giovedì 24 aprile 2014

Il pericolo degli asteroidi sulla terra

Da Il Sole24Ore


di Leopoldo Benacchio, 23 apr 2014


Sul nostro pianeta è disseminata una rete di "orecchie" elettroniche, possiamo pensare a microfoni molto sensibili che ascoltano i rumori che arrivano portati dal vento. La rete è stata sviluppata per sorvegliare il rispetto degli accordi sugli esperimenti nucleari in atmosfera, lo scoppio di bombe nucleari in sostanza, ma dal 2000 a oggi ha registrato il "rumore" caratteristico della caduta di ben 26 asteroidi di notevoli dimensioni, diciamo dalla grandezza di una lavatrice a quella di un camion con rimorchio.

Se li compariamo a quel che provoca una bomba atomica si va da pochi chilotoni, quella di Hiroshima era sui 20, ai 600, quindi 30 volte tanto, mica roba da ridere. Tutto bene comunque, la gran parte è esplosa al contatto con l'atmosfera e inoltre i resti sono caduti in mare.



La visualizzazione che è stata presentata nella Giornata mondiale della Terra, non lascia dubbi: sono pericolosi e più di quel che pensiamo. 

Img Description

Il breve filmato ci fa vedere appunto dove sono accaduti i 26 eventi e quanto erano importanti. Siccome un filmato vale più di 1.000 parole , quello presentato oggi dalla Fondazione no profit statunitense B612 va visto e meditato. È tempo infatti, dicono alla Fondazione, di mandare in cielo un telescopio che li tenga d'occhio, primo passo per neutralizzare eventuali pericoli. Loro pensano di farlo per il 2018. 

Una dopo l'altro assistiamo a un crescendo di eventi che ci impensierisce, inutile negarlo, fino alla potente esplosione avuto a Cheliabynsk, Russia, il 15 febbraio del 2013, equivalente al massimo della scala mostrata, 600 kilotoni. Difatti fece notevoli danni agli edifici e un migliaio di feriti di conseguenza, soprattutto per le schegge dei vetri esplosi per l'onda onda d'urto. Anche qui comunque c'è un distinguo: gli asteroidi davvero grandi, in grado di fare tanto male alla Terra, sono tutti sotto controllo, ma si stima che ce ne siano almeno 10.000 come questi mostrati nella ricostruzione degli ultimi 14 anni, in grado di distruggere un'area metropolitana nel caso, improbabile, che arrivino sopra aree abitate. 

Anche qui, prudenza a farsi prendere dalle paure: il video ci mostra chiaramente come il nostro Pianeta sia soprattutto ricoperto di acqua, oltre il 70 per cento. Improbabile quindi arrivi sopra una città un pericolo del genere, ma non impossibile, questo il punto. La fondazione quindi vuole spedire un telescopio in orbita attorno alla Terra per conoscere meglio il pericolo, prima mossa fondamentale per prevenirlo.

Lo spediranno fra 4 anni, con il nome beneaugurante di B612, l'asteroide di cui era padrone e abitante il Piccolo Principe, immortale personaggio creato da Saint Exupery nel romanzo omonimo. Dalla fantasia ora tocca passare alla realtà.

mercoledì 23 aprile 2014

Netflix: video streaming e la sfida dei contenuti

Da TmNews

Video streaming, la sfida è sui contenuti: Netflix alza tariffe

La società americana punta su serie e film originali

Milano, 23 apr 2014

La battaglia nel mercato del video in streaming si combatterà a colpi di contenuti e qualità, non di prezzi. A segnare la strada per tutto il settore è Netflix che ha annunciato l'aumento delle sue tariffe mensili, di uno o due dollari a seconda dello Stato. Il servizio americano, fra i più popolari al mondo, è in piena fase d'espansione e prepara lo sbarco anche in Germania e in Francia. Ma soprattutto ha deciso di giocarsi tutto sui contenuti originali e di alta qualità, a partire da serie di grande successo come "House of Cards", con Kevin spacey o "Orange is the new black", produzioni in cui Netflix ha investito direttamente. Secondo la società è questo l'unico modo per distinguersi in un mercato che vede già schierati giganti come Google con Chromecast, Amazon con la sua nuovissima Fire tv e Apple che starebbe studiando un accordo per la trasmissione in streaming con Comcast, operatore di telecomunicazioni.

