lunedì 2 giugno 2014

A Pomezia, per gli scolari pasti con o senza dolce e costi differenziati: polemica strumentale?

Il «dolce» grillino solo agli scolari benestanti

Polemiche per la delibera ella giunta 5 Stelle sui pasti nelle mense scolastiche

di Mau. Gal., 21 mag 2014

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Fabio Fucci

A poveri niente dolcetto. 
Sembra uno scherzo, anzi uno scherzetto. Non lo è. 
È, invece, la «dieta» prevista da una delibera della giunta comunale di Pomezia, amministrata dalla giunta del sindaco «grillino» Fabio Fucci, nelle scuole primarie e dell’infanzia. 

Una decisione da molti ritenuta discriminatoria, che ha scatenato polemiche pre-elettorali.

«È inaccettabile la scelta operata dalla giunta grillina di Pomezia di utilizzare due menù nelle mense scolastiche a seconda della possibilità di pagamento dei genitori dei bambini. 

In sostanza a chi paga di più viene fornito un pasto completo, e questo in una scuola pubblica! - sbottano i senatori del Partito democratico Valeria Fedeli e Raffaele Ranucci - Una cultura discriminatoria quella portata avanti dal Movimento 5 stelle che, nascondendosi dietro al cosiddetto governo partecipato, arriva al punto di far subire a dei bambini nell’età più delicata l’esperienza più terribile: la diseguaglianza sociale. 

Una decisione incredibile per un partito che in questi giorni si candida a rappresentare i cittadini in Europa e che rivela la sua vera indole, quella di un movimento che vuole minare alle fondamenta la convivenza civile e democratica del paese. Nello specifico - spiegano i due parlamentari - si tratta di un appalto che durerà tre anni e fornirà oltre 400 mila pasti l’anno, che contempla un menù completo e uno ridotto con due costi diversi per le famiglie differenziandosi per la presenza o assenza della portata del dolce. 

Una scelta, vogliamo ricordare -concludono fedeli e Ranucci- che colpisce bambini sia della scuola primaria che dell'infanzia e che non fa in alcun modo riferimento a convinzioni alimentari, ad esempio per vegetariani e vegani, ma solo ed esclusivamente a parametri economici. 

Per Ileana Piazzoni, di Sel, si tratta di «un’odiosa discriminazione in base al censo» e «nonostante il messaggio "grillino" su una presunta salvaguardia delle fasce più colpite dalla crisi, l'amministrazione Fucci si sta dimostrando una degna discepola della peggiore destra elitaria, andando a colpire il nervo più debole della società cittadina: i suoi bambini».

Ma il sindaco della cittadina laziale racconta una storia diversa: «I genitori ci hanno chiesto di prevedere due menu diversi, uno più costoso e l’altro meno - spiega Fabio Fucci - Noi abbiamo rifiutato questa scelta discriminatoria e abbiamo deciso, invece, di distribuire la merenda pomeridiana, un dolce o un frutto, a chi pagava una certa cifra e viceversa. Gli altri la portano da casa. La delibera è del dicembre 2013. Se le polemiche esplodono solo adesso, è chiaro che si tratta di una questione legata alla campagna elettorale per le europee».

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