lunedì 23 marzo 2015

La bi-genitorialità: attenzione a mettere in cattiva luce l'altro genitore con i figli.




Il genitore separato che provoca lo “sbilanciamento” della prole in favore suo e a danno dell'altro genitore può essere condannato d'ufficio all'ammonizione ed alla sanzione amministrativa in favore della Cassa per le ammende prevista dall'articolo 709-ter del Codice di procedura civile.


Non importa che questa condanna non sia stata chiesta dalla controparte, perché l'interesse superiore da tutelare è quello dei figli alla bigenitorialità. Lo ha deciso il Tribunale di Roma, Sezione prima (Famiglia), con sentenza del 27 giugno 2014, del giudice Donatella Galterio. 

La pronuncia riguarda il caso di una madre che ha ripetutamente messo in cattiva luce il padre agli occhi della figlia. Vi si stigmatizza la dannosità di ogni comportamentalità genitoriale che “arruoli” un figlio minore nella guerra contro l'altro genitore e si supera la diatriba psicologica e giuridica su inquadramento e riconoscimento dell'alienazione genitoriale. 

Esaminando la relazione del suo consulente psicologo, il giudice considera lo “sbilanciamento” del minore a favore dell'area materna (o paterna) come prova della teoria dell'arruolamento, che in sintesi consiste nella spinta negativa che le parole del genitore sbilanciante hanno sulla percezione dell'altra figura genitoriale, da parte del figlio comune. La relazione diagnostica difficoltà della figlia nelle relazioni col padre e le attribuisce al suo avvenuto “arruolamento” da parte della madre nella “guerra” contro il padre.



Per risolvere il problema, il giudice sceglie una strada più radicale rispetto a quella suggerita dalla relazione del Ctu: reputa insufficiente un percorso di sostegno alla genitorialità (già intrapreso in precedenza) e, in linea con la più attenta psicologia forense, rileva che occorre invece analizzare il fallimento di tale percorso. 

Le risultanze processuali portano infatti a rilevare come, nel caso specifico, proprio la madre abbia un minore interesse a sottoporsi ad un qualunque percorso di mediazione, «ove si consideri che l'operazione di triangolazione da costei posta in essere, nei confronti della figlia, è stata già realizzata, avendo sostanzialmente la minore finito di introiettare, ritenendolo proprio, il punto di vista materno nei confronti della figura paterna».

Da ciò discende chiaramente il seguente principio di diritto cui uniformarsi: ogniqualvolta un genitore rilevi che sia stata introiettata dal minore una visione ostile dell'altro genitore, ha l'obbligo di «attivarsi al fine di consentire il giusto recupero da parte della figlia del ruolo paterno, (ruolo) che, nella tutela della bigenitorialità cui è improntato lo stesso affido condiviso, postula il necessario superamento delle mutilazioni affettive del minore, da parte del genitore per costei maggiormente referenziante».



Vi è quindi un preciso obbligo, non una mera facoltà, di spingere il figlio verso il genitore in danno del quale sia avvenuto lo sbilanciamento. Ciò si ottiene non solo non perseverando nel portare avanti iniziative diverse da quelle del genitore sfavorito, ma anche recuperando la positività della sua figura, «nel rispetto delle decisioni da costui assunte e comunque delle sue caratteristiche temperamentali».

Nel caso in questione, ciò non è accaduto e c'è stata una condotta «volta ad ostacolare il funzionamento dell'affido condiviso». Visto ciò e posta la più volte affermata «applicabilità d'ufficio del meccanismo sanzionatorio previsto dall'art. 709-ter cpc», il giudice ha applicato la misura dell'ammonizione, «invitando la parte ad una condotta improntata al rispetto del ruolo genitoriale dell'ex coniuge», e l'ammenda, «al fine di dissuaderla in forma concreta dalla protrazione delle condotte poste in essere, la cui persistenza potrà peraltro in futuro dare adito a sanzioni ancor più gravi compresa la revisione delle condizioni dell'affido».