 

Nuovo sistema di ascolto dei cittadini da parte dell'Agenzia delle Entrate

Da Adnkronos

Agenzia Entrate, pronto 'Sistema ascolto' per migliorare servizi

di Labitalia, 23 apr 2014 


E' pronto il nuovo 'Sistema di ascolto' dell'Agenzia delle Entrate per registrare non solo i reclami ma anche i suggerimenti o gli elogi degli utenti, con l'obiettivo di migliorare i servizi al cittadino. 
Le persone, spiega l'Ente, "possono ora segnalare agli uffici non solo reclami ma anche eventuali proposte e apprezzamenti ed i casi trattati riceveranno un'efficace risposta e saranno utilizzati per migliorare i servizi". Grazie al nuovo canale, l'Agenzia traduce così le segnalazioni degli utenti in specifici input diretti a migliorare i processi operativi. 

La gestione d'un reclamo si trasforma, da 'mero adempimento' in concreto apprendimento organizzativo, sottolineano le Entrate. "Intercettare i reclami e le espressioni di disagio dei cittadini è importante, ma non basta. Occorre -spiega l'Agenzia- prendere in considerazione anche i consigli e gli apprezzamenti dei cittadini per mettere in pratica un serio ed efficace Sistema di ascolto. Da qui l'apertura anche ai suggerimenti e agli elogi". 

Molte le novità introdotte con il nuovo 'Sistema ascolto', a partire dalla ricezione e monitoraggio non solo dei reclami ma anche degli elogi e degli eventuali suggerimenti. Ma non solo. Arriva anche l'estensione della procedura all'assistenza telefonica, erogata dai Centri di assistenza multicanale, che rappresenta il 20% dei servizi. "Si copre così -spiega l'Ente- la quasi totalità delle prestazioni di front line, 10 milioni di servizi resi dagli uffici territoriali e 2 milioni dai Cam. A seguire, coinvolgimento nella gestione di tutti i livelli organizzativi delle Entrate". 

L'adozione del nuovo 'Sistema di ascolto' implicherà, gradualmente, l'addio definitivo al modulo cartaceo che oggi, in alternativa alle modalità web, il contribuente può ancora presentare in ufficio, o trasmettere via posta, per segnalare un disservizio.

Il salasso delle bollette del gas...

Da Il Fatto Quotidiano

Bollette del gas, dietro le mille sigle si nasconde il salasso

Grad, Cpr, Ccr, Ug3: capire le voci che compongono il conto finale è praticamente impossibile. Strato dopo strato si sono depositati incentivi alle rinnovabili. Ma anche intenti nobili: superare il meccanismo dei contratti take or pay o per stimolare il risparmio energetico, che però si traducono sempre in aumento del prezzo finale per il consumatore

di 23 apr 2014

Nella bolletta del gas si trova di tutto, perfino un contributo per tagliare il gas agli utenti morosi. Poi c’è la polizza contro i rincari del metano: dovrebbero tutelare gli utenti finali ma il suo costo continua a salire, mentre quello del gas scende. Capire il groviglio di accise, oneri e balzelli nascosti nella distinta costi è più difficile che studiare la cabala ebraica. Le aziende fanno pochissimo per renderla più trasparente, nonostante le lamentele di Federconsumatori e dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas (che ha ottenuto una riforma a partire dai prossimi mesi). Sapere cosa paghiamo però è l’unico modo per capire perché una famiglia media paghi 1.200 euro l’anno quando il costo della stessa quantità di gas (1.400 m³) sui mercati è di appena 420 euro.


