mercoledì 30 dicembre 2015

Pensieri condensati in aforismi di imprenditori di successo


Soldi: i consigli di chi ne ha fatti tanti


20 ago 2015

Ecco alcune parole di "saggezza" elargite dai migliori imprenditori di tutto il mondo.

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Qualcuno è seduto all'ombra di oggi perché qualcuno ha piantato un albero molto tempo fa. 
Warren Buffett (CEO, Berkshire Hathaway), 2007



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Il coraggio è quello che serve per stare in piedi e parlare; ma il coraggio è anche quello che serve per sedersi e ascoltare. 
Richard Branson (Fondatore e Presidente, Virgin Group), 2014



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Cercare di fare tutto, in attesa che il tutto venga fatto alla perfezione, è la ricetta per una delusione. La perfezione è vostra nemica. 
Sheryl Sandberg (CEO, Facebook), 2013



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Il successo è un pessimo insegnante. 
Seduce le persone intelligenti e le induce a pensare che non possono perdere. 
Bill Gates (Co-fondatore, Microsoft), 1995



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Penso che una semplice regola del business sia che se si fanno le cose facili, poi si possono fare molti progressi. 
Mark Zuckerberg (Co-fondatore, Facebook), 2012


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Il vostro tempo è limitato, quindi non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. 
Steve Jobs (Co-fondatore, Apple), 2005


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Più lodi e celebri la tua vita, e più avrai qualcosa da celebrare nella tua vita. 
Oprah Winfrey (Presidente, Oprah Winfrey Network), 1996


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Non mollare mai. 
Oggi è difficile, domani sarà peggio, ma dopodomani ci sarà il sole. 
Jack Ma (Fondatore e Presidente, Alibaba Group), 2006 



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La competizione ti fa dare il meglio, sempre, e ti fa essere migliore, sempre, anche se il tuo concorrente vince. 
Carlos Slim Helu (Presidente Onorario, América Móvil), 2007



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Il rischio è più sicuro di quanto gli altri credano. 
Sogno che gli altri pensino che sia anche pratico. 
Howard Schultz (CEO di Starbucks), 2007 



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Noi pensiamo, erroneamente, che il successo sia il risultato della quantità di tempo che mettiamo nel lavoro, invece della qualità del tempo che ci abbiamo messo. 
Arianna Huffington (Co-fondatore e direttore, The Huffington Post), 2014



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Una visione senza la capacità di eseguire è probabilmente un'allucinazione. 
Steve Case (Co-fondatore, AOL), 2001


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Una persona deve fissare i suoi obiettivi e dedicare tutte le sue energie e il suo talento per ottenerli.
Walt Disney (Co-fondatore, The Walt Disney Company), 1966


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Il tuo valore non sarà quello che conosci, ma sarà quello che condividerai con gli altri. 
Virginia Rometty (Presidente e CEO, IBM), 2013



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Alla fine, non vieni misurato da quanto ti impegni, ma da quello che hai finalmente realizzato. 
Donald Trump (Presidente e CEO, Trump Organization Inc.), 1987


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Non è necessario avere una società di 100 persone per sviluppare un'idea.
Larry Page (Co-fondatore, Google)


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Rispetto, riconoscimento, e ricompensa delle prestazioni.
Narayana Murthy (Co-fondatore, Infosys)



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Un business che non fa niente altro che denaro, è un business povero. 
Henry Ford (Fondatore, The Ford Motor Company), 1965



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mercoledì 23 dicembre 2015

Un articolo di Nature su 9 falsi miti della medicina (e non solo)

Da greenMe.it
9 FALSI MITI DELLA MEDICINA SECONDO NATURE
di Francesca Biagioli, 23 dic 2015



Vediamo quali sarebbero questi 9 miti (redatti da Nature intervistando diversi medici e scienziati) che la rivista definisce falsi e pericolosi
Per quelli che ci riguardano più da vicino (antiossidanti e medicina omeopatica) abbiamo chiesto il parere di un esperto.


