mercoledì 7 marzo 2018

Trattorie di Roma consigliate da PuntarellaRossa




di Sara Zucchini, 30 dic 2017

Le migliori trattorie tradizionali di Roma dove mangiare molto e spendere poco Per una volta uscite dalla girandola di nuove aperture – dai ristoranti gourmet agli asiatici fusion, dalle trattorie shabby chic ai vegani – e buttatevi a caccia della trattoria di una volta. Che non esiste, va da sé, perché una volta è passata, ma molto di buono si trova: non le bettole “tipiche“, acchiappaturisti. Lasciamo perdere anche i “classici” che erano buoni qualche decennio fa, dal Grottino del traslocatore, al Biondo Tevere fino ad Augusto a Trastevere. Vi parliamo di trattorie vere, vive, bujaccari, magari “ignoranti”, ma che uniscono quantità, qualità e prezzi stracciati, insieme a un vasto repertorio di umanità, facce scavate dalla vita, panze sballonzolanti, intonaci che hanno fatto storia e gricie e carbonare lussureggianti che ti cambiano la vita.

Betto e Mary – Torpignattara
Lasciate la cravatta voi ch’entrate, o sarete costretti a vedervela appendere alla parete a mo’ di trofeo. Betto e Mary è un’osteria popolare che non ha cambiato stile, menu e orientamento politico fin dalla sua apertura negli anni Settanta. I piatti sono quelli classici: antipasti di carne a 5 euro, primi con l’eccezionale pasta fatta in casa a 7-8 euro tra cui cacio e pepe, Amatriciana, Carbonara (anche nella versione vegetariana con le zucchine), secondi come la coda e l’abbacchio e uno sformato di verdure per i vegetariani che, meglio che lo sappiano in anticipo, verranno sicuramente presi di mira dal sarcasmo dei camerieri.

Betto e Mary, Via dei Savorgnan, 99. Tel.:06 64771096; aperto tutti i giorni dalle 12.30 alle 15 e dalle 20 alle 23.

Sora Margherita – Quartiere Ebraico
Probabilmente la trattoria più economica del Ghetto (e anche quella che regala più soddisfazioni). Si entra da una porticina su piazza delle Cinque Scole riconoscibile dalle luci di Natale dodici mesi l’anno e ci si infila in un locale stretto e lungo stipato di tavolinetti. L’atmosfera è casalinga e festosa, il volume delle voci altissimo e favorito dal rimbombo per via dei soffitti bassi. Consigliabile più per una cena tra amici che per un appuntamento romantico, ma dipende sempre dai gusti. I piatti, nonostante le porzioni generose, sono ricercati e presentati con cura, sia quelli di tradizione ebraica (come il carciofo alla Giudia) che romana (il bollito alla Picchiapò). Vasta la scelta dei primi per i vegetariani (fetuccine fatte in casa al pesto, al pomodoro e basilico, cacio e pepe e ricotta).

Sora Margherita, Piazza delle Cinque Scole, 30. Tel.: 06 6874216; aperto dal lunedì al sabato dalle 12.30 alle 15 e dalle 20 alle 23.30. Sito web.

Da Marcello – San Lorenzo
Il piatto migliore di San Lorenzo sono le fettuccine aglio, olio e baccalà con le nocciole di Marcello (9 euro), una composizione di cui il cuoco stesso va molto fiero. Non eravamo sicuri di far rientrare Marcello nella lista delle trattorie ruspanti, se non fosse che per i prezzi estremamente economici, perché nei piatti, dagli antipasti ai dolci, la cura, la presentazione, il bilanciamento dei sapori sono quelli di un ristorante di categoria superiore. Qualche chicca: lo sformatino di patate, cipolle e sesamo con fonduta di parmigiano (5 euro) e la millefoglie di melanzane, scamorza affumicata e pesto (6 euro).

