giovedì 14 giugno 2018

Una analisi del fenomeno "Young Signorino"



Non concerti ma esibizioni, dove può succedere di tutto. 
Lui è inascoltabile, ma rischia di essere preso sul serio e infangare il buono creato dalla scena rap italiana 

di Gabriele Fazio, 2 giu 2018

Habemus Signorino. 
Il principe del male, essendosi autoproclamato figlio di Satana credo che gli spetti tale carica, si è materializzato per la prima volta davanti ad un pubblico a Padova durante il festival studentesco Je T’aime. Un evento che sarebbe dovuto avvenire lo scorso 25 maggio al Monk di Roma, ma in quell’occasione il giovane erede del demonio aveva preferito dar buca ai suoi fans, che forse sarebbe più corretto definire pubblico.

Pubblico perché l’atmosfera riportata sia da Roma che da Padova dei presenti in sala era più quella di chi rallenta in autostrada per guardare i residui di un incidente mortale che quella di un concerto per ascoltare della buona musica.

Insomma, più che un concerto una sorta di esibizione alla Marina Abramovic (sperando che Marina Abramovic non sia un’abituale lettrice di Agi). L’attività di un performer, quindi, o di un fenomeno da baraccone. Decidete voi con estrema calma.

Sia chiaro, tutto ciò è stato documentato ed è facilmente reperibile online, il sottoscritto non era presente né a Roma né a Padova per due motivi fondamentali: il primo è che non avevo la possibilità di seguire gli eventi essendo impegnato in entrambi i casi altrove per lavoro, il secondo è che ho giurato di non avere più alcun rapporto diretto con membri della famiglia di Satana dopo la fine di una vecchia storia con una mia ex, che di Satana se non era figlia era perlomeno cugina.

Ma, grazie a Dio (mi sarà concessa un po' di democristiana parcondicio), la rete provvede a strizzare l’occhio a chi, come me, deve fare due tentativi per alzarsi dal divano, per cui possiamo dire che il pubblico ad entrambi gli eventi era poco, oserei dire pochissimo considerato che l’autore in questione raccoglie su YouTube numeri a sei zeri ad ogni sua uscita (finora si contano larghe sulle dita di una mano).

Cosa succede ad un live di Young Signorino 

Il primo live del trapper/rapper (etichette che al nostro non piacciono affatto) Paolo Caputo da Cesena, in “arte” Young Signorino, 19 anni, un figlio e un’overdose da farmaci sfiorata alle spalle, come si diceva, è avvenuto a Padova e, bisogna essere onesti, non è andata benissimo. Il video che gira in rete e del quale tanto si sta scrivendo in questi giorni infatti non riguarda un’esibizione particolarmente emozionante, ma il lancio di un bicchiere da parte di un ragazzo del pubblico ai danni del nostro aristocratico amico Signorino.

Il momento era topico, Young stava per attaccare con uno dei suoi successi Mmh Ha Ha Ha, un techno-rap da 12 milioni di visualizzazioni, la sua Bohemian Rapsody o Let It Be se proprio vogliamo adattarci al personaggio ed essere blasfemi, quando si vede nitidamente un bicchiere di plastica volare dal pubblico. Young blocca il tizio che sta dietro di lui alla consolle, l’addetto a cliccare play per far partire le basi e aizzare il pubblico, una sorta di Mauro Repetto 2.0, e la prende con uno stile invidiabile: “Ti smonto con le parole fratè!”. E poco importa se il nostro tenero figlio di Satana poi azzarda un freestyle imbarazzante che non avrebbe offeso nemmeno Maurizio Belpietro, comunque porta a casa game, set e partita.

La scena ricorda quella delle gite scolastiche allo zoo quando il bambino più stronzo lancia la merendina all’animale in gabbia per vedere come reagisce. Attenzione, lungi da noi dare dell’animale a Young Signorino, che tra l’altro ha anche parentele scomode che non vogliamo inimicarci in alcun modo; l’unico comportamento bestiale in questa storia è quello del ragazzo armato di bicchiere, voglio dire, se non ti piace un artista resta a casa ad ascoltare altro o fai due passi, scommetto che Padova offre attività più intelligenti di andare a tirare bicchieri al figlio del diavolo.