1) LA DIAGNOSI PRECOCE AIUTA IN TUTTI I TIPI DI TUMORE


Siamo abituati a sentir dire che può aiutare molto in caso di tumore fare degli screening periodici in modo tale da avere una diagnosi precoce e in questo modo fronteggiare meglio la malattia e avere più probabilità di sconfiggerla sul nascere. Secondo Nature però questo sarebbe sbagliato, almeno nel caso di alcune tipologie di cancro. 
Gli screening regolari potrebbero essere utili solo per il rischio di tumori come quello al polmone, alla cervice e al colon, ma non in tutti gli altri casi come ad esempio il cancro alla tiroide o alla prostata. Questo perché alcuni tumori porterebbero alla morte, indipendentemente dal momento in cui vengono rilevati e trattati. 
Nel frattempo però, lo screening precoce aggressivo, ha un gran numero di effetti negativi sulla salute.

2) RADICALI LIBERI VERSUS ANTIOSSIDANTI

Tutti sappiamo che l’invecchiamento è causato dai radicali liberi, molecole reattive che si accumulano nel corpo come sottoprodotti del metabolismo e portano a danni cellulari. Gli antagonisti dei radicali liberi sono invece gli antiossidanti, molecole in grado di neutralizzarli e che di conseguenza vengono considerate buone per la salute umana. Ecco allora fiorire prodotti che promettono di frenare l’invecchiamento cellulare grazie alla presenza di sostanze antiossidanti come ad esempio la vitamina C e il betacarotene. Oggi, secondo Nature, la maggior parte dei ricercatori che lavorano in materia di invecchiamento concordano sul fatto che i radicali liberi possono causare danni cellulari, ma che questo sembra essere una parte normale della reazione del corpo allo stress. Non devono essere considerati quindi il male assoluto.
Abbiamo chiesto al dottor Alessandro Targhetta, medico chirurgo, cosa ne pensa di questa questione:
“L'invecchiamento fisiologico è dovuto a perossidazioni ovvero a formazione di radicali liberi, tossici per tutti i tessuti. Molte malattie, anche il cancro, sono spesso frutto di acidosi e quindi di ossidazioni. Ci alimentiamo con cibi antiossidanti per ridurre l'effetto dell'invecchiamento. Gli antiossidanti per ROS: in effetti si discute da tempo se siamo o meno efficaci. C'è chi li sopravvaluta come una panacea e chi no. I pareri sono discordi in merito. Qualcuno dice pure che facciano male. Personalmente li consiglio, basta non avere un cancro in atto o essere sotto chemioterapia perché in quel momento i radicali liberi ci aiutano a combattere il cancro”.
 3) IL CERVELLO UMANO E’ ECCEZIONALMENTE GRANDE
Il cervello umano è spesso considerato come l'apice di evoluzione di questo organo di cui ancora però dobbiamo conoscere tutte le potenzialità. Questa convinzione è dovuta al fatto che si ritengono eccezionalmente grandi le dimensioni del cervello rispetto al corpo umano e la sua densità di neuroni e delle cellule di supporto, conosciuti come glia. Secondo Nature però tutto questo non è vero. Il cervello umano è circa 7 volte più grande di quanto si ci possa aspettare da animali di dimensioni simili ma se si va a guardare le proporzioni anche topi e delfini le hanno uguali e gli uccelli addirittura più grandi. Il cervello umano è diverso da quello di altri primati per altre caratteristiche: l'Homo sapiens si è evoluto con una corteccia cerebrale estesa - la parte del cervello coinvolta nelle funzioni come il pensiero e il linguaggio - e cambiamenti unici nella struttura neurale e in altre aree del cervello.

4) SI IMPARA MEGLIO UTILIZZANDO LO STILE DI APPRENDIMENTO PREFERITO


Secondo il luogo comune si impara meglio se chi insegna sta utilizzando lo stile di apprendimento preferito dall’allievo. Uno studente che ama le dinamiche verbali, per esempio, presumibilmente imparerà meglio attraverso istruzioni orali, mentre chi ha una memoria di tipo visivo assorbirà meglio le informazioni attraverso la grafica e le immagini. Secondo Nature, però, ciò che si preferisce non è sempre un bene per l’allievo o adeguato per lui in quel determinato momento. Negli ultimi decenni, la ricerca sulle tecniche educative ha iniziato a mostrare che ci sono interventi che fanno migliorare l'apprendimento, tra cui quello di permettere agli studenti di riassumere o spiegare concetti a se stessi. E sembra che quasi tutti gli individui, salvo quelli con difficoltà di apprendimento, imparino meglio da una miscela di parole e grafica.
5) LA POPOLAZIONE UMANA STA CRESCENDO TROPPO ED E' LA NOSTRA CONDANNA
Il problema della sovrappopolazione preoccupa soprattutto per quanto riguardale risorse che nel giro di poco tempo potrebbero non bastare per tutti portando quindi una situazione di povertà e fame più generalizzata di quanto già non sia. Ma i ricercatori contattati da Nature sostengono che la popolazione umana non sta crescendo in modo esponenziale ed è improbabile che ciò accada anche in futuro. Oggi ci sono circa 7,3 miliardi di persone e si dovrebbero raggiungere i 9,7 miliardi entro il 2050. Tuttavia, le convinzioni che il tasso di crescita della popolazione porterà a un certo scenario apocalittico continuano ad andare di moda. E per quanto riguarda il cibo, secondo l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura delle Nazioni Unite, il tasso di produzione alimentare globale supera la crescita della popolazione. C’è quindi cibo sufficiente a tutti anche se è mal distribuito, viene utilizzato come mangime per gli animali, per i carburanti o addirittura va perduto. Ecco perché, secondo gli scienziati di Nature, esiste ancora la fame nel mondo.

