venerdì 31 gennaio 2020

Un interessante video divulgativo sull'alimentazione...



Il chimico e divulgatore scientifico, popolarissimo su Instagram, è tornato ospite a Catteland con il suo nuovo libro.

9 dic 2019

La scienza delle verdure è il nuovo libro di Dario Bressanini. 
Dopo “La scienza della pasticceria” e “La scienza della carne”, il docente di chimica e ricercatore – su Instagram “Il vostro amichevole chimico di quartiere” – svela i principi chimici e fisici alla base delle verdure più utilizzate in cucina.

Come cucinare le patate al forno perfette?
Volete che il cuore sia morbido e la parte esterna croccante? Il segreto è il bicarbonato.
Guarda qui sotto la ricetta delle “patate al forno divine” di Bressanini (e la spiegazione della conservazione dei pomodori)!





lunedì 27 gennaio 2020

La storia dell'Homo Sapiens: le ultime novità

Da Focus

Negli ultimi anni l'età della nostra specie è stata rivista e chiarita: dove e come è nato l'Homo sapiens è ora più chiaro.

I libri di testo spiegano che la nostra specie (Homo sapiens) è nata in Africa, nella zona che va dall'Etiopia alla Tanzania, circa 200.000 anni fa. Nuove scoperte ed esami più approfonditi dei fossili esistenti, oltre che analisi di materiale genetico delle popolazioni attuali, stanno però aiutando a riscrivere parte di questa storia. Per esempio, un fossile ritrovato in Marocco, a Jebel Irhoud, è stato datato a circa 300.000 anni fa: la forma del cranio farebbe sospettare che si tratti di Homo sapiens. Se il fossile appartenesse a uno dei nostri lontanissimi antenati, dovremmo riconsiderare non solo l'età della nostra nascita, ma anche e soprattutto il luogo di origine. Non più Africa orientale, quindi, ma settentrionale. Tuttavia, non tutti i paleoantropologi sono d'accordo nel ritenere quel fossile così importante da sconvolgere un dato di fatto considerato acquisito, come la data di nascita delle nostra specie.

Quanto al luogo, una nuova ipotesi rende la nostra culla ancora più sfumata: l'ipotesi del "multiregionalismo africano" suggerisce che la nostra specie sia nata dalla confluenza di varie popolazioni di Homo sapiens arcaico, che hanno contribuito in misura maggiore o minore al nostro Dna. Le popolazioni stesse erano presenti un po' in tutta l'Africa e non in un luogo limitato, e gli spostamenti continui dei nostri antenati hanno contribuito al rimescolamento dei geni.

Nuove ipotesi a parte, una certezza c'è: l'uscita definitiva dall'Africa della nostra specie (preceduta da altre, sempre del genere Homo, come Homo erectus) è avvenuta circa 70-60.000 anni fa. Da allora gli uomini moderni hanno colonizzato tutti i continenti nel giro di poche migliaia di anni. Dapprima l'Asia, poi l'Australia, l'Europa e infine, circa 16.000 anni fa, le Americhe.

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La breve storia del genere Homo:



55 MILIONI DI ANNI FA - Compaiono i primi primati.

8-6 MILIONI DI ANNI FA - I primi gorilla si evolvono. Più tardi, gli antenati degli scimpanzè e quelli dell'uomo divergono.

7 MILIONI DI ANNI FA - Sahelanthropus tchadensis, scoperto in Ciad. Sebbene sia antecedente alla separazione della linea evolutiva dell’uomo (circa 6 milioni di anni fa), rappresenta la prima testimonianza di un ominide in grado di camminare su due gambe.

5,8 MILIONI DI ANNI FA - Orrorin tugenensis, il più antico antenato dell'uomo che camminava abitualmente sulle gambe. I suoi resti trovati in Kenia, e in particolare un femore, hanno una struttura che ha fatto ipotizzare agli scienziati che fosse abituato a muoversi su due gambe, anche se era in grado di arrampicarsi.

5,5 MILIONI DI ANNI FA - Compare il genere Ardipithecus. Condivide alcuni tratti con gli scimpanzé e i gorilla, vive nella foresta. Usava 2 zampe sul terreno e tutte e 4 quando si muoveva sui rami.

Il ritrovamento più importante è quello di Ardi, un esemplare femmina di Ardipithecus ramidus vissuto 4,4 milioni di anni fa.

