SPECIALE GOOGLE GLASS, CARATTERISTICHE E USCITA
Tutto sui Google Glass, gli innovativi occhiali a realtà aumentata in fase di sviluppo presso Google, attualmente disponibili agli sviluppatori al costo di 1500 dollari. Debutteranno probabilmente a fine anno, a un prezzo accessibile, e promettono un'esperienza d'uso in grado di cambiare la vita. Tante le funzionalità garantite: lettura di siti Web e notizie online, controllo dei social network, visualizzazione delle mappe e delle indicazioni stradali mediante Google Maps, videoconferenze, cattura di fotografie e video da condividere online e tanto altro. Sono varie però le preoccupazioni per la privacy a cui Google dovrà rispondere.
Google Glass è il nome degli innovativi occhiali del colosso delle ricerche online, che permetteranno a chi li indossa di avere delle informazioni sulla realtà che ci circonda grazie alla realtà aumentata. Sta divenendo dunque effettivo il progetto futuristico alla Minority Report che, fino a pochissimi anni fa, era relegato a vera e propria fantascienza.
Uscita e prezzo dei Google Glass
Il colosso di Mountain View ha finora reso disponibile una edizione (Explorer) dei Google Glassdedicata agli sviluppatori, con unità limitate che sono acquistabili al costo di 1500 dollari. Il progetto procede a ritmo spedito e, sebbene Google non abbia ancora fornito alcuna conferma sul debutto nei negozi del dispositivo, i Glass dovrebbero essere disponibili entro la fine dell’anno, o al massimo durante la prima parte del 2014, a un prezzo che potrebbe variare dai 299 dollari ai 500 dollari. Un costo al pubblico accessibile permetterebbe senza dubbio alla peculiare tecnologia (di sicuro fascino) di farsi strada nel mercato degli indossabili. Varie le colorazioni che saranno disponibili al lancio: nero, bianco, arancio, grigio e celeste. Chi porta già gli occhiali da vista non dovrà preoccuparsi: Google è al lavoro su versioni alternative dei Glass che comprenderanno anche lenti graduate.
Le specifiche tecniche
Secondo il documento ufficiale rilasciato dai Google, gli occhiali a realtà aumentata sono costruiti con una montatura caratterizzata da un telaio resistente e da naselli regolabili, così da poter essere meglio adattati a ogni tipo di viso. Il display è stato montato su una lente, è ad alta definizione e andrà a proiettare le immagini direttamente sugli occhi dell’utente, dove i contenuti verranno visualizzati come se ci si trovasse di fronte a uno schermo da 25 pollici, visto da una distanza di due metri.
Basati sul sistema operativo Android, i Google Glass sono compatibili con ogni smartphone dotato della tecnologia Bluetooth. Presente sul lato destro della montatura un touchpadutile a scorrere tra i menu e tra i contenuti; la dotazione comprende poi una fotocamera con sensore da 5 megapixel in grado di garantire una buona qualità delle fotografie e di catturare video a 720p, 16 GB di storage di tipo flash (di cui 12 GB utilizzabili dall’utente), un comparto audio a conduzione ossea, connettività Wi-Fi e Bluetooth e una batteria che assicurerà un’autonomia pari a circa un giorno di normale utilizzo. Questa sarà ricaricabile sia tramite il cavo USB incluso nel pacchetto, che attraverso un caricabatterie da parete.
Cosa si potrà fare con i Google Glass?
Secondo numerosi sviluppatori che hanno già avuto modo di testare gli occhiali, i Google Glass sono talmente innovativi che non se ne potrà più fare a meno perché cambiano la vita. Ciò è dovuto alle numerose funzionalità che possiedono. Innanzitutto, il dispositivo si comanda tramite i comandi vocali e/o il touchpad inserito sul lato destro: semplicemente usando la propria voce, chi li indossa potrà effettuare ricerche su Google e visitare i siti Web desiderati, leggere le notizie online, controllare i social network, utilizzare gli Hangout per avviare videoconferenze con i propri amici e mostrare loro ciò che si sta guardando in quel momento, telefonare, visualizzare i messaggi (SMS) e inviarne uno nuovo, tradurre un testo da una lingua di origine a una di destinazione, scattare fotografie, registrare video, condividere ogni contenuto sui canali sociali e utilizzare Google Maps per ottenere indicazioni stradali.