Un’assicurazione al contrario
La prima voce in bolletta sono i “Servizi di vendita”, in altre parole il costo del gas. Semplice no? No. In realtà qui vengono contabilizzati anche una serie di acronimi astrusi, chiamati oneri di gradualità, ognuno dei quali corrisponde a un rincaro. Dietro le sigle Grad, Cpr, Ccr si celano i meccanismi che assicurano il cliente finale contro i rincari del metano. Da quando sono stati introdotti il prezzo del gas è sceso costantemente, ma negli ultimi sei mesi il costo di queste voci è triplicato. Il perché va ricercato in una riforma approvata dal ministero dello Sviluppo economico nel 2012. Per molto tempo i giganti del settore stipulavano con i Paesi produttori dei contratti Take or pay, con cui si impegnavano a pagare per un certo quantitativo di gas ogni anno anche se questo, com’è spesso accaduto, non veniva usato. Il peso di questi contratti veniva scaricato dalle aziende sulla bolletta. Ora il gas si compra soprattutto a prezzi di mercato (spot): ma comunque i fornitori scaricano in bolletta una parte del costo sostenuto dalle aziende “per adeguare il portafoglio di approvvigionamento alle nuove modalità di calcolo”. In altre parole, dentro ai contributi che dovrebbero tutelare gli utenti finali contro i rincari del gas, le aziende sono riuscite a caricare anche parte dei costi sostenuti per uscire dai vecchi contratti take or pay.

Un’altra voce da tenere sotto controllo è la “Quota energia”. Qui troviamo il prezzo del gas (0,29 centesimi al metro cubo) che rispecchia il valore sulle borse internazionali. Gli unici consumi per cui viene applicata questa tariffa sono però quelli sotto i 334 metri cubi: una famiglia media consuma però quattro volte tanto. Per la parte eccedente le aziende applicano un rincaro che, nel caso della bolletta qui a fianco, è del 45 per cento.


Tubatura, quanto mi costi
Ricadono sotto questa voce i costi per la rete di distribuzione. Per capire come sia possibile che le tubature pesino per più del17 per cento sulla bolletta bisogna districarsi in un lunghissimo elenco di oneri di rete, che però in bolletta non appaiono. Il più assurdo è l’Ug3, il contributo di morosità: gli utenti in regola con i pagamenti finanziano un fondo chiamato “Oneri connessi all’intervento di interruzione”. Gli onesti pagano perché le società vadano a staccare l’allacciamento a chi la bolletta ha smesso di pagarla. A fare da contraltare c’è il Gs, un bonus che finanzia i consumi del gas alle famiglie con reddito basso. Ma la voce di gran lunga più pesante (600 milioni di euro) è quella dei contributi RE e REt. Entrambi servono a “incentivare la produzione di energia termica da fonti rinnovabili”, come i contributi elettrici che hanno arricchito i produttori di pannelli fotovoltaici cinesi. Una piccola parte serve a finanziare l’installazione di apparecchiature domestiche (pompe di calore, caldaie a biomasse), ma la fetta più consistente finisce alle grandi industrie per le opere di efficientamento termico. Potrebbe sembrare un obiettivo lodevole: consumare meno. Peccato che i contratti stipulati con i proprietari della rete di distribuzione prevedano che il costo del trasporto aumenti quando si riduce la quantità di gas che passa dai tubi.



Addizionali e Iva. Una tassa sulla tassa
Le imposte pesano per il 36 per cento sulla bolletta del gas, il triplo rispetto a quella elettrica. Non solo, come si evince dalla sezione “Imponibile” c’è una tassa anche sulle tasse: tutte le accise e le addizionali sono infatti gravate dall’Iva al 10 e al 22 per cento. Qualche anno fa la Regione Sicilia, non soddisfatta della ricca addizionale regionale, aveva approvato anche una fantasiosa tassa sulle tubature. Almeno quella è stata abrogata.

lunedì 7 aprile 2014

Le guide turistiche abusive

Da Il Tempo

Dal «salta fila» alle balle storiche

Gresi Pitino svela l'universo delle guide turistiche abusive della Capitale raccontando le stravaganze dei furbetti di turno

di Da.Ve., 7 apr 2014

La Pietà di Michelangelo? 
Doveva in un primo momento essere fatta di mosaico. 

