lunedì 15 ottobre 2012

I video più "indecenti" del pop


  • Madonna - "Justify My Love" 
  • Holly Valance - "Kiss Kiss" 
  • t.a.T.u. - "All The Things She Said" 
  • Shakira - "Don't Bother" 
  • Rihanna - "Umbrella" 
  • Eric Prydz - "Call On Me" 
  • Jennifer Lopez - "I'm Glad" 
  • Chris Isaak - "Wicked Game" 
  • Lady Gaga - "Born This Way" 
  • Benny Benassi - "Satisfaction" 
  • The Beloved - "Sweet Harmony" 
  • Christina Aguilera - "Dirty" 


 (tratto da TGCOM)

mercoledì 19 settembre 2012

I contributi pensionistici "rubati"

L’Italia è un Robin Hood al contrario: toglie ai poveri per dare ai ricchi. Milioni di persone, infatti, pagano contributi previdenziali senza raggiungere il minimo per la pensione. E li perderanno.
Sono precari, parasubordinati, liberi professionisti non iscritti a un Ordine professionale, donne che hanno lasciato il lavoro. Gran parte dei loro contributi previdenziali vengono versati all’Inps a fondo perduto: se non si raggiunge il minimo richiesto dalla legge per maturare la pensione (il che accade sempre più spesso, dati i lunghi periodi di disoccupazione o lavoro nero), quei contributi saranno usati per pagare le pensioni di altri, ma non danno diritto ad averne una propria. E anche quando si matura il minimo di contribuzione richiesto, la pensione ottenuta non supera i 400/500 euro dell’assegno sociale.
Siamo davanti ad un vero e proprio furto, grazie al quale si fanno pagare ad alcuni i costi delle pensioni – comprese quelle d’oro – di altre generazioni. Infatti la Gestione separata dell’Inps, dove finiscono i versamenti, ogni anno incassa 8 miliardi di euro di contributi, ma eroga solo 300 milioni di euro di prestazioni!
I più danneggiati? Giovani e precari, per i quali sarà difficile raggiungere 35 anni di contributi, ma anche tantissime donne di tutte le età che hanno potuto lavorare a intermittenza. Il problema non è solo dei ventenni: l’età media dei circa di 2 milioni di iscritti alla gestione separata dell’Inps è infatti di 41 anni per gli uomini e 36 per le donne. E dire che queste categorie pagano un’aliquota molto alta, quasi il 27% della retribuzione. Non è un caso che gli esperti li chiamino “contributi silenti”, perché non hanno diritto nemmeno alla parola.
Un’emergenza sociale che si cerca in ogni modo di nascondere, tanto che il Commissario straordinario dell’Inps Antonio Mastrapasqua affermò pochi mesi fa che “se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati e ai precari rischieremmo un sommovimento sociale“. E infatti chi è iscritto alla gestione separata dell’Inps non ha accesso alla simulazione della sua pensione futura come avviene con gli altri lavoratori subordinati. Una vera bomba pronta ad esplodere e che si preferisce tenere sotto terra.
Avete mai ascoltato un dibattito televisivo su come affrontare questa situazione drammatica?
Aspettando una riforma complessiva ed equa del sistema pensionistico, la soluzione non può che essere di giustizia: riconoscere ai lavoratori il diritto alla restituzione dei contributi “silenti”, ovvero dei contributi previdenziali versati che non abbiano dato luogo alla maturazione di un corrispondente trattamento pensionistico. Una proposta a cui ha lavorato da tempo Michele De Lucia, tesoriere di Radicali Italiani, e che è depositata in Parlamento con una proposta di legge a prima firma Maurizio Turco.
Domani 20 maggio si terrà la “Prima giornata nazionale dei silenti”, con manifestazioni davanti alle Direzioni provinciali dell’Inps. Come Radicali Italiani e Ancot (Associazione nazionale consulenti tributari) abbiamo già organizzato presidi in 50 città italiane: se vuoi fare tua questa iniziativa, partecipando alle manifestazioni e firmando l’appello, trovi qui tutte le informazioni.
È il primo passo di una mobilitazione che deve crescere, mi auguro insieme ai ragazzi e alle ragazze che hanno organizzato le manifestazioni del 9 aprile. Tra gli obiettivi, rompere il muro di silenzio, ad esempio comprando una pagina di un quotidiano nazionale per fare lì quelle domande a cui Mastrapasqua e il ministro Sacconi non vogliono rispondere. Ci lavoriamo insieme?

venerdì 31 agosto 2012

Le difficoltà dell'Euro, ben espresse in un interessante articolo già nel 2010


Due euro sono meglio di uno?


