venerdì 4 luglio 2014

Il "decoro" nei tribunali italiani...


Banditi anche trasparenze e short "per evitare il reiterarsi di situazioni incresciose". Stesso divieto nella vicina scuola Morvillo Falcone, dove in un attentato morì una studentessa

Brindisi, 30 giu 2014

In tribunale come in chiesa: bando alle scollature, alle gonne corte troppo corte e pure alle ciabattine infradito. Lo ha deciso, anzi lo ha ribadito il presidente Francesco Giardino, con un provvedimento ad hoc esposto all'ingresso del palazzo di giustizia in via Lanzellotti a Brindisi, affidandone la tutela ai vigilantes di piantone che di fatti hanno fermato un'avvocatessa intimandole di coprire il generoso decolletè in bella vista. 

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Il diktat del numero uno dei magistrati di stanza nel capoluogo messapico è in realtà un remake di un provvedimento già adottato nel passato recente, che non deve avere riscosso molto successo visto che il 24 giugno il presidente Giardino ha sentito il bisogno di ribadire quello che aveva già scritto nero su bianco. Poche, laconiche ed eloquenti righe, le seguenti: "Per evitare il reiterarsi di situazioni incresciose all'ingresso del palazzo di giustizia, si informa che l'ingresso non è consentito alle persone vestite in modo non decoroso".

Decriptando, per non lasciare spazio a fraintendimenti e libere interpretazioni, bando ai "pantaloncini, salvo che costituiscano elementi di divisa degli appartenenti alle forze armate, vestiti eccessivamente scollati o trasparenti, minigonne, ciabattine infradito". Chiaro che il monito è rivolto prevalentemente alle signore, comprese magistrate, avvocatesse e varia umanità in transito per i corridoi del tribunale. Niente sconti per nessuno, visto che fra i destinatari della circolare c'è il capo della vigilanza al quale è demandata la "selezione all'ingresso", ma anche il procuratore capo Marco Dinapoli, al vertice della magistratura inquirente.

Il richiamo alla morigeratezza nell'abbigliamento vale dunque anche per le donne in toga da sostituti procuratori. 
Qualcuno ha storto il naso, molti altri hanno accettato la cosa apprezzando il richiamo all'ordine  -  uomini e donne  -  e se fa troppo caldo, tocca soffrire, anche perché da anni l'impianto di condizionamento dell'aria nel tribunale di Brindisi funziona poco e male. 

Un monito della stessa natura è apparso qualche giorno addietro appena qualche metro oltre il tribunale, in via Galanti. Esattamente nell'atrio dell'istituto professionale Morvillo Falcone, la scuola tristemente nota per l'attentato del 19 maggio 2012 in cui perse la vita la 16enne Melissa Bassi e altre nove persone, fra allievi e passanti, rimasero feriti. "Al fine di evitare spiacevoli richiami", si legge nell'avviso a firma della dirigente scolastica Rosanna Maci, "si invitano studenti ed utenti ad indossare un abbigliamento consono all'istituzione quando si è nei locali della scuola. Pertanto sono vietati bermuda, shorts, magliette sorrette da minuscole bretelline, scollature esagerate". La sostanza è identica a quella del provvedimento a firma del presidente Giardino. 
Nei templi del sapere e della giustizia insomma, si sta come fra i banchi della chiesa, coperti a sufficienza.

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