Queste sono le feature offerte direttamente da Google, ma gli sviluppatori terze parti sono già al lavoro su numerose applicazioni volte ad estendere le possibilità dei Glass. Tra queste, ve n’è ad esempio una che permette di identificare un amico nella folla sfruttando il riconoscimento facciale, e un’altra che consente di dettare un’email: ben si comprende perché un oggetto simile, in grado di far “scomparire” l’hardware all’interno di un semplice paio di occhiali, si candidi a diventare la “next big thing” nel contesto di quella che sarà la nuova ondata di tecnologia indossabile.
Cosa si prova ad indossare i Google Glass?
L’esperienza d’uso prodotta dai Google Glass è senza dubbio unica e per mostrarla Google ha deciso di condividere un breve video, più esplicativo di ogni parola:
Privacy e netiquette
Sono numerosi i rischi per la privacy delle persone che potrebbero derivare da un uso scorretto dei Google Glass: si tratta di una questione di fondamentale importanza, tanto che ha anche sollevato delle serie preoccupazioni tra i membri del Congresso USA, i quali hanno chiesto al produttore delucidazioni in merito. A preoccupare sono in particolar modo le app che faranno utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale, sulla registrazione dei video e sulla possibilità di scattare le fotografie. Secondo Google, per eseguire azioni come queste è però necessario interagire con la mano oppure mediante comandi vocali, così che le persone nei dintorni possano rendersi conto di quanto sta accadendo.
Google si è però spinto anche oltre, mettendo nero su bianco una vera e propria netiquette per gli utilizzatori di Glass. Quel che Google non vuole, infatti, è vedere i propri occhiali nelle mani dei cosiddetti “Glasshole”, utenti che utilizzano in modo rude lo strumento senza la necessaria consapevolezza di ciò che tale uso comporta nei rapporti con le altre persone. Google chiede ai propri “explorer” di non essere schiavi della tecnologia e, anzi, di liberarsene proprio grazie a strumenti indossabili quali i Glass. Non solo: spegnerli quando inopportuno, chiedere prima di fotografare e agire con discrezione sono regole di buon comportamento che occorre interiorizzare prima di sfoggiare i propri occhiali in mezzo ad altre persone.
Google Glass in auto: rischi e benefici
I Google Glass mostreranno in maniera innovativa le indicazioni stradali chieste da chi li indossa, mediante Google Maps, direttamente sull’occhio dell’utente, andando così potenzialmente a rappresentare un’autentica e comoda novità per chi guida una vettura. Visualizzare le mappe mentre si è al volante potrebbe però essere molto rischioso e causare facilmente incidenti stradali, tanto che ad esempio il Ministero dei Trasporti britannico ha già vietato l’uso del device ancor prima del debutto sul mercato.
L’obiettivo è quello di impedire ai conducenti di usare i Glass su strada, poiché potrebbero distrarre troppo. Non è ancora noto se anche in Italia verrà adottata dal Governo una misura del genere, ma in ogni caso sarà estremamente necessario usare il buonsenso epernon metter a rischio la propria vita e quella altrui.
Ci sono occhiali concorrenti ai Google Glass?