4 MILIONI DI ANNI FA - Fanno la loro comparsa gli australopitechi. Il loro cervello è già più grande di quello di uno scimpanzé - con un volume di 400/500 cm3. Sono i primi antenati a vivere nella savana.

Se, come sostengono le più attuali teorie paleoantropologiche, lo sviluppo del cervello iniziò “dai piedi”, ossia dal modo di camminare, le orme fossili trovate provano che già circa 3,6 milioni di anni or sono i piedi degli ominidi (forse quelli della specie Australopithecus afarensis) erano più simili a quelli dell’uomo attualedi quelli di Ardipithecus.

3,2 MILIONI DI ANNI FA - È l'epoca in cui vive Lucy, la celebre donna scimmia (A. afarensis) scoperta in Etiopia dal paleoantropologo americano Donald Johanson. Manca delle estremità inferiori, ma le ossa delle gambe e il bacino dimostrano che la stazione eretta fa era acquisita: gli ominidi si muovevano quasi sempre in quella posizione, non solo per alcuni tratti.

2,9 MILIONI DI ANNI FA - Secondo le teorie più accreditate, l’albero dell’evoluzione a quell’epoca si divise in due rami principali. Nel primo fanno parte alcune specie di ominidi - come Paranthropus aethiopicus (vissuto nelle attuali Etiopia e Tanzania), muniti di mascelle possenti per triturare cibi vegetali coriacei, come le noci e le radici per esempio. Vivono nei boschi e nelle praterie. E si estinguono 1,2 milioni di anni fa.

Negli ominidi appartenenti al secondo ramo, come Australopithecus africanus, la dentatura e le mascelle rimasero invece leggere, ma si sviluppò la scatola cranica. Gli scienziati concordano nel riconoscere a questo secondo ramo il ruolo di progenitore del genere Homo, cioè quello cui apparteniamo noi.

2,1 MILIONI DI ANNI FA - Compare il genere umano, con la specie dell'Homo habilis. Aveva una scatola cranica più sviluppata degli ominidi che l’avevano preceduto, ma mascelle relativamente meno potenti, perché la sua dieta era diventata onnivora: comprendeva cioè una buona base di carne, che si procurava facendo lo “spazzino”, cioè scacciando iene e altri predatori dalle carcasse degli animali morti, spesso agendo in gruppo con altri simili. I suoi utensili di pietra servivano soprattutto a rompere le ossa per mangiare il midollo, un cibo molto nutriente.

H. habilis è stato a lungo considerato il primo membro della linea evolutiva di Homo, ma una serie di nuovi ritrovamenti ha cambiato le carte in tavola.

2 MILIONI DI ANNI FA - Prime evidenze di Homo ergaster, in Africa, con un volume del cervello di 850 cm3.

1,8-1,5 MILIONI DI ANNI FA - Homo erectus si trova in Asia. È il primo vero cacciatore-raccoglitore, e anche il primo ad aver migrato dall'Africa in gran numero. Aveva una dimensione del cervello di circa 1000 cm3.

1,6 MILIONI DI ANNI FA - Primo uso sporadico del fuoco. È ancora un'ipotesi, suggerita da sedimenti scoloriti trovati in Kenya. Prove più convincenti di strumenti di legno e pietra carbonizzati si trovano in Israele e risalgono però a 780.000 anni fa.

Con l’inizio della cultura acheuleana, si iniziò a lavorare simmetricamente i ciottoli su entrambe le facce e a sagomarli con maggior precisione con l’ausilio di strumenti di legno o di osso.

600.000 ANNI FA - Homo heidelbergensis vive in Africa e in Europa. Ha una capacità cranica simile a quella degli esseri umani moderni.

500.000 ANNI FA - Risalgono a quel periodo i resti più antichi e conosciuti di rifugi costruiti appositamente. Sono capanne di legno ritrovate vicino a Chichibu, Giappone.

400.000 ANNI FA - I primi esseri umani cominciano a cacciare con lance.

500.000 ANNI FA - Compaiono i Neanderthal (Homo neanderthalensis). Alcuni articoli scientifici affermano che la separazione tra uomo di Neanderthal e la nostra specie risalga a circa 800.000 anni fa. Li ritroviamo in tutta Europa dalla Gran Bretagna ad ovest all'Iran, a est. Si estingueranno - non è chiara la responsabilità della nostra specie, Homo sapiens - 40.000 anni fa circa.