Spesso le difficoltà della vita allontanano anche le coppie più innamorate. Quando le differenze di vedute diventano insanabili, a nulla serve ricordare l'amore che fu. Cercare di attribuire la responsabilità del fallimento è controproducente. Non fa che peggiorare le cose. Meglio una separazione consensuale e, come dicono gli inglesi, move on.
Lo stesso vale per l'euro. Fu un matrimonio d'amore. Contro il pessimismo della ragione, i padri fondatori addussero l'ottimismo della volontà: la speranza (illusione?) che le ovvie incompatibilità sarebbero state superate in corso d'opera. A chi (gli economisti americani) diceva che l'area dell'euro non era fatta per avere una sola valuta, si ribattè che parlavano per invidia o, peggio, per paura che l'euro avrebbe un giorno soppiantato il dollaro.

Come in molte coppie, l'attrazione fatale nasceva dalla diversità. L'Europa del Sud cercava un impegno esterno che le desse la disciplina monetaria e fiscale che non era stata in grado di darsi da sola.

Il Nord dell'Europa sperava che il Sud con il matrimonio mettesse la testa a posto ed evitasse, con le sue continue svalutazioni, di creare tensioni sul mercato dei cambi e delle esportazioni. Come in molte coppie, quella diversità, inizialmente così attraente, è divenuta insostenibile con gli anni.

La teoria economica suggerisce che per condividere la stessa moneta un'area geografica deve soddisfare due condizioni. La prima è che abbia un'economia relativamente omogenea, sottoposta agli stessi shock. Se parte dell'economia si basa sul petrolio e parte su high tech, gli shock saranno molto diversi e la politica monetaria che si addice a un'area non funzionerà nell'altra.

La seconda condizione, ancora più importante, è la mobilità interna. Se il Texas (economia tradizionalmente basata sul petrolio) riesce a convivere con la California (più basata sull'high tech) è perché i californiani si muovono facilmente in Texas e viceversa, tanto che Austin (Texas) è diventata una delle capitali dei personal computer.

Lo stesso non vale per l'Europa. Non solo il Nord dell'Europa, basato principalmente sull'industria manifatturiera avanzata, è molto diverso economicamente dal Sud, basato sul turismo. Ma la mobilità è molto limitata. Quella poca che esiste è dal Sud verso il Nord, non viceversa.
Dall'introduzione dell'euro il Sud ha avuto una crescita dei prezzi più elevata del Nord. Paradossalmente questa crescita è stata "colpa" dell'euro. L'introduzione di una moneta unica ha prodotto una riduzione dei tassi d'interesse per i paesi del Sud Europa che ha favorito un boom immobiliare. Fossimo stati negli Stati Uniti, gli abitanti del Michigan e del Minnesota si sarebbero trasferiti in Florida e Louisiana. Così non è in Europa. I tedeschi e gli olandesi in Grecia e Spagna ci vanno in vacanza, non a lavorare.

Il risultato di questa segmentazione è che i prezzi nel Sud Europa sono cresciuti per molti anni più che nel Nord, senza che il mercato interno costringesse a un reallineamento. Ora, finito il boom immobiliare, il Sud si trova ad essere molto meno competitivo del Nord.

Senza l'opzione di svalutare, ci sono solo tre possibili forme di aggiustamento. La prima è che i prezzi al Sud crescano meno dei prezzi al Nord. Il problema è che, con la bassa crescita mondiale e la politica monetaria della Bce, i prezzi al Nord difficilmente cresceranno più del 2 per cento.

Per recuperare differenziali del 20-30% (tali sono quelli dei paesi meridionali) il Sud deve subire molti anni d'inflazione a tasso zero o peggio di deflazione. L'elevato livello d'indebitamento privato di paesi come la Grecia e la Spagna, però, rende questa deflazione estremamente costosa. Se i prezzi scendono e il debito rimane fisso in termini nominali, ci saranno fallimenti a catena. La crisi del governo greco "ce n'est qu'un début": il problema si trasferirà presto al settore privato.

Un'alternativa è che i paesi del Nord accettino un livello d'inflazione più elevato, rendendo possibile ai paesi del Sud di recuperare competitività senza dover accettare una pericolosa deflazione. Ma questo equivale a chiedere al proprio coniuge di non essere più se stesso per salvare il matrimonio. I tedeschi non accetteranno. La loro condizione per l'unione era che la Bce avrebbe seguito la stessa rigida politica monetaria della Bundesbank. Quest'accordo è stato incorporato nei trattati e difficilmente potrà essere modificato, soprattutto senza il consenso tedesco. E i tedeschi non vedono perché debbano accettare l'odiata inflazione per rimediare agli errori altrui.