6) I VACCINI CAUSANO L’AUTISMO

Il tema dei vaccini, e in particolare quelli che vengono effettuati sui neonati, èun argomento sempre molto scottante che è tornato recentemente alla ribalta anche in Italia. Sempre più spesso vengono istillati dubbi che i vaccini possano essere tra le cause dell’autismo o, quanto meno, che in soggetti predisposti, abbiano la funzione di attivare questa patologia rimasta latente. Anche se ci sono alcuni rischi associati ai vaccini, la connessione con i disturbi neurologici è stata sfatata da diverse ricerche scientifiche. Nonostante questo però esistono in Italia delle sentenze che hanno dato ragione ai genitori che hanno chiesto risarcimento per i propri figli autistici.

7) IL PARACETAMOLO AGISCE ATTRAVERSO MECCANISMI NOTI

Il paracetamolo (acetaminofene), è uno dei farmaci più utilizzati perché considerato sicuro un po’ per tutti: bambini, donne incinte, ecc. Secondo il mito questo principio attivo agirebbe attraverso meccanismi noti. In realtà secondo Nature, anche che se è ampiamente utilizzato, ci sono solo idee e ipotesi su come questo e altri farmaci comuni realmente funzionano. Ma quindi ci sono anche dubbi sui reali effetti per le categorie di persone più delicate e a rischio?

8) CERVELLO E SISTEMA IMMUNITARIO SONO DUE MONDI SEPARATI

Si parla tanto negli ultimi anni del rapporto che c’è tra sistema immunitario e intestino ma poco invece viene considerato in questo senso il cervello. Secondo Nature le più recenti ricerche scientifiche hanno scoperto che il cervello ha le sue cellule immunitarie e un sistema linfatico che lo collega al sistema immunitario nel resto del corpo.

9) L’OMEOPATIA NON FUNZIONA

L’abbiamo sentire più volte: l’omeopatia è solo effetto placebo. Ne sono convinti tanti medici ma ce ne sono altrettanti che invece, considerando anche la loro esperienza sul campo, la considerano al contrario molto efficace. Secondo Nature non esistono comunque prove scientifiche che avvalorino la reale utilità di curarsi con le medicine omeopatiche. Nonostante questo tante persone in tutto il mondo, Italia compresa, continuano a scegliere l'omeopatia.
Ecco cosa ci ha detto in merito il dottor Targhetta, medico chirurgo e omeopata:
A periodi ben precisi ritornano questi inconsistenti attacchi all'Omeopatia. Ci sono decine di Metanalisi su centinaia di lavori scientifici pubblicati su prestigiose riviste scientifiche che avvalorano l'efficacia dell'Omeopatia, ma qui non le considerano! Considerano invece le Metanalisi (di parte!) dove si prendono i lavori fatti male e con risultati negativi per tirare bordate sull'Omeopatia.Sono in malafede e la gente che si cura con l'Omeopatia non ci fa più caso e così noi medici omeopati”.
Ma, almeno relativamente ad alcuni punti, dire che le ricerche scientifiche negano la fondatezza di tali convinzioni e pratiche fa sì che tutte queste cose che oggi possono essere considerate false lo saranno anche in futuro quando saranno affrontate magari sotto altri punti di vista o con nuovi parametri di analisi? C’è poi chi vede, dietro alcune affermazioni della lista di Nature, gli interessi di qualcuno. Voi che ne pensate?