Il fatto comunque merita un’analisi, sperando di non fare, troppo, la figura del trombone. Che la musica in passato abbia veicolato messaggi provocatori di intere generazioni, che sia stata utilizzata come arma, anche violenta, di protesta, che certa musica sia esistita a prescindere dalla valenza ma solo perché di rottura, solo perché paradossalmente necessaria in certe modalità distorte, è una cosa; Young Signorino, non ce ne vogliano gli adolescenti YouTubari dei giorni nostri, è un’altra.

Il pericolo di essere preso sul serio 

Il pericolo, mi sbilancio a dirlo, anche per lo stesso Caputo, di essere preso sul serio non è cosa da prendere sotto gamba, perché gli effetti possono diventare devastanti per la vita di un ragazzo che sembra non saper gestire al meglio ciò che fa, anzi di non saperlo proprio. Consideratelo un appello. Non va bene far passare roba come Dolce droga come innovativa, da analizzare, valutare, rivalutare, valorizzare e, infine, perché no, approvare. Non tutto ciò che è nuovo va bene solo perché nuovo. Mi spiace, ma non può passare tutto. Che una certa generazione di autori dall’inventiva decisamente appannata e anacronistica vada mandata in pensione per far largo e concedere più visibilità possibile a nuovi artisti, a nuovo pubblico, a nuova linfa vitale per la discografia italiana, va bene, sta già accadendo fortunatamente, è la faccia della medaglia del nuovo mercato musicale online che più ci piace.

Ma, ripeto, Young Signorino è un’altra cosa. Young Signorino è qualcosa di offensivo per occhi e orecchie, talmente osceno da non sembrare nemmeno reale. Nessuna provocazione, nessuna ribellione, nessun ratto mangiato, nessuna chitarra sfasciata sul palco, dato che non ci sono strumenti sul palco non trattandosi di un musicista. Osceno a tal punto da sembrare una sorta di parodia, qualcosa fatta malissimo dall’inizio alla fine e sotto tutti i punti di vista solo per prendersi gioco di noi.

Sia chiaro, in quel caso sarei il primo ad alzarmi in piedi e concedere i fantozziani 92 minuti di applausi, perché si tratterebbe di un genio della comunicazione assoluto, la dovremmo prendere come una sculacciata serissima alla nostra intera società da parte di un artista che potrebbe dare del tu a Andy Warhol e tutta la factory. Ma siccome finora si presenta come rapper ci tocca commentarlo come rapper, e come rapper è impresentabile, inascoltabile.

Signorino è un fenomeno assolutamente inspiegabile

Più che figlio di Satana sembra una sua appendice mandata sulla terra solo per fare da colonna sonora ad una catastrofe (chissà, magari culturale e magari già in atto). Una punizione, molto severa. In un momento in cui, tra l’altro, la nostra scena rap sta godendo di nuova vitalità grazie al lavoro di ragazzi dal talento cristallino (Gemitaiz, Nitro, Willie Peyote… giusto per fare qualche nome). Ecco, in questo contesto il successo, anche tra i più giovani, di Young Signorino non può essere giustificato se non con un ritorno di fiamma col trash più spinto. Ma musicalmente non esiste alcuna spiegazione plausibile a cotanto seguito.

Il fenomeno Young Signorino, sbarcato anche in tv da Chiambretti, che per questi personaggi ha sempre avuto un occhio lungo da furbo mestierante, è così che va commentato, come una fase, un qualcosa che spero il mondo della musica mastichi e sputi, offeso e in fretta. Il poco pubblico accorso ai suoi show ci ispira solo un sospiro di sollievo; i nostri ragazzi non sono del tutto impazziti, possiamo ancora sperare in un futuro decente.

E che il giovine, ancora molto giovine, faccia una scuola di musica, impari a suonare uno strumento, legga qualche libro, viaggi un po', risolva i propri problemi, si concentri esclusivamente sull’essere un buon padre, si goda i propri 19 anni, che non c’è niente di brutto ad avere 19 anni e non essere famoso; essere famoso è un duro mestiere non adatto a tutti, e se il tuo successo si basa solo su eccessi fini a se stessi, tranquillo, arriverà presto chi ti batterà e si spingerà oltre. Le mode, per loro stessa definizione, passano. Oppure si sveli in diretta televisiva, a reti unificate, ci dia dei coglioni a tutti noi che ci siamo cascati stando lì a prenderlo sul serio, e scommetto che pure papà Satana, che ne sa una in meno delle donne ma fesso non è, si alzerà in piedi e gli tributerà il meritato plauso.

Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

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