L'unica via d'uscita indolore sarebbe che il Sud Europa guadagnasse di competitività rispetto al Nord aumentando la produttività. Ma questo richiede riforme, tempo e investimenti. Se le ripercussioni della crisi greca possono aver aumentato la pressione per le riforme, hanno ridotto drammaticamente il tempo a disposizione e gli incentivi a investire. Quanti anni di disoccupazione a due cifre sono disposti a sopportare greci e spagnoli?

La maggior parte degli economisti accetta quest'analisi: perfino il premio Nobel Stiglitz, che non può certo essere accusato di essere un economista di destra. Dove nasce il disaccordo è sul rimedio. Molti, tra cui Stiglitz, sostengono che la soluzione alla crisi attuale è un'ulteriore integrazione politica e fiscale. Certo che se il governo europeo potesse prendere a prestito come tale e destinare le risorse raccolte al Sud, la crisi attuale potrebbe essere alleviata.

Il ragionamento è corretto, ma solleva due grossi problemi. Il primo politico. Politicamente non è facile spiegare ai tedeschi che devono indebitarsi maggiormente (e quindi pagare maggiori tasse in futuro) per risolvere i problemi dei loro cugini greci e spagnoli. Non lo può fare un governo elettoralmente debole e diviso come quello della Merkel. Ma probabilmente non potrebbe farlo neppure il governo del miglior leader tedesco.

Noi italiani, che viviamo in un paese che parla la stessa lingua e che, nel bene e nel male, è unito da 150 anni, stiamo muovendoci verso il federalismo fiscale, che contribuirà a ridurre i trasferimenti dal Nord al Sud. Come possiamo aspettarci che le nazioni europee vadano in direzione assolutamente opposta, nonostante la mancanza di una storia unitaria?

Il secondo problema è economico. I trasferimenti alleviano i problemi economici nel breve periodo, ma non li risolvono. Anzi li cronicizzano. Grazie ai sussidi le aree fuori mercato possono permettersi di rimanere tali, senza aggiustare i prezzi. Il nostro Mezzogiorno ha un livello di prezzi superiore alla sua produttività media. Sessant'anni di trasferimenti non hanno alleviato questo problema, lo hanno trasformato in gangrena. Vogliamo forse meridionalizzare il Sud d'Europa?

L'unica soluzione rimasta è riconoscere le differenze insanabili e spezzare consensualmente l'area euro. In economia il male maggiore è l'incertezza. La crisi greca ha seminato il dubbio che uno o più paesi possano uscire dall'euro. Difficilmente tale dubbio potrà essere fugato. Ma il mercato non ha idea di come tale uscita possa avvenire. Travolti dalla passione amorosa, i fondatori dell'euro si rifiutarono di considerare una via d'uscita. L'euro, si diceva, è irreversibile. Ma perfino la Chiesa, che non riconosce il divorzio, in situazioni estreme ha una procedura per la separazione. Perché l'euro no?

Questa mancanza di regole sta gettando il panico nei mercati finanziari e paralizzando gli investimenti. Chi uscirà per primo? Come verranno trattati i contratti in euro di questo paese? Quali conseguenze avrà sugli altri paesi e sulle loro banche? Una separazione pilotata e rapida sarebbe il male minore.

Creando due blocchi, ridurrebbe lo stigma su ogni singolo paese e consentirebbe al Sud di continuare a detenere una valuta liquida. La svalutazione dell'euro-sud rispetto all'euro-nord ridurrebbe il peso del debito pubblico e privato e permetterebbe un recupero di competitività che rilancerebbe l'economia. Eliminata l'incertezza gli investimenti riprenderebbero.

Inconcepibile? Perfino gli Stati Uniti lo fecero negli anni 30. Di fronte ai costi economici e sociali prodotti dalla Grande Depressione, gli Stati Uniti abbandonarono la parità aurea e trasformarono tutti i contratti scritti in dollari-oro in contratti in dollari carta svalutati. Perché gli stati del Sud Europa non dovrebbero abbandonare la parità con l'euro e trasformare i contratti scritti in euro in contratti in uno svalutato euro-sud?

