sabato 13 febbraio 2016

Disabilità e vera "discriminazione"






I ragazzi del sito satirico si difendono dalle accuse: «La battuta rovesciava un luogo comune e non toccava la disabilità»


di Francesco Oggiano,  12 feb 2016





«L'irritazione davanti a quella battuta svela il modo di certe persone di guardare alle malattie. Se una persona è "uguale" alle altre, non c'è motivo di trattarla diversamente». 
Per i ragazzi di Spinoza, il giorno dopo è fatto di pacche sulle spalle e minacce di morte. La loro battuta sul maestro Enzo Bosso («Commovente come anche una persona disabile possa avere una pettinatura da coglione») continua a girare per la Rete, ora condannata come inqualificabile, ora osannata come simbolo del diritto alla satira. «Non scomodiamo la satira, teniamola per cose più importanti», frena Stefano Andreoli. 36 anni, autore televisivo, è il co-fondatore del sito Spinoza.it assieme all'amico Alessandro Bonino.
«Questo era solo del sano umorismo "scorretto"». 

Il maestro Ezio Bosso ha dichiarato di non essersi offeso per la battuta. 
«Perché l'ha perfettamente capita. Lui è un un utente ideale di Spinoza: intelligente e autoironico». 

Com'è nata quella battuta?
«Seguiamo i grandi eventi in diretta su Spinoza Live, una chat collettiva aperta. Durante le serate sanremesi, ci sono più di un centinaio di utenti che condividono in tempo reale le loro battute. Io e altri dello staff ci occupiamo di selezionare le migliori e di twittarle».

Come avviene la selezione?
«Non abbiamo obblighi minimi. Twittiamo soltanto le battute che meritano, pescando all'interno di un flusso di quasi 100 battute al minuto. La selezione è di circa l'1%».
In quell'1% c'era la battuta di Daniele, ragazzo di Roma e utente storico di Spinoza, che, a malincuore perché le battute non andrebbero mai spiegate, ci racconta: «È una battuta basata sul metodo del rovesciamento del luogo comune. Di norma le persone dicono: "Guardate quel ragazzo, nonostante sia disabile sa suonare il piano/scrivere/disegnare, ecc." Ecco, noi l'abbiamo rovesciata in negativo: "Guardate quell'uomo. Nonostante sia disabile... ha una pettinatura da coglione". Perché è una persona normale»

Stefano, lei ha scelto quella battuta tra 100. Perché?
«L'ho trovata centrata, divertente, e non più cattiva delle altre che avevamo già fatto su Bosso».

Tipo?
«"Tutti in piedi per Bosso. Che stronzi"; "Una violinista piange. Sa che dopo arriva Bernabei"; "Ezio Bosso ha paura di non farsi capire. Ma figurati, siamo abituati con Allevi"».

Immagino le reazioni...
«In realtà tutte queste battute sono state messe tra i "Preferiti" dallo stesso Bosso». 

Che vi ha addirittura risposto. 
«Sì, è stato lui che ha introdotto il tema della disabilità, facendo riferimento alle sue difficoltà a pettinarsi. Un genio».

Lì lei ha cominciato a preoccuparsi.
«Ho pensato che la battuta potesse essere fraintesa da qualche utente. Le parole coglione e disabile rischiavano di creare un corto circuito nella mente di molti». 

Siete stati sommersi dalle critiche per aver scherzato su una disabilità.
«Ma la battuta non andava a toccare un aspetto connesso con la malattia! Per questo sbaglia chi la trova intollerabile».

Incontrerà Bosso?
«Lo spero. Intanto mi appenderò la sua risposta al muro».

Che cosa gli direbbe?
«Lo inviterei a iscriversi a Spinoza, di talenti umoristici c'è sempre bisogno. E gli consiglierei un buon parrucchiere, perché diciamoci la verità, quella pettinatura... (ride, ndr)». 

Continuerete a seguire Sanremo?
«Certo! Anche se ora, i parrucchieri dell'Ariston sentono una pressione più forte dei cantanti...».

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