sabato 1 febbraio 2014

Drammi adolescenziali, senza ritorno

Da La Stampa
Un post sul web dove lui aveva scritto: «Le donne mi hanno ucciso»
di Giampiero Maggio, 10 mar 2013

La terrazza all’ospedale da cui il ragazzo di 17 anni si è lanciato
dopo aver scritto il suo addio su Facebook

«Non doveva andare così. Non è giusto. Non ti dimenticherò mai, mai». Due righe lasciate sulla sua pagina Facebook per ricordare l’ex fidanzatino, il diciassettenne che l’altro ieri pomeriggio si è suicidato gettandosi dal sesto piano dell’ospedale di Ivrea.  

Lui aveva deciso di uccidersi per amore. Perché non sopportava più l’idea di vivere senza di lei, quella ragazza dai capelli lunghi e biondi che pochi giorni fa aveva deciso di troncare quel rapporto nato una sera d’estate di un anno fa. Per lui quella decisione aveva aperto una ferita impossibile da rimarginare. Tanto da spingerlo lassù, sul terrazzo dell’ospedale, a raccogliere tutto il coraggio che aveva per trovare la forza di lasciarsi cadere nel vuoto. Lo aveva scritto sulla sua pagina Facebook poche ore prima di farla finita per sempre. «Le donne mi hanno ucciso». E poi: «Sarò l’angelo custode di chi ama».  

Parole usate perché tutti sapessero. Parole che ora pensano come un macigno e lacerano il cuore di chi, fino a due giorni fa, scherzava e giocava con lui, senza pensare o immaginare che la morte potesse solo sfiorarli.  
Il giorno dopo la tragedia è ancora il social network lo strumento usato per esternare sensazioni e sentimenti. E raccontare quel dolore che ora non si può più cancellare. Lei ha cambiato la sua immagine del profilo, ha scelto una foto che li ritrae insieme. Un bacio strappato chissà dove, su una strada di città in un pomeriggio d’inverno. E poi quelle due righe che ora vorrebbero dire tutto e arrivare fino a lui: «Non doveva andare così». Un’amica commenta: «Così ti amerà per sempre». Le parole viaggiano in rete, gli amici del diciassettenne che ora non c’è più «ma è ancora con noi, è nei nostri cuori» si rivolgono a lui come se li potesse ascoltare. I compagni di scuola scrivono una lettera alla mamma del ragazzo. Un modo per far sentire il vuoto incolmabile che ha lasciato. Scrive Francesca: «Eccomi, sono una di quei tanti che non ti conosceva bene ma sono sicura al 121% che hai lasciato un enorme vuoto a Ivrea». Shana: «”Sarò l’angelo custode di chi ama”. Ora lo sei, spero che tu adesso abbia trovato la serenità che qui non avevi. Riposa in pace».  

Decine e decine di messaggi lasciati chi con l’iphone, chi con il pc: ricordi dei giorni felici, le partite di pallone, i giochi sulla spiaggia e le foto in discoteca. Sul piazzale dell’ospedale dove il diciassettenne si è ucciso qualcuno ha posato un mazzo di fiori. Una pensionata commenta: «Ragazzi fragili, non si può morire così a 17 anni. E con una vita tutta ancora da vivere».  

Nessun commento:

Posta un commento