Il progetto di Google sta riscuotendo un così alto interesse tra i consumatori ancora prima dell’uscita, che sono varie le aziende che stanno valutando la costruzione di un dispositivo concorrente. Apple e Microsoft, le dirette rivali di Google, starebbero già sviluppando un device proprietario, mentre Sony ha brevettato un’offerta anti-Glass. Altri potenziali rivali degli occhiali di Mountain View sono Recon Jet, Vuzix, Oakley e Baidu, così come il produttore taiwanese Oculon, che sta preparando una versione più economica del dispositivo ma ugualmente performante, o l’italiana GlassUp. Nei prossimi mesi si dovrebbe comunque assistere all’annuncio di numerosi progetti del genere, dato che si prevede che il mercato degli indossabili sarà uno dei segmenti maggiormente redditizi nei prossimi anni.
Google Glass e netiquette:
regole, usi, abitudini
Indossare i Google Glass significa porsi su una posizione diversa rispetto al prossimo: ciò impone nuove regole di comportamento nei rapporti sociali.
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Google ha pubblicato quel che si presenta come un vero e proprio manifesto delle regole di comportamento per utenti che indossano Google Glass. Una sorta di netiquette formale, insomma, stilata da chi ha per primo tutto l’interesse nel veder accettato un device dalle caratteristiche rivoluzionarie per il modo in cui integra reale e virtuale all’interno dello stesso luogo, con una compenetrazione di tempi e modi tra online e offline che non si era mai vista prima.
Appare ormai evidente come, per poter aprire all’utenza di massa, Google deve anzitutto assicurarsi di non procurare attrito con chi circonda il mondo dei Google Glass. Il team di Mountain View tutto vuole tranne che vedere i propri occhiali indossati da pochi nerd che, con comportamenti eccessivamente invadenti e indiscreti, allontanano la gente comune da quel vistoso device appoggiato tra naso e orecchie. Del resto la sua evidente visibilità lo rende ancor più iconico di quanto la sua natura e la sua funzione non raccontino: indossare un Google Glass significa raccontare agli altri qualcosa di sé stessi, ma significa anche estendere il proprio volume all’interno di un ambiente: laddove lo sguardo più arrivare, si compenetra lo spazio sociale altrui poiché l’altra persona potrebbe essere fotografata, filmata, identificata, commentata su un social network o altro ancora.
Google Glass: prossemica e rapporti sociali
Google Glass: prossemica e rapporti sociali
Le regole della prossemica dicono che si è intimamente vicini a una persona quando si è all’interno di una distanza massima di 50 cm. Si parla di distanza personale, adatta per dialoghi faccia a faccia, quando si è circa entro il metro. Si parla di distanza sociale quando si è entro i 3 metri e di distanza pubblica quando si è oltre i tre metri. Va da sé che se all’interno di un ambiente sociale viene a palesarsi un utente con i Google Glass, tali “regole” vanno in fumopoiché ogni assioma precostituito e interiorizzato nella cultura viene polverizzato dalla presenza di un elemento di disturbo. Essere a distanza di pochi metri da un Google Glass, infatti, significa essere alla portata di qualsivoglia azione voglia compiere l’utente con gli occhiali speciali di Google, riducendo pertanto la distanza figurativa entro una sfera intima forzata.
Il rapporto si fa asimmetrico: chi ha i Google Glass ha maggior potere nei confronti dell’altrui persona, ponendosi in controllo della situazione grazie a un aiuto tecnologico. Non sempre tale aspetto potrebbe essere ben accettato dagli altri, anzi: soprattutto in questa fase nella quale i Google Glass debbono trovare una difficile e vasta accettazione sociale, la presenza degli stessi in un ambiente potrebbe urtare gli altri se chi utilizza gli occhiali non si attiene ad una serie di accorgimenti. Semplicemente, le regole della buona educazione vanno riscritte assieme a quelle della prossemica: la tecnologia invade l’ambiente cambiando distanze e rapporti di forza, costringendo così ad una riconsiderazione di tutto quel che si è imparato da piccoli in termini di buon costume.
Glasshole?
