sabato 28 giugno 2014

La riforma della giustizia in Italia...

Da RaiNews

Ritorno del falso in bilancio e stretta sulle intercettazioni, in arrivo la riforma della giustizia

Primo punto da affrontare il "monte arretrati", con i 9 milioni di procedimenti ancora pendenti tra penali e civili. 

E poi riforma del Csm, introduzione della responsabilità dei magistrati e norme più dure per i boss



Il ministro Andrea Orlando
Riforma del Csm, nuove regole per le intercettazioni, nuovo falso in bilancio e responsabilità dei magistrati. Sono alcuni dei punti chiave della riforma della giustizia che il ministro Andrea Orlando ha presentato al premier Renzi e che lunedì prossimo arriverà in consiglio dei ministri. 
Un insieme di linee guida su cui lavorare ma, come lo stesso guardasigilli sottolinea, non si può non partire dall’ormai atavica lentezza dei processi italiani, con l’infinito pregresso di 9 milioni di processi pendenti tra penali e civili. Se non si parte da qui, ha sempre detto Orlando, non ci si raccapezza più.
 
Per questa riforma il presidente del Consiglio intende seguire la stessa via utilizzata per quella sulla pubblica amministrazione di Marianna Madia. Prima le “linee guida” e la discussione su queste. Poi le misure concrete, decreti o disegni di legge che siano. Sul fronte tempi, si ipotizza che gli interventi legislativi possano anche arrivare già dopo le ferie estive.
 
L’Anm, l’associazione nazionale magistrati, si riunirà oggi per discutere proprio della riforma e buttare giù le proprie linee guida da presentare al governo. Tra le novità nei piani dell’esecutivo alcune norme, come quella che riguarda la responsabilità dei magistrati o quella sulle intercettazioni, suscitano più d’una perplessità tra le toghe.
 
I processi troppo lunghi
Primo punto da affrontare, inevitabilmente, la lentezza della giustizia italiana. Per snellire questa realtà, e cercare di “smaltire” i 9 milioni di procedimenti arretrati, sono necessarie secondo Orlando cinque mosse: snellimento delle norme sia nel penale che nel civile con interventi sui codici di procedura penale e di procedura civile. E su questo sono al lavoro le commissioni Canzio e Berruti. Potenziamento della magistratura ordinaria e onoraria. Stretta sui tempi del Csm. Introduzione di  “punizioni” e responsabilità. Infine, certezza che i processi non cadano nel vuoto con la prescrizione.
 
Gli interventi sul codice penale
La riscrittura del codice è indispensabile per affrontare il problema della lentezza della giustizia e, tra i punti fondamentali per intervenire su questo aspetto, è l’intervento sulla prescrizione, con l’idea di fermarla al primo grado. Mannaia poi sulle impugnazioni, che verrebbero drasticamente ridotte, ed archiviazione per tutti i processi di lieve entità. Al lavoro infine anche sui tempi di iscrizione dei reati, con l’idea di renderli contestabili per le parti.
 
E quelli sul codice civile
Anche nel civile interventi per ridurre l’arretrato, con l’idea di “degiurisdizionalizzare” una serie di fattispecie con l’obiettivo di raggiungere un sempre minor ricorso al giudice a tutto vantaggio della negoziazione assistita e al giudizio di fronte a un arbitro. Entreranno a pieno titolo gli affidavit, la fase esecutiva del processo vedrà penalizzato il debitore che cerca di perdere tempo. Nascerà il tribunale della famiglia e della persona e si assesterà quello delle imprese.
 
Falso in bilancio e misure più dure per i boss
Novità per il falso in bilancio, che sarà punito fino a 5 anni, mentre si discute ancora sulla procedibilità a querela o d’ufficio (ma si propende per la seconda via). E novità anche per l’auto-riciclaggio (punito fino a 6 anni), e maggiori pene per il 416-bis (fino a 15). E poi misure d’esecuzione della pena più stringenti per i boss e nuove regole sul sequestro e la confisca dei beni.
 
Riforma del Csm
Orlando intende cambiare innanzitutto il sistema di voto del consiglio superiore della magistratura, introducendo un meccanismo di panachage (è possibile il voto disgiunto) che sconvolgerebbe gli equilibri delle correnti. Fondamentale nei piani del guardasigilli è poi intervenire sui tempi, lunghi, delle decisioni di palazzo dei Marescialli rendendoli più stringenti. Rivoluzione poi sul fronte della giustizia disciplinare: verrà creata una sezione autonoma del Csm per trattare i “processi” delle toghe e, invece del ricorso in Cassazione, i magistrati condannati potranno rivolgersi all’Alta corte tante volte sollecitata da Luciano Violante. Si tratterebbe di una Corte mista, che avrebbe competenza per tutte le magistrature, ma non ci sono indicazioni sulla sua composizione.
 
La responsabilità per i magistrati
Questo, insieme al punto sulle intercettazioni, è il capitolo che più preoccupa le toghe. Esclusa da parte dell’esecutivo la responsabilità diretta, cioè la versione del leghista Pini approvata alla Camera. Mentre è annunciato un intervento che limiterà l’attuale filtro e rimodulerà la rivalsa dello Stato sulle toghe fissandola al 50%. Su questo fronte non è però escluso che, alla fine, il governo invece di intervenire direttamente mandi avanti il ddl già in discussione al Senato.
 
Intercettazioni
Punto forse più delicato di tutto il pacchetto giustizia, sulle intercettazioni il ministro Orlando si muove seguendo due linee guida: evitare che le telefonate finiscano subito nelle ordinanze di custodia cautelare, dove le intercettazioni verrebbero invece riassunte; e vietare di darne copie alle parti prima dell’udienza stralcio. Gli avvocati potrebbero solo ascoltare le registrazioni. 

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