Da cosa deriva il termine Vaticano? 
Da un’erba allucinogena che cresceva da queste parti. 

Gresi Pitino fa la guida turistica da più di 10 anni e queste sono soltanto due delle numerose stravaganti spiegazioni che ha sentito fare da pseudo guide chissà se abilitate o meno, a gruppi turisti intenti a capirci qualcosa della nostra storia. 

Perché raccontata in questo modo, certo, è difficile si possa realmente comprendere. 

Eppure succede. «L’ho sentito con le mie orecchie – racconta Gresi – e stentavo a crederci ma purtroppo il mestiere della guida turistica non è più come una volta, a cominciare dagli esami che fino a qualche anno fa erano davvero difficili da superare, adesso invece serve studiare molto meno». 
Per non parlare delle lingue. «Anche a sentir parlare inglese e francese da queste guide a volte vengono i brividi. Si usano termini sbagliati, parole non appropriate». 

Per Gresi è soprattutto un danno di immagine. «I turisti che vengono con me a volte mi chiedono, ma come è possibile che a Roma succede di vedersi vendere tour a ogni prezzo in mezzo alla strada? Io ho girato il mondo, non esiste in nessun altro Paese una cosa del genere. E poi sono scocciati, infastiditi da questo modo di fare dei cosiddetti promoter che li fermano ad ogni metro di strada e non li mollano finché non vedono che hanno già una guida o un accompagnatore turistico». 

Ma quello che danneggia maggiormente le guide abilitate è, sostiene Gresi, chi vende i tour sui siti web. «Sono capaci di vendere i biglietti delle udienze religiose quando tutti sanno che sono gratuiti o, a San Pietro, vendono il "salta la fila" reclamizzato su cartelloni improvvisati dove si usano termini inglesi completamente sbagliati». 

Quando poi, magari, manca poco all’ingresso nei Musei Vaticani e si è atteso pazientemente il proprio turno per entrare, arrivano loro, i promoter «e ti convincono a raggiungere una di queste agenzie in zona per fare la prenotazione ed evitare, appunto, la fila. 

Ma tra il tempo di andare in agenzia, di parlare e di pagare alla fine ci si mette molto di più per entrare che se si fosse atteso qualche altro minuto dietro a tutti gli altri». Piccoli stratagemmi che hanno reso difficile, oggi, il mestiere della guida: «Personalmente lavoro per agenzie serie e conosciute – incalza Gresi – ma ce ne sono altrettante molto poco serie che arruolano procacciatori che cambiano ogni giorno, di tutte le nazionalità, russi, polacchi, rumeni e che anche tra guide abilitate cercano di fare l’affare, offrendo ad esempio meno del minimo previsto da tariffario o chiedendo di lavorare al di fuori dell’orario previsto, a me sono capitate richieste del genere che ho rifiutato subito». 

Al Colosseo, conferma la nostra guida, i centurioni lavorano anche come promoter alla luce del giorno. «Di solito mettono giù i vestiti da centurione e indossano abiti borghesi. 
Li si vede fare avanti e indietro per acquistare biglietti di ingresso al Colosseo a gruppi di turisti che purtroppo, a volte, ci cascano e si affidano a loro pensando di aver a che fare con persone oneste».

domenica 6 aprile 2014

Il colluttorio fa male?


