Correnti elettriche a basso voltaggio per
stimolare i neuroni e accrescere le facoltà intellettive, come in Matrix.
E sono già allo studio regole per difendere chi non
vuole sottoporsi al trattamento
di Antonino Caffo, 20 mag 2014
Ricordate il Keanu Reeves di Johnny Mnemonic e Matrix?
In entrambi i film il cervello era qualcosa in più
del motore odierno che regola tutte le nostre attività quotidiane. Prima
corriere di dati e informazioni conservate in parte dell’emisfero, poi
“finestra” per entrare nel mondo di Matrix attraverso
un aggancio posto alla base della nuca. L’uomo del futuro non è lontano da una
realtà fantascientifica del genere, grazie alle recenti tecnologie che
permettono di “aggiornare” il cervello.
Scienziati e tecnici di tutto il mondo ne sono certi: l’aggiornamento del
cervello sarà reale entro i prossimi dieci anni. Avverrà attraverso vari metodi,
a casa propria, senza necessità di recarsi presso strutture particolari o nel
garage di uno scienziato pazzo. Alcuni lo stanno già facendo.
Come spiega Nature, nel
2008 il 20 per cento degli studiosi aveva ammesso di usare droghe per aumentare
le loro capacità intellettuali, migliorare la concentrazione e la memoria e
sviluppare la creatività. Ma il metodo che porterebbe il nostro cervello al
gradino successivo della scala di aggiornamento si chiama “stimolazione
magnetica transcranica”.
Si tratta di uno strumento sviluppato a livello amatoriale da Brent Williams
nel 2012 che consiste in un dal costo totale di circa 20 euro.
Lungi dal provare
il metodo su altre persone, Williams divenne il tester di sé stesso, collegando
il dispositivo realizzato a due classiche spugnette da cucina, imbevute di una
soluzione fisiologica e posizionate sulla fronte. Il risultato: dopo qualche
seduta sostenne di aver migliorato notevolmente la sua vita, il lavoro e le
relazioni sociali dando una spinta in più al suo cervello.
La teoria di Williams era che, utilizzando l’induzione elettromagnetica della
legge di Faraday, si potesse incentivare il cervello ad aggiornare le proprie
funzioni, proprio come quando si fa l’update del sistema operativo del computer
dopo aver aggiunto un blocco in più di memoria Ram: qui la memoria è
rappresentata da due spugnette, mentre l’aggiornamento avviene attraverso la
stimolazione.
Come racconta Wired, da due
anni Williams “aggiorna” il suo cervello in media tre volte a settimana, con
sedute da 25 minuti. Pare inoltre che la stimolazione magnetica transcranica non
sia per nulla invasiva e, a detta di chi l’ha provata, nemmeno fastidiosa grazie
ad una quantità di corrente migliaia di volte inferiore a quella utilizzata
nella terapia elettroconvulsivante, conosciuta come elettroshock.
Se il metodo Williams vi sembra fin troppo fantascientifico, pensate che in
Italia lo usano già per diminuire gli effetti della depressione e per il
trattamento di disturbi psichiatrici e neurologici. Gli imprenditori poi stanno
entrando in azione: una società chiamata foc.us ha realizzato una cuffia con elettrostimolatore incorporato,
dedicata al mondo dei videogiochi con la promessa di migliorare le capacità dei
giocatori.
Ma cosa succederà quando la maggioranza dei cervelli sarà aggiornata?
Il
mondo ci spingerà tutti a stimolare le meningi o avremo la possibilità di
rifiutarci?
È la domanda che si pone Jamais Cascio, collaboratore dell’Institute
for the Future che pubblica ogni anno un documento di analisi sul modo in
cui stanno evolvendo le nuove tecnologie e il loro impatto sulla vita
sociale.
Cascio ha teorizzato la “Magna Cortica”, un gioco di parole intorno alla
Magna Carta per indicare un insieme di diritti da applicare al cervello umano
prima che sia troppo tardi. “La Magna Cortica è un progetto che ha l’obiettivo
di rendere espliciti i diritti e le restrizioni che dovrebbero essere applicate
alle tecnologie che permettono al cervello umano di crescere rapidamente” – ha
spiegato.
Se in futuro sarà normale aggiornare il cervello, lo sarà ancor di più voler
difendere il diritto di non farlo e preservare la propria essenza naturale. Per
questo la “Magna Cortica” si compone di cinque diritti fondamentali: il diritto
della conoscenza di sé, di auto-modifica, di rifiuto della modifica, del
rifiuto/accettazione della modifica dei propri figli e di sapere chi è stato
modificato.
Un insieme di norme che dovrebbero regolare la società civile della
prossima decade, per evitare il rischio di ritrovarsi in un mondo forzatamente
iperconnesso e sempre aggiornato, combattendo dall’altra parte della barricata
in nome della libertà del proprio cervello.
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