mercoledì 13 giugno 2018

Notizie dalla ricerca sui capelli bianchi (4)




Lo sostiene uno studio egiziano presentato al Congresso annuale dell'Associazione europea della cardiologia preventiva. La ricercatrice: "Necessarie ulteriori conferme". Non dipenderebbe dall'età anagrafica

10 apr 2018

Il fascino degli uomini brizzolati potrebbe nascondere un'ombra di pericolo. 
Oltre ad influire sul sex appeal, il capello argenteo potrebbe essere infatti un segnale di una maggiore vulnerabilità agli attacchi di cuore. A rivelarlo è uno studio egiziano, secondo cui questa caratteristica potrebbe essere una spia di sofferenza coronarica, senza alcuna correlazione con l'età anagrafica del paziente. Ipertensione, diabete, fumo, alterazione dei livelli di grassi nel sangue, precedenti di malattia coronarica in famiglia e ora anche capelli grigi: tutti fattori di rischio cardiovascolare.

L'analisi è stata presentata all'EuroPrevent 2017 di Malaga, il Congresso organizzato annualmente dall'Associazione europea della cardiologia preventiva. La dottoressa Irini Samuel, insieme ad altri cardiologi dell'università del Cairo, hanno precisato tuttavia che saranno svolte ulteriori ricerche in coordinamento con i dermatologi: l'obiettivo è confermare l'esistenza di una relazione tra il colore dei capelli e la condizione di cuore e arterie, coinvolgendo anche alcune pazienti donne.

Sia l'aterosclerosi che l'ingrigimento dei capelli comportano effetti biologici simili, come lo stress ossidativo, la compromissione della capacità di riparazione del Dna, i cambiamenti ormonali e l'invecchiamento delle cellule. Vista la coincidenza, gli studiosi hanno deciso di verificare l'incidenza della chioma grigia nei pazienti con patologie coronariche.

È stato così preso in considerazione un campione di 545 uomini adulti, tutti sottoposti ad angio Tac per sospetta patologia coronarica. I pazienti sono stati suddivisi in diverse categorie, a seconda della presenza o meno della malattia e del colore dei capelli, a sua volta valutato sulla base di una classificazione in cinque livelli cromatici: solo capelli scuri (grado 1), capelli scuri più numerosi dei bianchi (grado 2), capelli scuri e capelli bianchi in ugual misura (grado 3), capelli bianchi più numerosi di quelli scuri (grado 4), solo capelli bianchi (grado 5). Il tutto giudicato da due diversi osservatori. 

Dall'unione dei dati relativi alla capigliatura e ai classici fattori di rischio cardiovascolare è emerso che i pazienti con problemi alle coronarie presentano un livello di ingrigimento significativamente più alto rispetto a quelli sani, a prescindere dall'età. Il risultato potrebbe sembrare scontato: chi ha i capelli grigi è più anziano e dunque, anche per un fattore anagrafico, ha più probabilità di ammalarsi di cuore.

Servono comunque ulteriori verifiche e sperimentazioni per confermare i risultati della ricerca. "Se le nostre conclusioni dovessero essere confermate, si potrebbe pensare di standardizzazione la valutazione dell'ingrigimento come un fattore predittivo di malattia coronarica" - ha concluso la dottoressa Samuel. Uno studio insolito che, se confermato, garantirebbe maggiori possibilità di prevenzione in tutti quei casi in cui il paziente non presenta sintomi visibili di problemi cardiovascolari. E che trasformerebbe semplicemente quell'ombra di pericolo dietro i capelli brizzolati in un'altra qualità in più.

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