400.000 ANNI FA - In Asia si diffondono alcune specie di Homo, come l'uomo di Denisova (non ha ancora un nome scientifico) in Asia centrale e - per ora - due specie di piccole dimensioni nel sud est asiatico: Homo floresiensis e Homo luzonesis, rispettivamente sull'isola di Flores (Indonesia) e Luzon (Filippine).

200.000 ANNI FA - La nostra specie Homo sapiens appare sulla scena - e poco dopo inizia a espandersi in Africa. Un ritrovamento in Marocco farebbe risalire le prime forme umane a 300.000 anni fa. I più antichi resti umani moderni sono due crani trovati in Etiopia che risalgono a questo periodo.Il volume medio del cervello umano è di 1.350 cm3.

170.000 ANNI FA - Risale a questo periodo la “Eva mitocondriale”, l’antenato comune femminile determinato dalla comparazione del Dna mitocondriale, trasmesso sempre dalla madre, di individui di varie etnie o regioni.

150.000 ANNI FA - Probabilmente gli uomini parlano. Alcune conchiglie usate come gioielli e risalenti a 100.000 anni fa potrebbero essere un segnale che gli esseri umani fossero in grado di sviluppare discorsi complessi e ricorrere al simbolismo.

140.000 ANNI FA - Prime prove di commercio a lunga distanza.

110.000 ANNI FA - Prime perle - a base di gusci d'uovo di struzzo - e gioielli.

70.000 DI ANNI FA
- L'uomo anatomicamente moderno esce dall'Africa e inizia la sua espansione in tutto il mondo. Prima in Asia-Australia (dove giunge 50.000 anni fa), poi in Europa, dove arriva circa 45.000 anni fa.

50.000 ANNI FA - È l'epoca del "Grande balzo in avanti": la cultura umana comincia a cambiare molto più rapidamente rispetto a prima; si seppelliscono i morti ritualmente; si creano abiti da pelli di animali; e si sviluppano tecniche di caccia complesse.

35.000 ANNI FA - In base ad alcuni ritrovamenti, risale a questo periodo la domesticazione dei cani. In passato si riteneva che l'amicizia tra cani e uomo fosse iniziata solo 10.000 anni fa.

33.000 ANNI FA
- Risale a questo perioso la più antica arte rupestre. Gli artisti dell'età della pietra creano murales spettacolari a Chauvet in Francia, poi in altre grotte in Francia e in Spagna. Ci sono esempi anteriori meno complessi in Asia. Homo erectus si estingue in Asia - sostituito dall'uomo moderno.

15.000 ANNI FA - L'uomo moderno raggiungere le Americhe.

11.000 ANNI FA - L'agricoltura si sviluppa e diffonde. Nascono i primi villaggi.

5.500 ANNI FA - Finisce l'età della Pietra e inizia quella del Bronzo: gli uomini cominciano a fondere e lavorare rame e stagno, e li usano al posto degli strumenti di pietra.

5.000 ANNI FA - Primo scritto conosciuto.


giovedì 23 gennaio 2020

Un dibattito sugli occhi di Leonardo Da Vinci e di Rembrandt...



di Andrea Spinola, 9 Dicembre 2019

Osservando alcuni autoritratti di Rembrandt e di Leonardo da Vinci si nota come uno dei due occhi rappresentati sia rivolto verso l’interno e non allineato con l’altro. Come mai?


Delle ricerche effettuate su alcuni autoritratti di Leonardo Da Vinci e di Rembrandt hanno fatto credere agli scienziati che i due artisti soffrissero di un disturbo dell’occhio chiamato “esotropia” perché uno dei due occhi era rivolto verso l’interno e non allineato con l’altro.
 L’esotropia è, infatti, un disturbo che colpisce uno o entrambi gli occhi che risultano, così, deviati verso l’interno e non perfettamente allineati. In questo modo le immagini che vede chi soffre di questa patologia non sono in tre dimensioni, ma in due. 
Se ci pensiamo, per i due artisti vedere il mondo in due dimensioni, come su una tela, poteva essere un vantaggio.

