sabato 31 ottobre 2015

Big Data Analiyst o (Scientist): una professione del futuro (3)



di Luca Indemini, 21 giu 2013


In un momento in cui il mercato del lavoro vive una contrazione senza precedenti, c’è un settore che non sente la crisi e anzi vive una fase di espansione. Big Data e Analytics, secondo le stime di Gartner , dovrebbero generare circa 4,4 milioni di posti di lavoro entro il 2015; e guardando al mercato europeo, stando ai dati di Insead-Empirica-IDC Europe , si parla di numeri oscillanti tra le 372 e le 864 mila unità, assorbite per lo più da PMI. 

Considerando i numeri, il Data Scientist potrà anche non essere “il lavoro più sexy del XXI secolo”, come sostiene la Harvard Business Review, ma sicuramente sarà uno dei più richiesti, almeno in questo primo scorcio del XXI secolo. Diventa dunque centrale il ruolo della formazione, perché maneggiare grandi moli di dati richiede conoscenze specifiche e inter-disciplinari. 

In questa direzione, a Torino è nato poco meno di un anno fa il programma di formazione Big Dive , lanciato da Topix , con Axant , ToDo e ISI Foundation , con l’intento di fornire competenze in ambito di sviluppo, visualizzazione e scienza dei dati. Nei primi giorni di giugno, hanno attivato progetti di formazione in ambito Big Data tanto il Politecnico di Milano quanto l’Università di Pisa

Il Polimi, assieme a IBM , ha avviato il Collaborative Innovation Center , primo nel suo genere in Europa, dedicato ai Big Data e alla Business Analytics. Per il prossimo quinquennio gli sforzi saranno focalizzati su cinque specifici programmi che vanno dalla laurea Magistrale al PhD, dai corsi post-graduate della School of Management agli ambiti delle start-up e degli spin-off, fino al coinvolgimento delle imprese. L’obiettivo è duplice: da una parte creare competenze professionali ad hoc, dall’altra favorire la formazione di una cultura dei Big Data, che riconosca il valore strategico della gestione dei dati a sostegno dell’imprenditorialità. 

Big Data e Cloud Computing è invece il binomio su cui punta l’Università di Pisa, che in collaborazione con Microsoft Italia ha dato vita al progetto “Cloud OS Immersion ”: al contempo un centro di competenza e un laboratorio dedicato a tutti coloro che si confrontano quotidianamente con i repentini cambiamenti in ambito tecnologico. Il neonato centro si propone di agevolare il dialogo e la condivisione di esperienze tra gli esperti Microsoft, i ricercatori universitari, gli studenti, le aziende e gli operatori di canale, per condividere le esperienze in ambito Cloud Computing e Big Data. A livello didattico, il centro si propone di formare i professionisti di domani, fornendo competenze che possano agevolarne l’inserimento nel mondo del lavoro.

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