domenica 15 marzo 2015

I termini del conflitto israelo-palestinese



Hamas, Iron Dome e Protective Edge: tutto quello che c’è da sapere sulla crisi

di Francesca Paci, 13 lug 2014


Bombardamenti di Israele sulla Striscia di Gaza



Striscia di Gaza  
La parte di territorio palestinese che confina con Israele per 59 km e con l’Egitto per 13 km (è uno dei primi insediamenti umani della storia del mondo). Ha una popolazione di oltre 1,800 milioni stretta in 360 km quadrati (una delle maggiori densità del mondo), il 43% degli abitanti ha meno di 14 anni, ogni donna fa in media 4,5 figli, la disoccupazione è intorno al 50%. Dopo la guerra arabo-israeliana del 1948 passò all’amministrazione egiziana, fu ripresa da Israele con la guerra del 1967 e tra il 1994 e il 1999 (dopo gli accordi di Oslo) fu trasferita formalmente sotto il controllo dell’Autorità Nazionale Palestinese. Israele, che di fatto la occupava dal 1967, si è ritirato unilateralmente nel 2005 smantellando tutte le colonie e le infrastrutture ma mantenendo il controllo marittimo, aereo e quello dei valichi. Dopo la vittoria di Hamas alle elezioni palestinesi del 2006 le frizioni con il gruppo rivale Fatah sono aumentate fino alla guerra fratricida del 2007 al termine della quale Fatah (il partito di Arafat alla guida dell’Autorità Nazionale Palestinese) è stato cacciato da Gaza che è rimasta nelle mani di Hamas. Da allora si ripetono vani tentativi di riconciliazione nazionale, l’ultimo è quello di poche settimane fa. 

Hamas (Harakat al-Muqāwama al-Islāmiyya, Movimento islamico di resistenza)  
Movimento palestinese fondato durante la prima intifada del 1987 dallo sceicco Yassin, da Abd al Aziz al Rantisi e Mahmud al Zahar anche grazie agli auspici di Israele che sperava così di indebolire l’Olp di Arafat. Nasce come braccio palestinese dei Fratelli Musulmani e cresce di importanza per la sua intransigenza rispetto a qualsiasi accordo con Israele (a partire da Oslo) fino a imporsi anche attraverso attentati kamikaze durante la seconda intifada del 2000. Come i Fratelli Musulmani Hamas lavora creando consenso con programmi sociali, il suo statuto prevede la cancellazione dello Stato d’Israele, ha vinto le elezioni politiche del 2006 (e quelle amministrative), dal 2007 è in controllo della Striscia di Gaza, è stato dichiarato organizzazione terroristica da Canada, Stati Uniti e Unione Europea. La sua leadership è divisa tra la diaspora, a capo della quale c’è Khaled Meshal (prima ospite di Damasco e poi dopo il 2011 riparato in Qatar), e i capi storici al governo a Gaza (che però da almeno un paio d’anni, e soprattutto dalla deposizione dell’amico presidente egiziano Morsi,controllano sempre meno la Striscia, infiammata dalla pressione di gruppi ancora più oltranzisti come la Jihad Islamica). Il suo braccio armato è le Brigate Ezzedin al Qassam . 

Fatah (in arabo “giovane”)  
è un’organizzazione fondata da Yasser Arafat nel 1959 all’interno dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp). Fino al 2006 è stata la maggiore organizzazione palestinese (grazie alla quale c’è un seggio palestinese alla Lega Araba), ma sin dagli anni Novanta, anche a causa della gestione corrotta del potere, vede la sua popolarità calare a favore di Hamas (che ha vinto le elezioni del 2006 provocando il blocco dei finanziamenti europei e di altre istituzioni al governo palestinese). 

Brigate dei Martiri al Aqsa  
gruppo militare palestinese vicino a Fatah (deriva dalla sua fazione Tanzim), emerso durante la seconda intifada del 2000. Dal 2002 le Brigate sono considerate organizzazione terroristica da Stati Uniti e Unione europea. 

Brigate Ezzedin al Qassam  
braccio armato di Hamas nato nel 1992 (anche contro Oslo) sotto la direzione dell’ingegnere Yahya Ayyash e messosi in luce tra il 1994 e il 2000 per il grande numero di attentati. Sono nella lista delle organizzazioni terroristiche di Unione europea, Stati Uniti, Australia e Regno Unito. 

Accordi di Oslo  
Gli Accordi di Oslo, siglati in Norvegia il 20 agosto 1993 e annunciati ufficialmente a Washington il 13 settembre 1993 alla presenza del presidente Bill Clinton e del premier israeliano Rabin, portano la firma di Yasser Arafat per conto dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e Shimon Peres per conto dello Stato d’Israele. Oslo corona un processo di incontri e intese segrete iniziate alla Conferenza di Madrid del 1991. 