Quel che Google non vuole è che i Google Glass possano essere utilizzati come strumento per esacerbare la differenza di potenziale che viene a crearsi tra l’utente che li indossa e l’utente che non li indossa. Di fatto i Glass sono un’arma metaforica puntata contro il prossimo, dunque se il prossimo non si sente in pari condizioni competitive può maturare una tensione palpabile che allontana, divide e rovina il rapporto sociale. Google vorrebbe esattamente il contrario. Per questo motivo ha diramato un documento di netiquette che imponga una riflessione a tutti gli avventori della nuova tecnologia: essere dei “Glasshole” significa indossare grossolanamente lo strumento, calamitando eccessive attenzioni e creando indisposizione negli altri. Ciò isolerebbe i Google Glass dal mondo invece di farli incontrare e apprezzare, rallentandone la comune accettazione e limitando il potenziale che hanno ancora da esprimere.
Nessuno vuol sentirsi spiato e paradossalmente si riesce ad accettare di più uno spionaggio segreto che non uno palese che limita nell’immediato libertà di movimento e di azione. In passato a fotocamere e telefonini è stato imposto per legge il “click” rumoroso proprio per avvisare eventuali persone nelle vicinanze del fatto che si sta per scattare una fotografia: il nesso tra prossemica, educazione e rapporti sociali è ben evidenziato in questo espediente, il che riflette sui Google Glass tutta una serie di normative e regole di comportamento ancora in divenire (la privacy sarà in assoluto lo scoglio maggiore che i Glass dovranno affrontare per poter diventare fenomeno di massa). L’avvento dei Glass sconvolgerà equilibri di vecchia dataed è sufficiente parlare pochi minuti con chi li indossa per avvertire tutto ciò: il sentirsi osservati, il fare attenzione a strane movenze che potrebbero dar adito ad una azione in atto da parte degli occhiali, il notare eventuali gesti sulla bacchetta laterale che potrebbero indicare l’avvio di una registrazione, tutti elementi costitutivi di una tensione latente che si scarica in modo particolare su chi non indossa i Glass.
Usare responsabilmente i Google Glass, ma soprattutto nel pieno rispetto delle sensibilità altrui, significa fare del bene per sé, per gli altri e per i Google Glass stessi. Google non ha bisogno di “Glasshole”, anzi: la pubblica accettazione della tecnologia indossabile necessiterà di tempo e di adattamento, passando inderogabilmente per la riscrittura di netiquette, regole sociali, normative, comportamenti e costume.
Google Glass: la netiquette
Google ha composto le proprie regole di netiquette sull’uso dei Google Glass dividendole in due macrocategorie: cosa fare e cosa non fare. Non regole formali, insomma, ma suggerimenti di comportamento che debbono anzitutto stimolare una riflessione su di sé e sulle proprie responsabilità di “explorer” della nuova tecnologia. Il tutto partendo dai “cosa fare”: l’intento non è quello di limitare l’utente con i “non si fa”, ma di incoraggiarlo a usare responsabilmente la tecnologia e il suo potenziale.
Cosa fare
- Esplorare il mondo attorno a sé: possedere i Google Glass significa aver più tempo per il mondo attorno, evitando di perdere tempo con gli occhi su un display e potendo così dedicare più risorse a quel che ci circonda e alle persone;
- Sfruttare i comandi vocali: i Glass possono essere comandati liberando le mani per altri usi, dunque occorre approfittarne per sentirsi potenziati (e non schiavizzati) dalla tecnologia;
- Chiedere il permesso: occorre aver coscienza del fatto che i Glass possono essere una tecnologia indiscreta, dunque è buona regola chiedere prima di scattare una foto o registrare un video poiché l’altrui persona potrebbe non essere d’accordo per motivi personali o avere regole generali da far rispettare per qualsivoglia motivo;
- Usare lo screen lock, evitando così che altre persone possano entrare in possesso degli occhiali accedendo alle informazioni personali del legittimo possessore dei Glass;
- Essere un membro attivo della community Glass Explorer, portando avanti suggerimenti e indicazioni in virtù di una partecipazione attiva ad un vero e proprio movimento di avanguardia.
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