venerdì 11 dicembre 2015

Il centenario della nascita di Frank Sinatra, uno dei più grandi artisti di tutti i tempi



Prima e più degli Hendrix e i Morrison, le Joplin e le Winehouse, i Cobain e i Buckley ci fu lui, Frank Sinatra, l'essenza del pop. Cent'anni fa la sua nascita

di 11 nov 2015

Ha fatto tutto prima di tutti, Ha avuto tutto prima di tutti. 
Frank Sinatra, nato il 12 dicembre di cent'anni fa, gloria dell'Italoamerica, è l'essenza del pop. È stato Mick Jagger e Justin Bieber, Bowie e Bono. Un'icona: ha santificato tutto quel che ha toccato. Come e più delle star morte a ventisette anni - gli Hendrix e i Morrison, le Joplin e le Winehouse, i Cobain e i Buckley - di cui più frequentemente si celebra il sacrificio.  Quella fine lui l'ha schivata, la sua sproporzionata celebrità esplose negli anni della bottiglia non in quelli della siringa - mica è un caso che una celebre marca di whiskey gli dedichi un'edizione esclusiva per il centenario. 
Se troppo spesso si manca di ricordarlo come homo superior della musica è solo perché è morto a un'età veneranda, ottantadue anni (il 14 maggio 1998), quando da un pezzo faceva fatica a recuperare lo smalto e il parrucchino aveva mortificato la fisionomia del tombeur de femmes che qualche regista aveva sognato di far interpretare sullo schermo proprio da David Bowie (in gioventù The Voice era magro e aguzzo come il Duca Bianco). Sinatra era già bolso all'epoca del formidabile rilancio, nel 1968, quando chi deprecava i movimenti studenteschi pasteggiava a champagne e My way. 
Ancora più grigio, ma non meno prepotente, nel 1979, quando con un colpo da maestro - e da vecchio furfante dello showbiz - scippò New York, New York a Liza Minnelli.





A cento anni dalla nascita il regista premio Oscar Alex Gibney firma un ritratto eccezionale di Frank Sinatra, uno dei personaggi più carismatici dell'industria dello spettacolo. Il film, che verrà trasmesso per l'occasione da Sky Arte e, in primavera, da Netflix, si snoda attraverso i brani scelti da "The Voice" per il concerto d'addio a Los Angeles nel 1971.






I corsi e i ricorsi del pop: la morte uccide gli artisti, il futuro li riporta in vita come gli pare, li vomita e li rivolta ripescando a casaccio  -  e nei sessant'anni di attività di Sinatra ce n'è per tutte le occasioni. 
Hanno poco da sghignazzare le adolescenti che lanciano peluche e bigliettini allusivi sul palco del bellino di turno; Frank era l'idolo dellebobby soxers coi calzettini bianchi e la Seconda guerra non era ancora finita -  anche le loro nonne erano scatenate. Quando Nancy Barbato, la prima delle quattro mogli, rimase incinta del secondogenito Frank Jr, New York era ostaggio dei "Sinatra riots"; ogni giorno cinquemila ragazzine urlanti paralizzavano Times Square in attesa delle matinée del divo al Paramount Theater. "È dai tempi di Rodolfo Valentino che il pubblico femminile non dichiara apertamente il proprio amore a un artista", scrisse il Time in quell'ottobre del 1944 quando, complice la vacanza del Columbus Day, ce n'erano addirittura trentamila a invocare il nome di Frankie, in lacrime, tante vedove minorenni più agguerrite di quelle che nel '26 avevano inondato di lacrime la bara di Rodolfo Valentino. Per forza Sinatra si beffava dei Beatles negli anni della British Invasion  -  e li detestava non poco  -  l'America sembrava aver dimenticato gli anni in cui i suoi occhi blu e la voce confidenziale da crooner che sfiorava il microfono come le labbra dell'amata scatenavano un isterismo di massa senza precedenti (considerando che all'epoca le ragazze non godevano della stessa libertà delle coetanee cresciute in pieno flower power). 
Prendeva in giro anche Elvis, che per esercitare il suo sex appeal lavorava di bacino; Sinatra non usava altro che una sobria eleganza e la magia della voce.










