma trovare un acquirente diventa
sempre più difficile. Le compravendite di abitazioni nel 2013 sono scese del
9,2%, arrivando a toccare i livelli degli anni Ottanta. Nonostante la lieve
ripresa, i
potenziali acquirenti ancora sono frenati da erogazioni di mutui ancora in
frenata (-7,7% nel 2013 ).
Ecco perché diventa fondamentale saper vendere un
immobile: vista l'abbondante offerta sul mercato, riuscire a fare la differenza
è determinante per catturare l'interesse di chi cerca un immobile.
I tempi di vendita si sono allungati: un appartamento si vende in media in
8,5 mesi e lo sconto medio sul prezzo inziale nel 2013 è salito fino al 16,5 per
cento. In questo contesto, valutazioni non corrette dell'immobile da vendere
sono la causa del 30% delle trattative sfumate.
A dirlo sono gli operatori, che
sottolineano l'importanza di affidarsi ad un professionista, in questo contesto
di mercato sempre più selettivo. Anche se non è il momento migliore per vendere
casa, con alcuni accorgimenti è possibile massimizzare il potenziale
dell'immobile, catturare l'attenzione dell'acquirente e garantirsi qualche
chance sul mercato.
Ecco i consigli per vendere la casa in tempo di crisi:
I primi 15 giorni sono quelli in cui la pubblicità di un immobile è più
efficace, quelli in cui attrae la maggiore attenzione. Bisogna approfittarne
perché giocare secondo la vecchia strategia del «non ho fretta di vendere e per
questo non scendo di prezzo», in questo momento, non funziona.
Valutare il
prezzo giusto di casa propria può essere complicato, richiede tempo e uscire con
un prezzo sbagliato può essere determinante nella vendita, anche svalutando
l'immobile stesso.
È bene partire dalla quotazione media di immobili simili per età, tipologia
catastale e stato di conservazione, situati nella stessa zona (a volte anche tra
via e via ci può essere notevole differenza). La giungla dei listini e borsini
prezzi in questo caso non aiuta: è sempre bene incrociare i dati rilevati da
almeno tre operatori, cercando di assicurarsi che si basino sulle transazioni
concluse nei mesi precedenti e non su una fotografia delle quotazioni richieste
- e quindi delle aspettative - del mercato. È possibile consultare gli
osservatori Nomisma, Gabetti, Tecnocasa e l'Omi dell'agenzia del Territorio.
I
fattori che possono far leva sul prezzo finale poi sono altri.
Pregi e difetti
dell'immobile possono innalzare o abbassare il valore e prima di vendere è bene
conoscerli nel dettaglio, per poterli promuovere o correggere.
Una volta
elencati in una tabella a ciascuno è possibile attribuire un valore. Ad esempio
l'esposizione della casa su quattro lati, ad esempio, può far alzare il prezzo
anche del 10 per cento. Se le finestre, invece, sono solo su un lato, scende del
5 per cento.
Più l'immobile è vecchio, poi, più si deprezza: per ogni anno di
vecchiaia, fino al trentesimo anno di età, può perdere l'1 per cento del suo
valore.
L'assenza di box auto e di un parcheggio nelle vicinanze può addirittura
incidere del 20% sulla valutazione.
Al contrario la presenza nel raggio di 200 o
300 metri di una fermata dei mezzi pubblici o della metropolitana fa schizzare
il prezzo dal 10 al 30 per cento.
Un decimo del valore, infine, può arrivare dal
terrazzo o dal parco pubblico sotto casa
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