Una legittima passione per l'unità europea ha accecato i padri fondatori dell'euro. Come due innamorati che sperano che il loro matrimonio eliminerà i rispettivi difetti, i padri fondatori si sono illusi che l'Unione Europea avrebbe creato lo spirito europeo. In verità, la libera circolazione delle persone, le borse di studio Erasmus e l'uso sempre più diffuso dell'inglese stanno lentamente formando uno spirito europeo.

Ma ci vorranno molti decenni, forse secoli, prima che un cittadino finlandese consideri un greco alla stregua del suo vicino di casa. Più di un millennio di divisioni non si cancella nello spazio di un decennio. Un'unione coatta non aiuta l'economia, ma neppure le possibilità di un'unione futura. Per salvare lo spirito europeo è meglio un divorzio consensuale, che preservi l'unione economica senza forzare quella monetaria. L'alternativa, uno stillicidio di litigi e recriminazioni, potrebbe essere devastante.

lunedì 20 agosto 2012

"Life on Mars" by David Bowie

>Leggi più sotto il testo e la traduzione (tratto da http://www.velvetgoldmine.it/testi/HunkyDory.html), 
ed approfondisci su Wikipedia

LIFE ON MARS
(Bowie)

It's a god-awful small affair
To the girl with the mousy hair
But her mummy is yelling "No"
And her daddy has told her to go
But her friend is nowhere to be seen
Now she walks
through her sunken dream
To the seat with the clearest view
And she's hooked to the silver screen
But the film is a saddening bore
For she's lived it
ten times or more
She could spit in the eyes of fools
As they ask her to focus on

CHORUS
Sailors fighting in the dance hall
Oh man!
Look at those cavemen go
It's the freakiest show
Take a look at the Lawman
Beating up the wrong guy
Oh man! Wonder if he'll ever know
He's in the best selling show
Is there life on Mars?

It's on Amerika's tortured brow
That Mickey Mouse
has grown up a cow
Now the workers
have struck for fame
'Cause Lennon's on sale again
See the mice in their million hordes
From Ibeza to the Norfolk Broads
Rule Britannia is out of bounds
To my mother, my dog, and clowns
But the film is a saddening bore
'Cause I wrote it
ten times or more
It's about to be writ again
As I ask you to focus on

CHORUS
Dring-dring-dring......
(Mind the phone)
VITA SU MARTE 4
(Bowie)

È una piccola storia maledetta
Per la ragazza con i capelli da topo
Ma sua madre sta gridando "No"
E suo padre le ha detto di andarsene
Ma il suo amico non si è fatto vivo
Ora cammina
nel suo sogno sommerso
Verso il posto con la visuale migliore
Ed è rapita dallo schermo d'argento
Ma il film è di una noia mortale
Perché lei lo ha vissuto
dieci volte, o forse più
Potrebbe sputare negli occhi degli sciocchi
Quando le chiedono di mettere a fuoco

RITORNELLO
Marinai che lottano nella sala da ballo
Accidenti!
guarda quei cavernicoli che vanno
È la trasmissione più bizzarra
Da' un'occhiata all'Avvocato
Che dà addosso all'uomo sbagliato.
Accidenti, mi chiedo se saprà mai
Che è nello spettacolo di punta
C'è vita su Marte?

E' sulla fronte torturata dell'America
Che Topolino
è diventato una mucca
Ora i lavoratori
hanno scioperato per la fama
Perché Lennon è di nuovo in vendita 5
Guardate i topi nelle loro milioni di orde
Da Ibiza alle Norfolk Broads 6
"Rule Britannia" è stato messo al bando 7
Per mia madre, il mio cane e i clown
Ma il film è di una noia mortale
Perché l'ho già scritto
dieci volte, o forse più
Sta per essere scritto di nuovo
Perché ti chiedo di metterlo a fuoco

RITORNELLO
Dring-dring-dring......
(Il telefono)



Note:  4 "Life On Mars" è il titolo di una trasmissione televisiva inglese molto popolare degli anni '60.
          5 Cantando Bowie pronuncia "Lennon" come se fosse "Lenin".
          6 "Norfolk Broads" zona di ruscelli e laghetti dell' Inghilterra Orientale.
          7  Rule Britannia è un poema scritto da James Thomson (1700-48) e musicato da 
             Thomas Augustine Arne, intorno al 1740, e costituisce una sorta di inno nazionale "ufficioso".

mercoledì 27 giugno 2012

Testo e traduzione di "Big big world", di Emilia

Big big world (Emilia)

I’m a big, big girl in a big, big world
it’s not a big, big thing if you leave me
but I do, do feel that I do, do will
miss you much, miss you much