Fece il suo debutto al Palladium di Londra il 10 luglio 1950 (e ci restò fino al 23), apparizioni fulminanti di cinquanta minuti. 
Annunciato da Woolf Phillips, il divo americano entrò in scena cantando When you're smiling, seguita da Ol'man river e altre dodici canzoni. 
"Sinatra canta praticamente immobile", scrisse Pat Brand sul Times del 25 luglio. "Nei brani lenti, che sono la maggioranza del programma, le sue braccia si protendono con aria supplice verso il microfono; nei pezzi swing scandisce il tempo facendo schioccare le dita. Sul palco la sua figura è magnetica come quella dei primi divi del cinema. Sa come scatenare la platea, e quando la tensione sale e scatta la standing ovation, richiama tutti alla calma con la voce profonda e lo sguardo languido. Ci sono oggi cantanti in grado di competere con lui? Ho dei forti dubbi". 
Non era un Sinatra felice quello che salutò il pubblico del Palladium cantando Bye, bye baby. Né artisticamente né sentimentalmente. The Voice aveva disperatamente bisogno di rassicurare i suoi fan, voleva disperatamente sfondare a Hollywood e aveva il cuore a pezzi. L'anno terribile, il 1953, era alle porte. Ava Garden, la diva che aveva mandato a rotoli il suo matrimonio con Nancy Barbato, lo liquidò da un giorno all'altro. La leggendaria voce dell'artista si spezzò dal dolore, si parlò ripetutamente di tentativi di suicidio. Per la prima volta si sentiva un perdente (questa è la ragione per cui le canzoni tristi presero il posto dello swing, un repertorio che solo più tardi i cultori di Sinatra hanno imparato ad amare, quello di I'm a fool to want you, devo essere pazzo per volerti, scritta proprio per la Gardner), il divorzio dalla moglie Nancy lo colpevolizzava oltre ogni limite, la carriera era in ribasso, il bicchiere era diventato un amico indispensabile. Ma l'intensità era al massimo: molte di quelle incisioni condite di malamore e fragilità sono ancora oggi i capolavori di Frank, ben più potenti delle sue molte apparizioni cinematografiche: In the wee small hours (1955), Close to you(1956), Where are you? (1957), Sings for only the lonely (1958), No one cares (1959).




Sinatra pagò il prezzo che tutti i teen idol devono versare quando arrivano alla curva pericolosissima che li trasforma in sempreverdi o li fa precipitare nel dimenticatoio. In patria già da tempo si parlava e sparlava dei suoi amici mafiosi (i boss erano sempre in prima fila al Copacabana e gli diedero carta bianca a Las Vegas, che praticamente nacque e crebbe col Rat Pack) che gli avevano agevolato il ritorno in grande stile al cinematografo  (Da qui all'eternità, premio Oscar nel 1953 come miglior attore non protagonista). 
Oggi si preferisce ricordare la sua amicizia col clan dei Kennedy più che il suo exploit alla Bono del 1945, quando presentò alla Benjamin Franklin High School di Harlem, il quartiere più turbolento di Manhattan, The house I live in, un corto sull'integrazione razziale. L'omonima canzone che vi interpretava, un inno superbo, fu ripreso con fierezza da Paul Robeson, Mahalia Jackson e un'infinità di jazzisti nell'epoca in cui infuriavano le lotte per i diritti civili.







Chissà da che parte stavano "gli amici" l'8 dicembre del 1963  -  altro anno terribile per The Voice (il suo amico fraterno John Fitzgerald Kennedy era stato assassinato a Dallas pochi giorni prima)  -  quando il figlio Frank Jr. fu rapito nella stanza 417 dell'Harrah di Lake Tahoe. Per la liberazione l'artista pagò un riscatto di 240mila dollari (l'equivalente di 1,3 milioni di oggi); mai nessuno della famiglia ha voluto parlare dell'episodio, ma le illazioni della stampa furono pesantissime. Sebbene i responsabili fossero stati arrestati e condannati, qualcuno azzardò che Sinatra avesse architettato tutto per lanciare la carriera di Frank Jr., o che il ragazzo fosse stato rapito dai suoi compari  -  un avvertimento mafioso in piena regola. 
Frank Jr, che abbiamo incontrato a Londra pochi anni fa e continua a lavorare nelle retrovie con la sua orchestra, commentò amaramente: "Così crollò il mio castello di carte, l'illusione di andare avanti nella carriera senza essere associato a lui". Delle foto di famiglia accanto all'albero di Natale con la prima moglie ormai abbandonata e i tre figli (oltre a Frank Jr., Tina e Nancy, che negli anni Sessanta ebbe una brillante carriera come cantante pop), si limitò a dirci: "Alla fine era marketing anche quello. Incideva quattro album, girava due film e teneva un'infinita serie di concerti all'anno. Avrebbe avuto bisogno di trenta ore al giorno per pensare anche alla famiglia".