Tunnel tra Gaza e l’Egitto  
Dopo il blocco imposto da Egitto e Israele a partire dal giugno 2007, la presa del potere di Hamas, l’economia della Striscia di Gaza ha iniziato a tracollare. L’Egitto (allora sotto Mubarak) e Israele hanno chiuso in gran parte le loro frontiere con muri di cemento e filo spinato e, sebbene Israele consenta l’ingresso di alcuni prodotti e di aiuti umanitari, il volume delle merci importate è diminuito notevolmente. Con il blocco è cominciata la costruzione di una rete di tunnel sotto la barriera che separa l’Egitto e Gaza, il corridoio Philadelphia passato dal controllo israeliano a quello dell’Autorità Palestinese a quello di Hamas, attraverso la quale è fiorito il contrabbando. La città di Rafah, al di sopra di tunnel, è prosperata negli anni grazie al commercio sotterraneo che ha visto prima l’importazione di generi alimentari e medicine e poi via via di tutto, macchine, trattori, motociclette, mogli, bestiame, armi. I tunnel arrivo fino a 15 metri di profondità e a 800 metri di lunghezza e sono di ampiezza variabile. Durante la guerra di Gaza del 2008-2009 i tunnel sono stati bersaglio dei raid aerei israeliani e si dice che alla fine dell’offensiva solo 150 degli allora 3.000 tunnel attivi fossero ancora funzionanti. Giorno dopo giorno i tunnel sono stati ricostruiti ed hanno continuato ad arricchire i proprietari e i supervisori di Hamas . Dopo la cacciata del presidente egiziano Morsi e il ritorno al Cairo dell’esercito l’offensiva contro i tunnel si è fatta durissima da parte egiziana (Hamas è considerato dai militari egiziani un alleato degli odiati Fratelli Musulmani) e l’attività si è molto ridotta (ma da lì sono continuati a passare soldi e armi dagli attori regionali interessati a Gaza, il Qatar, l’Iran, l’Arabia Saudita). 

Protective Edge (Margine di protezione)  
Il nome dell’operazione militare lanciata martedì scorso da Israele contro la Striscia di Gaza. Pare che sia il computer a “battezzare” gli interventi contro la parte di territori palestinesi controllata da Hamas che dopo il ritiro da Gaza nel 2005 si ripetono a cadenza regolare:  
28 giugno 2006 “Pioggia d’estate” (dopo il rapimento del soldato Ghilad Shalit),  
1/7 novembre 2006 “Nuvole d’autunno”,  
27 febbraio 2008 “Inverno caldo” (nel frattempo Hamas ha preso il controllo della Striscia e Israele ha dichiarato Gaza ’’entità ostile”),  
27 dicembre 2008 “Piombo fuso” (una delle più cruente, con circa 1400 palestinesi e 13 israeliani morti, i giornalisti vengono tenuti fuori da Gaza),  
14/21 novembre 2012 “Colonna di Nuvola” (iniziata dopo l’”omicidio mirato” del leader militare di Hamas Ahmed Jaabari e conclusasi con la mediazione dell’allora presidente egiziano Morsi)  

Iron Dome (scudo di acciaio)  
È un sistema di difesa molto sofisticato progettato dalla compagnia Rafael advanced defense systems nel 2011. Funziona 24 ore su 24 e in qualsiasi condizione atmosferica. Come? Attraverso dei radar Iron Dome intercetta i missili diretti verso zone molto popolate ne analizza la traiettoria e se costituisce una minaccia gli lancia contro un missile Tamir (ogni lancio di Tamir costa circa 60 mila dollari). Nel 2003 la Camera dei Rappresentanti Usa ha approvato un finanziamento di 205 milioni di dollari per lo sviluppo di Iron Dome. 

Omicidi mirati  
Secondo il diritto israeliano si tratta di assassini di persone ritenute responsabili di attacchi già avvenuti o imminenti ai danni di Israele, autorizzati quando si ritiene non esservi altro mezzo plausibile per fermare o arrestare quelle persone. Nel 2006 la Corte Suprema di Israele li ha giudicati ammissibili a determinate condizioni. Alcuni dei più noti omicidi mirati sono stati raccontati da Spielberg nel controverso (per Israele) film Munich. Tra i target maggiormente conosciuti ci sono il comandante di Hamas Ahmad Jaabari nel 2012, il leader del gruppo palestinese Settembre Nero Muhammad Yusuf al Najjar nel 1973, l’ingegnere di Hamas Yahya abd al Latif Ayyash nel 1996, una delle menti dell’attentato del 1972 a Monaco Ali Hasan Salama nel 1979, il capo spirituale di Hamas sceicco Ahmed Yassin nel 2004. 

Il nuovo libretto d'impianto per caldaie e condizionatori

Da IlSole24Ore

Manutenzione della caldaia: dal 15 ottobre 2014 obbligatorio il nuovo libretto d'impianto


Dal 15 ottobre 2014 è obbligatorio - per i proprietari di casa e gli amministratori di condominio - dotare gli impianti di climatizzazione (e quindi la caldaia, ma anche il condizionatore) di un nuovo libretto di impianto. 