Da N24Games.it

L’eccessivo utilizzo del collutorio aumenta il rischio di tumore alla bocca o alla gola

di Manuela Rizzo, 6 apr 2014

Una ricerca condotta presso la University of Glasgow Dental School ha dimostrato che tutti coloro che fanno più di 3 risciacqui al giorno col collutorio sono più soggetti a sviluppare un tumore alla bocca o alla gola, soprattutto se il collutorio viene usato per la corretta pulizia quotidiana con spazzolino e dentifricio.
David Conway, uno degli autori principali della ricerca, ha affermato : “Non consiglierei l’uso abitudinario del collutorio, punto. Ci sono occasioni o patologie per cui un dentista può prescriverlo, per esempio nel caso di una bassa salivazione dovuta all’assunzione di alcuni farmaci. Ma per me, tutto ciò che serve è spazzolarsi frequentemente i denti con un dentifricio al fluoro e controllarsi regolarmente dal dentista”.
Tale ricerca, proprio per l’importanza dei risultati raggiunti, è stata pubblicata su Oral Oncology

mercoledì 2 aprile 2014

Staffetta generazionale nella Pubblica Amministrazione

Da La Repubblica

Madia: "Pa, staffetta generazionale è un grande progetto"

Il ministro della Pubblica amministrazione non blocca il turn over: "Servono competenze fresche. Non  metteremo in discussione gli equilibri finanziari". La ragioneria chiede le coperture, perché prepensionare e assumere è costo

Milano, 2 apr 2014

Niente blocco del turn over, assunzioni di giovani e più mobilità. E' la ricetta del ministro della Semplificazione e della Pubblica amministrazione, Marianna Madia per riformare la macchina dello Stato: "Questo è un grande progetto di staffetta generazionale" con "un processo di riduzione non traumatica dei dirigenti e dei dipendenti vicini alla pensione per favorire l'ingresso di giovani" ha detto in audizione alla Camera, prima di aggiungere che "se non si fa, non ci può essere rinnovamento, ma solo agonia"

Il progetto - ha proseguito il ministro - "non vuole mettere in discussione gli equilibri" della spesa pubblica ottenuti con la riforma delle pensioni. Anche perché sono evidenti i risparmi derivanti dalle differenza "tra gli stipendi attualmente pagati e quelli dei neo assunti". Madia annuncia, al riguardo, un "processo di riduzione non traumatica dei dirigenti e più in generale dei dipendenti vicini alla pensione per favorire l'ingresso dei giovani. Di certo l'amministrazione non può permettersi il blocco del turn over".

Sulle coperture finanziarie è intervenuta la ragioneria di Stato: "Se si mandano via persone che non vengono rimpiazzate - ha detto Francesco Massicci a capo dell'Ispettorato Generale per la Spesa Sociale della Rgs in un'audizione - "viene meno lo stipendio e la pensione ed è un costo neutrale. Ma se mando via persone che devo sostituire devo pagare lo stipendio, la pensione e la buonuscita e la legge deve prevedere una copertura".  "Non conosco le proposte e non sono nelle condizioni di poter valutare", ha comunque precisato Massicci parlando davanti alla commissione di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale e sottolineando anche di non sapere nemmeno "come nascono" gli 85.000 esuberi cui ha fatto riferimento il commissario per la spending review Carlo Cottarelli.

Ma quanto ai prepensionamenti nel pubblico impiego il responsabile della Ragioneria ha spiegato ad esempio che "se pensioniamo gli insegnanti di lettere, ma resta la cattedra e devo rimpiazzarli, abbiamo da pagare la pensione, lo stipendio e la buonuscita". E in questi casi c'è anche da considerare "un effetto sull'anticipo dell'età pensionabile". La legge, secondo Massicci, "deve prevedere una copertura perché c'è una spesa pensionistica in più". 

La Madia è passata poi a parlare della mobilità e ha affermato che è necessario "l'allineamento delle diverse tabelle retributive. La nostra amministrazione ha bisogno di un piano strategico delle risorse, occorre un ruolo forte di coordinamento della funzione pubblica: serve una mappatura completa degli uffici e una pianificazione di personale presente e futuro". Basta alle amministrazioni, ha concluso, che "agiscono come monadi".

Il ministro ha quindi sottolineato che gli 80 euro in più in busta paga "di fatto significano, per il pubblico impiego, l'equivalente di un rinnovo contrattuale che altrimenti non sarebbe stato possibile".