All or nothing at all, il documentario della Hbo che è stato presentato alla Festa del cinema di Roma, è un bel viaggio attraverso il mondo dorato, le molte glorie e l'infinità di bugie di The Voice (non basterebbe un intero docufilm per raccontarne le mille scappatelle e le leggendarie prodezze amatorie). 
Neanche chi ha la memoria corta ha dimenticato che per decenni Frank è stato Bieber, Jagger, Bowie e Bono in un solo uomo. Nel 1966 Gay Talese pubblicò per Esquire il resoconto di un'intervista a The Voice che non si fece, il titolo era "Frank Sinatra ha l'influenza". Fu salutato come un egregio esempio di new journalism, al punto che per il centenario è stato ampliato e ripubblicato da Taschen in un volume di superlusso (200 euro) corredato dagli scatti memorabili di Phil Stern, l'unico fotografo che l'abbia seguito per quarant'anni. E' vero, quel 1915 fu un anno di guerra, ma anche generosissimo se nel giro di pochi mesi diede i natali a Billie Holiday, Edith Piaf e Frank Sinatra.

giovedì 10 dicembre 2015

Le regole per un amore duraturo...



La vera sfida è coltivare la complicità, trasformando la routine in un viaggio quotidiano mano per mano

9 dic 2015

Quando si è innamorati si vivrebbe in funzione della coppia e, soprattutto nei primi tempi, capita spesso che si finisca per fare tutto in due. Vuoi che la tua coppia cresca? Non smettere di puntare su ciò che ti rende felice. Porta alla coppia il tuo quoziente di felicità e crea spazi dicondivisione con il partner. Il tempo insieme è l'ingrediente magico in grado di dare forza all'amore.

DATTI NUOVI OBIETTIVI
Amore non è puntare tutto sull'altro, ma scoprire la propria forza attraverso chi ci sta accanto. In una relazione felice i partner si aiutano reciprocamente per raggiungere gli obiettivi che desiderano. Anziché impedire al partner di fare ciò che ama, lascia che abbia uno spazio suo, in cui coltivare il rapporto con se stesso… e fai altrettanto! Sviluppare le proprie le passioni è gratificante: quando siamo felici e soddisfatti dei nostri risultati, anche il rapporto con il partner ne è influenzato positivamente. 

COLTIVA LA COMPLICITÀ
Avere tempo da trascorrere insieme è fondamentale per una coppia. L'errore in cui cadiamo spesso? Persino i giorni liberi finiscono per sbriciolarsi sotto il peso delle cose da fare. Se la domenica dovete pulire casa, stabilite un orario preciso e lasciate almeno tre ore da dedicare uno all'altro. Può essere un giro in bicicletta, il cinema o semplicemente preparare la cena: un momento da condividere in cui essere realmente presenti, insieme. 

USA BENE LE PAROLE
Il dialogo aiuta a crescere quando impariamo a comunicare senza ostacolare il flusso delle emozioni che proviamo. Ti senti piena di rabbia? Urlare insulti o rivangare discorsi del passato non è utile per risolvere la situazione: spiega in modo chiaro e preciso qual è il problema. Quando impariamo a esprimere i nostri bisogni e accettiamo di guardare le cose anche attraverso la prospettiva dell'altro, trovare una linea comune è più semplice. 

BACIALO!
Il sesso mantiene giovani… nel corpo e nella mente. Oltre a costituire un vero e proprio allenamento in grado di coinvolgere tutto il corpo, come evidenziato da numerosi studi, fare l'amore è un'esplosione di endorfine, rafforza la complicità e rende più profondo il livello di intimità di una coppia. Giocare insieme, scherzare, cercare il contatto dell'altro nutre l'amore. 

IL SILENZIO È D'ORO
Ci sono momenti in cui abbiamo semplicemente voglia di restare soli con se stessi. Qualsiasi parola per farlo capire all'altro può suonare quasi come un'offesa, eppure è diritto di ognuno poter stare in silenzio. Invece di aggredire il partner con tante domande, godiamoci questa pausa come un prezioso momento in cui tornare per un attimo verso noi stessi, perderci nei pensieri, stare in compagnia dell'altro senza parlare. Una coppia sa ascoltarsi anche nel silenzio, coltivando l'attesa dopo la quale ci si ritroverà, consapevoli che l'amore ha bisogno di coraggio, entusiasmo e molta pazienza.