Osteria da Marcello,Via dei Campani, 12. Tel.:06 4463311; aperto dal lunedì al sabato nei mesi invernali dalle 19.30 a mezzanotte e dal lunedì al venerdì nei mesi estivi (giugno-settembre) dalle 19.30 a mezzanotte. Pagina Facebook e Sito web.

Da Domenico – Pigneto
Una trattoria senza pretese ai confini del Pigneto, con una saletta interna e una all’aperto. I piatti del giorno sono scritti sulla lavagna e non sono previste richieste fuori menu: cacio e pepe, amatriciana, pasta al sugo, abbacchio e poca tolleranza per i vegetariani, ma le porzioni sono gigantesche, i prezzi più che popolari (5-6 euro a piatto) e il clima estremamente cordiale: no, per niente raffinato e sì, potete andarci anche con la tuta da lavoro o i vestiti sporchi di vernice se avete appena finito di imbiancare. Nessuno ci farà caso.

Da Domenico al Pigneto, Via Attilio Zuccagni Orlandini. Tel.: 06 295613; aperto dal lunedì al sabato dalle 12.15 alle 16 e dalle 19.30 alle 23.30. 

Il Timoniere – Garbatella
Difficile da trovare per caso, il Timoniere alla Garbatella è una trattoria rustica senza troppe smancerie (anche icani sono benvenuti) che non deve aver subito molte ristrutturazioni dagli anni Settanta, e per questo conserva il fascino “de na vorta“. L’ambiente è ruspante e il menù (che non esclude le opzioni vegetariane) riserva piacevoli sorprese: le alici fritte tra gli antipasti, la Carbonara ai fiori di zucca, i tonnarelli allo sgombro (primi tra i 10 e 12 euro), l’insalata all’arancia e aringhe e le torte fatte in casa.

Il Timoniere, F. O. da Pennabilli, 5. Tel.: 06 5110007 ; aperto dal lunedì al sabato dalle 12 alle 15 e dalle 19 a mezzanotte. 

Il Quagliaro – Quarticciolo
Tra la Togliatti e la Prenestina, nel quartiere del Quarticciolo, dagli anni Cinquanta c’è una trattoria di cui vi avevamo già parlato conosciuta principalmente per le quaglie. Il menu, però, è molto vario: si spazia dagli antipasti fritti e non (supplì al telefono, uova di quaglia e alici, involtini di melanzane e fagioli con le cotiche a 6 euro) alla pizza, ai piatti romani tradizionali (Matriciana, Carbonara, Cacio e Pepe a 7 euro, coda alla Vaccinara a 12 euro e trippa a 10) ma le quaglie, cucinate nel forno a legna con contorno di funghi, olive baresane e bruschetta di ciriola (15 euro) sono senza dubbio le protagoniste della “Quagliaro Experience”.

Il Timoniere, Largo Mola di Bari, 17/19. Tel.: 06 25210875; aperto dal lunedì al giovedì dalle 19.30 a mezzanotte, il venerdì e il sabato dalle 12.30 alle 14.30 3 dalle 19.30 a mezzanotte. Pagina Facebook e Sito web

Dar Bottarolo – Tor Marancia 
Se capitate in zona, e magari avete fatto il tour della street art di Tor Marancia, fermatevi a pranzo dar Bottarolo (ci sono altre tre sedi oltre a questa) e concedetevi un piatto abnorme della loro Carbonara rivisitata con l’aggiunta di salsiccia (la Bottarolata), di tonnarelli al sugo di maialino o di pasta e ceci, un abbacchio scottadito o una fettina panata, sempre che siate certi di avere molta fame. Consigliamo di non ordinare troppi piatti sulla scia dell’entusiasmo perché potreste essere costretti a lasciare qualcosa nel piatto diventando vittime delle provocazioni dei camerieri. Primo, secondo e dolce a 25 euro a persona vino compreso.

Dar Bottarolo, Via dei Lincei, 41/47. Tel.: 06 5125768 ; aperto tutti i giorni dalle 12.30 alle 16 e dalle 20 a mezzanotte.