Tuttavia uno studio più recente ipotizza che i due non avessero questo disturbo ma che la verità fosse un'altra. Due oculisti della Johns Hopkins University hanno, infatti, scattato una serie di fotografie a diverse persone che si guardavano allo specchio. Queste fotografie sono state studiate attraverso complicate formule di trigonometria ed il risultato ha fatto ipotizzare agli scienziati che gli occhi dei due artisti non erano affatto disallineati, ma che avevano un occhio dominante rispetto all'altro. Il fulcro della ricerca sta proprio in questo: è possibile che i due pittori, mentre si guardavano allo specchio per eseguire il proprio autoritratto, fossero in qualche modo guidati dal loro occhio dominante che ha fatto credere agli artisti stessi che i loro occhi non fossero perfettamente allineati, che avessero quindi l’esotropia.

In pratica, l’occhio dominante fa credere che quello non dominante sia rivolto verso l’interno: un problema di prospettiva, probabilmente. Tuttavia ci sono alcune questioni che rimangono in sospeso in questa teoria. Perché l’occhio non dominante appaia veramente rivolto verso l’interno, i due artisti dovevano trovarsi estremamente vicino allo specchio, tanto vicino da risultare scomodo dipingere in questo modo. Come se non bastasse, si nota che anche le statue scolpite con le fattezze di Leonardo mostrano un mancato allineamento degli occhi. 
Insomma, come ci dicono gli esperti, il dibattito è tutt'altro che chiuso!

mercoledì 8 gennaio 2020

La classifica 2019 dei vini, da Forbes



18 dic 2019

Arrivano i migliori vini italiani dell'anno indicati da Forbes
Non mancano le sorprese. 
"Ho cercato di organizzare un elenco che celebra sia i tipi di vino iconici che altrettanti meno conosciuti, come dovrebbe essere", spiega nel sito il collaboratore Tom Hyland. E' stato un trionfo per i vini della Campania, dell'Umbria, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto. 

Ecco l'elenco secondo la prestigiosa rivista statunitense di economia e finanza.


BIANCHI

2018 Giovanni Almondo Roero Arneis “Bricco delle Ciliegie”.

Mainente Soave Classico 2018 “Tovo al Pigno ”.

2018 Bibi Graetz “Testamatta” Toscana Bianco.

Pietracupa Greco di Tufo 2018.

2018 Antonio Caggiano Greco di Tufo "Devon".
Petilia Greco di Tufo 2018.

2015 Mastroberardino Fiano di Avellino “Stilema” 

2018 Ciro Picariello Fiano di Avellino.

Donnachiara Fiano di Avellino “Empatia” 2018.

Feudi di San Gregorio Falanghina 2018 “Serrocielo”.

2017 Arnaldo Caprai “Cuvée Secrete”.

Pinot Grigio Alois Lageder 2018 “Porer”.

2018 Ettore Germano Riesling “Herzu”.

2018 Elvio Cogno Anas-Cetta.

2015 Paolo Bea “Arboreus”.


ROSSI

Burlotto Verduno Pelaverga 2018.

2016 Elio Grasso Barbera d'Alba “Vigna Martina”.

Reva Dolcetto d'Alba 2018.

2015 Paolo Scavino Barolo “Bric dël Fiasc”.

2013 Paolo Manzone Barolo Riserva.

2013 Giacomo Fenocchio Barolo Bussia Riserva “90.

2016 Rizzi Barbaresco “Pajoré” .

2016 Rizzi Barbaresco “Rizzi”.

Montalbera Grignolino d'Asti “Grignè” 2018.

Fontodi Chianti Classico Gran Selezione 2015 “Vigna del Sorbo”.

2016 Fontodi “Flaccianello della Pieve”.

2016 Ricasoli Chianti Classico Gran Selezione “Ceni Primo”

2015 Rocca delle Macie Chianti Classico Gran Selezione “Sergio Zingarelli”.

Gran selezione di San Felice Chianti Classico 2015 “Il Grigio” -

Felsina Chianti Classico 2016 Gran Selezione “Coloni” 

2016 Ornellaia Bolgheri Superiore 

Sassicaia 2016

2015 I Vigneti di Ettore Amarone della Classico Valpolicella.

2016 Cantina Tramin Pinot Nero Riserva “Maglen”.

2015 Fratelli Pardi Montefalco Sagrantino “Sacrantino”

2013 Tenuta Bellafonte Montefalco Sagrantino “Collenottolo”


DOLCI

2009 Rocca di Montegrossi Vin Santo

2007 Felsina Vin Santo

2007 Badia a Coltibuono Vin Santo “Occhio di Pernice”

2011 Scacciadiavoli Montefalco Sagrantino Passito.

2016 Cantina Tramin Gewürztraminer Passito “Terminum” 

Marcalberto Brut Nature