I can see the first leaf falling
it’s all yellow and nice
it’s so very cold outside
like the way I’m feeling inside

I’m a big, big girl in a big, big world
it’s not a big, big thing if you leave me
but I do, do feel that I do, do will
miss you much, miss you much

Outside it’s now raining
and tears are falling from my eyes
why did it have to happen
why did it all have to end

I’m a big, big girl in a big, big world
it’s not a big, big thing if you leave me
but I do, do feel that I do, do will
miss you much, miss you much

I have your arms around me
warm like fire
but when I open my eyes
you’re gone

I’m a big, big girl in a big, big world
it’s not a big, big thing if you leave me
but I do, do feel that I do, do will
miss you much, miss you much

I’m a big, big girl in a big, big world
it’s not a big, big thing if you leave me
but I do feel I will miss you much
miss you much”.




Grande grande mondo

Sono una ragazza grande grande
in un mondo grande grande
non è una grande grande cosa se mi lasci
ma sento che mi mancherai tanto
mi mancherai tanto

Riesco a vedere la prima foglia cadere
è tutto così giallo e gradevole
fuori fa molto freddo
proprio come mi sento dentro

Sono una ragazza grande grande
in un mondo grande grande
non è una grande grande cosa se mi lasci
ma sento che mi mancherai tanto
mi mancherai tanto

Fuori non piove
e le lacrime stanno cadendo dai miei occhi
perché è dovuto succedere?
Perché tutto è dovuto finire?

Sono una ragazza grande grande
in un mondo grande grande
non è una grande grande cosa se mi lasci
ma sento che mi mancherai tanto
mi mancherai tanto

Hai le tue braccia attorno a me
calde come il fuoco
ma quando apro i miei occhi
te ne sei andato

Sono una ragazza grande grande
in un mondo grande grande
non è una grande grande cosa se mi lasci
ma io sento che mi mancherai tanto
mi mancherai tanto

Sono una ragazza grande grande
in un mondo grande grande
non è una grande grande cosa se mi lasci
ma io sento che mi mancherai tanto
mi mancherai tanto

Testo e traduzione di "New Age", di Marlon Roudette


New Age (Marlon Roudette)


If love was a word, I don’t understand.
The simplest sound, With four letters.
Whatever it was, I’m over it now.
With every day, It gets better.

Are you loving pain, loving the pain?
And with everyday, everyday
I try to move on.
Whatever it was,
Whatever it was,
There’s nothing now.
You changed.
New Age.

I’m walking away, From everything I had.
I need a room with new colours.
There was a time,
When I didn’t mind living the life of others.

Are you loving pain, loving the pain?
And with everyday, everyday
I try to move on.
Whatever it was,
Whatever it was,
There’s nothing now.
You changed.
New Age.

So much fire that it burned my wings.
Her heat was amazing.
Now I’m dreaming of the simple things.
Old ways, erased.
If love was a word,
I don’t understand.
The simplest sound,
With four letters.

Are you loving pain, loving the pain?
And with everyday, everyday
I try to move on.
Whatever it was,
Whatever it was,
There’s nothing now.
You changed.
New Age.


Nuova era

Se l’amore fosse una parola, non lo capisco.
Il suono più semplice, con quattro lettere.
Qualunque cosa fosse, ormai l’ho superato.
Ogni giorno, migliora.

Stai amando il dolore, amando il dolore?
E ogni giorno, ogni giorno
Cerco di andare avanti.
Qualunque cosa fosse, 
Qualunque cosa fosse,
Non c'è nulla ora.
Sei cambiata.
Nuova era.

Mi sto allontando, da ogni cosa che avevo.
Ho bisogno di una stanza con nuovi colori.
C’era un tempo,
In cui non mi importava vivere la vita di altri.

Stai amando il dolore, amando il dolore?
E ogni giorno, ogni giorno
Cerco di andare avanti.
Qualunque cosa fosse, 
Qualunque cosa fosse,
Non c'è nulla ora.
Sei cambiata.
Nuova era.

Così tanto fuoco che ha bruciato le mie ali,
Il suo cuore era straordinario.
Ora sto sognando le cose più semplici.
Le vecchie abitudini, cancellate.
Se l’amore fosse una parola, 
Non lo capisco.
Il suono più semplice, 
Con quattro lettere.

Stai amando il dolore, amando il dolore?
E ogni giorno, ogni giorno
Cerco di andare avanti.
Qualunque cosa fosse, 
Qualunque cosa fosse,
Non c'è nulla ora.
Sei cambiata.
Nuova era.