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Se pensi che riguardi solo l'amore ti sbagli: chi ne soffre la manifesta in ogni campo della vita, dalla famiglia al lavoro. Tuttavia cambiare è possibile

La parola greca da cui deriva il termine gelosia evoca il desiderio: la brama di possedere chi si ama, però, è un'arma pericolosa. 
Quando l'amore viene visto come un possesso, la paura di perdere il "bene-amato" può diventare una fonte di ansia e persino un'ossessione. Osservare le proprie relazioni sociali e ammettere le difficoltà è il primo passo per iniziare un rapporto differente con gli altri e, soprattutto, con se stessi. Ecco qualche dritta per iniziare a gestire in modo diverso la gelosia.

ASCOLTA LE EMOZIONI
Quando l'attaccamento verso il partner diventa paura ossessiva di perdere la persona cara ci troviamo di fronte a un problema. La gelosia porta a galla emozioni profonde, non sempre facili da gestire, ecco perché è importante osservarsi senza giudicare, restare all'erta e, quando è il caso, lavorare su se stessi con l'aiuto di uno specialista. 

GUARDA IL PASSATO - La posta in gioco è il senso dell'abbandono, la prima paura che un bambino nutre nei confronti di chi lo accudisce. Nei primi anni della nostra vita dipendiamo totalmente dagli altri per la sopravvivenza. Anche da adulti ci si può trovare a combattere contro questa inquietudineantica: un'ansia che rimane fino a quando non riusciamo a trovare la nostra forza, la linfa che ci mantiene in vita. 

OSSERVA I TUOI RAPPORTI
Vivi con il senso del controllo sempre all'erta? Attenzione, la fiducia costituisce una condizione indispensabile per vivere una relazione felice, in amore e sul lavoro. Osserva il tuo modo di gestire le persone e chiediti quanto riesci a essere fiducioso con chi ami, o, al contrario, tendi a sospettare, fare verifiche, mettere in dubbio ciò che l'altro ti dice. Coinvolgi gli amici più cari e chiedi loro un feedback sincero riguardo al modo in cui i tuoi comportamenti sono visti: un punto di vista esterno può aiutarti a vedere le cose con maggior obiettività. 

SMETTI DI CONTROLLARE
In certi casi la gelosia può diventare unapatologia capace di rendere la vita un inferno. Controlli abitualmente chat e smartphone di partner e figli? Solo in casi davvero gravi si dovrebbe arrivare a interrogare un telefono per carpire dettagli sulla vita di un figlio o un partner, in tutti gli altri casi il requisito fondamentale su cui puntare è lacapacità di costruire un dialogo profondo e sincero. Togliere ossigeno alla libertà di chi amiamo significa logorare, lentamente, la bellezza e la potenza della relazione. 

AFFRONTA LA PAURA
Il bisogno di continue rassicurazioni va oltre la paura di perdere il partner: è il terrore di perdere l'amore stesso e, insieme al rapporto, la nostra definizione. Accade spesso anche con gli amici più cari: l'arrivo di un fidanzato o una nuova amica possono risultare destabilizzanti. Tuttavia, passata la reazione del momento, è importante fermarsi a riflettere. Le persone non sono una proprietà: i rapporti possono evolversi solo nella misura in cui entrambi lo desiderano. Guarda con onestà ciò che nell'arco della vita ti ha ferito e chiediti quali sono i tuoi bisogni di oggi. Quando diventiamo consapevoli delle nostre paure profonde smettiamo di dare la colpa agli altri e iniziamo a costruire l'autostima attraverso le nostre scelte, tutti i giorni. 

TROVA LA TUA FORZA
Ogni persona possiede un'incredibile riserva dienergia vitale. Spesso crediamo di poter trovare forza negli altri, ma nessuno può darci sufficiente sostegno se non siamo noi i primi a crederci. Immagina un bambino che inizia a camminare: può farlo solo quando si sente intimamente pronto a affrontare l'ignoto, sfidare la gravità. Parla delle tue insicurezze con il partner: ammettere il problema aiuta a darsi un limite. Lavora sulla tua autostima, impara a esprimere il tuo punto di vista e le tue relazioni acquisteranno una nuova fiducia.