sabato 10 agosto 2019

L'antica Roma dei tempi di Rea Silvia e di Romolo e Remo ancora sepolta...



Nell'area di 11 ettari che il Comitato della Caffarella chiede sia annessa al Parco, sono presenti importantissimi reperti archeologici. Dubbini:"Secondo la leggenda lì vennero concepiti Romolo e Remo"

Fabio Grilli, 22 nov 2016



Negli undici ettari di parco della Caffarella che il Comune sta lasciando in mano ai privati, c’è un tesoro. Non si tratta infatti di aree pregevoli solo sul piano naturalistico. In quelle porzioni di verde, già acquisite al patrimonio capitolino ma lasciate in detenzione agli ex proprietari, si racchiude la storia di Roma.

LE ORIGINI - Secondo l’archeologa Rachele Dubbini,sotto ilprimo miglio dell’Appia Antica “a fianco al Domine Quo Vadis, si trova il Santuario di Marte Gradivo”. Un complesso legato alle origini della Città Eterna. 
“Dal punto di vista scientifico, la notizia è una bomba – premette l’archeologa – infatti è dal Cinquecento che i filologi stanno cercando d’individuare questo sito. Si tratta dell’area dove, secondo la leggenda, Marte ha incontrato Rea Silvia . E’ lì quindi che vennero concepiti Romolo e Remo”. 
Il complesso però, non è mai stato portato alla luce.

LA SCOPERTA - “Nel 1970 in occasione della realizzazione di un collettore, vennero effettuati degli scavi dalla Sovrintendenza, ma purtroppo furono rapidamente interrati. Tuttavia ci sono indizi che lasciano pensare che qualcuno avesse intuito la portata della scoperta. I rilievi approfonditi e le fotografie a colori, sono tra questi – spiega la dottoressa Dubbini – la zona era situata lungo il primo miglio dell’Appia Antica, ovvero in quello che rappresentava il confine del territorio romano”. 
Parliamo di un'epoca antecedente alla realizzazione delle Mura. Dunque la presenza del complesso e del relativo tempio, aveva anche la funzione di demarcare e proteggere la città.

LA PICCOLA POMPEI - La scoperta ha un valore enorme sul piano archeologico. 
“Sotto terra c’è una 'piccola Pompei' . Parliamo infatti di un’area, ricca di mosaici, affreschi e con mura importanti, che venne abbandonata, sigillata. E quindi che non ha subito le classiche espoliazioni avvenute nel medioevo”. Della scoperta, realizzata dalla stessa Dubbini attraverso un accurato lavoro d'archivio, “si è scritto di recente su una rivista scientifica americana”. Ed a breve il risultato di questo lavoro d’archivio, sarà presentato anche al pubblico. “Il 2 dicembre a Palazzo Massimo – conclude l’archeologa – verrà presentato un volume sulle ricerca fatte in tutta la valle dell’Almone”. 
A ridosso del fiume sacro, batteva quindi il cuore della Roma Antica. 
Un motivo in più per ascoltare i cittadini quando chiedono che sia interamente riconquistato ad una fruizione pubblica.

venerdì 2 agosto 2019

L'intelligenza artificiale per creare opere d'arte con i selfie...

Da Wired

di Gabriele Porro23 lug 2019 


Ai Portraits offre su internet la possibilità di ottenere un proprio ritratto nello stile dei grandi maestri del passato partendo da un selfie

Passato il trend di invecchiare grazie a FaceApp è giunto il momento di concedersi il lusso di un dipinto classico realizzato, partendo da un proprio selfie, dall’intelligenza artificiale di un sito internet. Per ottenere un ritratto pittorico nello stile che più vi aggrada è necessario andare sul sito AI Portraits Art.


A questo punto basterà selezionare un selfie, anche brutto e sfocato va bene, per caricarlo sul sito e lasciar agire l’intelligenza artificiale che farà comparire in men che non si dica il ritratto da lei creato.

Gli stili del database di Ai Portraits si ispirano ad alcuni dei più grandi maestri della pittura, da Rembrant a Tiziano o Van Gogh.
Ai Portraits Ars è stato creato utilizzando i Gan model, ossia reti neurali generative avversarie, una tipologia molto diffusa nell’ambito dell’intelligenza artificiale basata su reti neurali addestrate a generare nuovi contenuti. 

“Dopo aver visto per milioni di volte una collezione di circa 45mila dipinti accuratamente selezionati, il modello genera uno spazio Z, chiamato spazio latente, che contiene in sé la descrizione di tutti i possibili ritratti che i grandi maestri avrebbero potuto dipingere. Ai Portraits Ars spinge ad esplorare lo spazio Z e il volto diventa il modo per pilotare questa navigazione“, spiega a Repubblica Mauro Martino, uno dei tre italiani del team di sviluppo dietro all’intelligenza artificiale del sito. 

Ai Portraits Ars permette a chiunque di utilizzare i Gan model per generare un dipinto, in cui le linee del viso sono completamente ridisegnate. L’algoritmo decide autonomamente quale stile utilizzare, sfruttando i dettagli del viso e dello sfondo che contribuiscono a indirizzarlo. Nel trasferimento dello stile, di solito c’è una forte alterazione dei colori, mentre le caratteristiche della foto rimangono invariate. 

Per quanto riguarda la privacy legata al caricamento e all’utilizzo delle foto, il sito specifica che il materiale caricato viene caricato dagli utenti sarà utilizzato solo per la creazione del dipinto assicurandone l’immediataa eliminazione dai server del sito. 

Il sito internet, vista l’improvvisa popolarità, sta subendo delle interruzioni dovute all’enorme traffico di utenti che lo visitano contemporaneamente.