lunedì 7 aprile 2014

Le guide turistiche abusive

Da Il Tempo

Dal «salta fila» alle balle storiche

Gresi Pitino svela l'universo delle guide turistiche abusive della Capitale raccontando le stravaganze dei furbetti di turno

di Da.Ve., 7 apr 2014

La Pietà di Michelangelo? 
Doveva in un primo momento essere fatta di mosaico. 

Da cosa deriva il termine Vaticano? 
Da un’erba allucinogena che cresceva da queste parti. 

Gresi Pitino fa la guida turistica da più di 10 anni e queste sono soltanto due delle numerose stravaganti spiegazioni che ha sentito fare da pseudo guide chissà se abilitate o meno, a gruppi turisti intenti a capirci qualcosa della nostra storia. 

Perché raccontata in questo modo, certo, è difficile si possa realmente comprendere. 

Eppure succede. «L’ho sentito con le mie orecchie – racconta Gresi – e stentavo a crederci ma purtroppo il mestiere della guida turistica non è più come una volta, a cominciare dagli esami che fino a qualche anno fa erano davvero difficili da superare, adesso invece serve studiare molto meno». 
Per non parlare delle lingue. «Anche a sentir parlare inglese e francese da queste guide a volte vengono i brividi. Si usano termini sbagliati, parole non appropriate». 

Per Gresi è soprattutto un danno di immagine. «I turisti che vengono con me a volte mi chiedono, ma come è possibile che a Roma succede di vedersi vendere tour a ogni prezzo in mezzo alla strada? Io ho girato il mondo, non esiste in nessun altro Paese una cosa del genere. E poi sono scocciati, infastiditi da questo modo di fare dei cosiddetti promoter che li fermano ad ogni metro di strada e non li mollano finché non vedono che hanno già una guida o un accompagnatore turistico». 

Ma quello che danneggia maggiormente le guide abilitate è, sostiene Gresi, chi vende i tour sui siti web. «Sono capaci di vendere i biglietti delle udienze religiose quando tutti sanno che sono gratuiti o, a San Pietro, vendono il "salta la fila" reclamizzato su cartelloni improvvisati dove si usano termini inglesi completamente sbagliati». 

Quando poi, magari, manca poco all’ingresso nei Musei Vaticani e si è atteso pazientemente il proprio turno per entrare, arrivano loro, i promoter «e ti convincono a raggiungere una di queste agenzie in zona per fare la prenotazione ed evitare, appunto, la fila. 

Ma tra il tempo di andare in agenzia, di parlare e di pagare alla fine ci si mette molto di più per entrare che se si fosse atteso qualche altro minuto dietro a tutti gli altri». Piccoli stratagemmi che hanno reso difficile, oggi, il mestiere della guida: «Personalmente lavoro per agenzie serie e conosciute – incalza Gresi – ma ce ne sono altrettante molto poco serie che arruolano procacciatori che cambiano ogni giorno, di tutte le nazionalità, russi, polacchi, rumeni e che anche tra guide abilitate cercano di fare l’affare, offrendo ad esempio meno del minimo previsto da tariffario o chiedendo di lavorare al di fuori dell’orario previsto, a me sono capitate richieste del genere che ho rifiutato subito». 

Al Colosseo, conferma la nostra guida, i centurioni lavorano anche come promoter alla luce del giorno. «Di solito mettono giù i vestiti da centurione e indossano abiti borghesi. 
Li si vede fare avanti e indietro per acquistare biglietti di ingresso al Colosseo a gruppi di turisti che purtroppo, a volte, ci cascano e si affidano a loro pensando di aver a che fare con persone oneste».

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