Il Girasole – Garbatella 
Siamo a Garbatella, lontano dal lotto elegante, dei ristorantini chic e del Palladium. Siamo in uno spiazzone di via Garibaldi, che non è il Giuseppe fu ferito che conosciamo, ma Rosa Raimondi, madre dell’Eroe dei due mondi, che il Comune chissà perché, ha voluto ricordare. Proprio di fronte ci sono il parco Garbatella e gli orti per anziani. Tre tavolini fuori, e un paio di sale stile anni ’70, anche la data ufficiale di nascita del Girasole è 1981. Ci sono i grissini San Carlo, e questa è già una garanzia di fedeltà a uno stile retrò che non è artefatto. Ci sono le rosette, come non se ne trovano più nei cestini di pani artigianali con i semi più disparati. E c’è tutto quel che vi serve della romanità. A partire da una sontuosa carbonara. Con due particolarità: è gigantesca, tipo 200 grammi, e ultra low cost, solo 6,5 euro. Non è la migliore di Roma, ma ti colpisce come un cazzotto in faccia, con l’uovo aggressivo, al limite dello sfrontato, il guanciale che ti scrocchia sui molari e i bombolotti gagliardi. Un quartino di vino onesto te lo porti via a 1,5 euro, un filetto di baccalà anche a meno. Il bagno è un cesso alla turca, di quelli che vedevate a militare (ma più pulito). Sulla porta un cartello chiaro: “Spegnete la luce, che la paghiamo”.

Il Girasole, via Rosa Raimondi Garibaldi 26-28, Roma. Tel. 06 511 0408

Priscilla – Appia antica
Il parco regionale dell”Appia antica dicono abbia il 7 per cento del patrimonio archeologico mondiale. Del patrimonio fa parte, naturalmente, anche Priscilla, questa trattoria che deve il suo nome non alla regina transex del deserto dell’omonimo film, ma alla tomba adiacente della moglie di Tito Flavio Abascanto, che fu imbalsamata e non cremata. In un casale qui c’era l’Osteria dell’Acquataccio e in passato era usato anche per la stagionatura dei formaggi e come stazione di posta. Oggi alla trattoria, una saletta spartana e senza fronzoli, piena di tavoli, e un’altra micro, ti accoglie un simpatico cingalese che parla un romano decisamente affascinante. In sala e in cucina, invece, ci sono romani doc (Alessandro Ratini è il patron, la famiglia lo gestisce da 120 anni) che sfornano primi tipici (9 euro), pollo al limone, pappardelle al cinghiale. Affascinante anche il bagno, che si trova fuori dal locale, in uno spiazzo vicino. Uscendo nella notte, si può fermarsi a respirare e godere come non mai, guardandosi intorno e respirando aria di campagna: siamo a Roma, bellezze, ricordiamocelo sempre.

Da Priscilla, via Appia Antica 68, Roma. Tel. 06 513 6379

Amatrice – Fidene
Se avete voglia di staccare dai ritmi del centro ma senza uscire dal Raccordo, un’alternativa potrebbe essere ristorante Amatrice che, in un casale rustico dell’Ottocento, conserva un’atmosfera confortevole e festosa. Oltre ai primi e secondi tradizionali di carne (tra gli 8 e i 10 euro), offre una vasta scelta di piatti a base di pesce: linguine allo scoglio, spaghetti alle vongole, risotto agli scampi o alla pescatora, tonnarelli vongole e porcini (12 euro) e tra i secondi la spigola, l’orata, il rombo o la grigliata. Il parcheggio privato, l’ampia sala interna e la terrazza rendono il locale adatto alle rimpatriate e ai rinfreschi di ogni genere, specialmente in primavera e estate.

Ristorante Amatrice, Via Piteglio, 19,. Tel.: 06 8805131; aperto dal martedì alla domenica a cena, il martedì e il mercoledì chiuso a pranzo. Pagina Facebook e Sito web


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