Il libretto potrà essere scaricato direttamente dal sito del Ministero dello Sviluppo Economico dal proprietario dell'impianto e deve essere compilato per la prima volta da un manutentore professionista. 

Ne abbiamo parlato con Luca Falco, presidente dei bruciatoristi manutentori di Confartigianato, che ci ha fornito alcune precisazioni: il vecchio libretto, ad esempio, non va buttato ma è consigliato conservarlo, anche se si è reso necessario un nuovo documento alla luce dei cambiamenti dei nostri sistemi: "il vecchio libretto di impianto era relativo solo alla caldaia. Gli impianti delle case iniziano a diventare sempre più complessi e c'era il bisogno di avere un libretto che potesse gestire tutti questi generatori nuovi", ha affermato. "Non va buttato assolutamente il libretto vecchio, va conservato perché contiene tutto lo storico del nostro generatore. Al momento della nuova manutenzione il professionista che arriverà compilerà questo nuovo libretto con tutti i dati aggiungendo tutti gli impianti che fino a quel momento potranno essersi aggiunti alla casa". 

Falco ha inoltre precisato che l'obbligo a partire dal 15 ottobre non va interpretato come la necessità di compilare il libretto entro quella data, ma di metterlo a disposizione del manutentore al primo controllo che si renderà necessario a partire da quella data: "come ha precisato il Ministero sul suo sito, non bisogna assolutamente chiamare il manutentore perché venga di corsa a compilarlo dal 15 ottobre in poi. Sarebbe un costo e una spesa inutile", ha aggiunto. "Al momento dell'intervento che ci sarà da fare (a partire dalla manutenzione ordinaria e dalla prova fumi, previste a intervalli e frequenze ben precise, ndr) il manutentore andrà e compilerà il nuovo libretto", ha concluso Falco.

mercoledì 4 marzo 2015

Kickstarter: raccogliere fondi, anche con idee bizzarre


Pittoresca raccolta fondi su Kickstarter 

Un giovane studente decide di chiedere una sottoscrizione per la sua startup. 
Obiettivo? Produrre un'insalata di patate. Sembra incredibile, ma in pochi giorni gli sono arrivate le donazioni di cinquemila persone. E non è la prima volta che progetti bizzarri finiscono con successo su Kickstarter

di Celia Guimaraes
9 lug 2014

Per fare un’insalata di patate servono pochi ingredienti. 
Le patate, intanto. 
Cotte in acqua, a vapore, nel microonde. Un po’ di sale, magari della maionese. 
Chiedere una sottoscrizione di dieci dollari su Kickstarter per raggiungere l’obiettivo, è la prima volta che accade. 
Non solo: l’intraprendente Zack Danger Brown, di Columbus, Ohio, è riuscito ad ottenere il sostegno di quase 5 mila sottoscrittori che hanno donato da 1 a 50 dollari per vedere realizzato il suo progetto. Mentre mancano ancora 24 giorni alla fine della raccolta, Brown può già contare su circa 60 mila dollari. La cifra, già rilevante, è in continua crescita. 
Kickstarter è il più noto tra i siti per la raccolta online di microcredito da parte di privati che decidono di investire soldi in un’idea considerata promettente o interessante. 

Fondi per tutti 
Nata come startup, la popolare piattaforma di 'crowdfunding' ha superato nel marzo scorso il suo primo miliardo di dollari in donazioni. La cifra a nove zeri rappresenta un segnale crescente dell'attenzione dei privati a favore di idee innovative e di sharing economy. Grazie ai fondi raccolti sono stati realizzati quasi 60mila progetti, fra cui lo smartwatch 'Pebble', hit del mercato. La piattaforma ha contribuito alla nascita di diverse startup ma ha anche aiutato a finanziare film (il 10% delle opere presentate al Sundance Film Festival ha trovato i fondi in questa maniera). 

Strani progetti 
Non mancano comunque i progetti bizzarri su Kickstarter. Tra quelli più riusciti c’è +Pool (PlusPool), una piscina a quattro braccia da costruire dentro il fiume che attraversa New York City (finanziata con 273 mila dollari). Ha superato la richiesta di 2.500 dollari anche Griz Coat, per un giaccone che imita la pelliccia di un orso grizzly ('non un costume ma uno stile di vita'). Al richiedente sono arrivati 29 mila dollari. 

Festa della patata 
La ricca insalata di patate di Brown dovrà comunque essere condivisa con chi ha sostenuto il progetto. 
Lui non è sicuro della sua buona riuscita, perché è la prima volta che si cimenta come cuoco. 
Visto che sarà materialmente impossibile spedire la ‘potato salad’ a tutti, ha già invitato i suoi benefattori ad una festa a Columbus, nell’Ohio