Da RaiNews
Ritorno del falso in bilancio e stretta sulle intercettazioni, in arrivo la riforma della giustizia
Primo punto da affrontare il "monte arretrati", con i 9 milioni di procedimenti ancora pendenti tra penali e civili.
E poi riforma del Csm, introduzione della responsabilità dei magistrati e norme più dure per i boss
Il ministro Andrea Orlando |
Riforma
del Csm, nuove regole per le intercettazioni, nuovo falso in bilancio e
responsabilità dei magistrati. Sono alcuni dei punti chiave della riforma della
giustizia che il ministro Andrea Orlando ha presentato al premier Renzi e che
lunedì prossimo arriverà in consiglio dei ministri.
Un insieme di linee guida su
cui lavorare ma, come lo stesso guardasigilli sottolinea, non si può non partire
dall’ormai atavica lentezza dei processi italiani, con l’infinito pregresso di 9
milioni di processi pendenti tra penali e civili. Se non si parte da qui, ha
sempre detto Orlando, non ci si raccapezza più.
Per questa riforma il
presidente del Consiglio intende seguire la stessa via utilizzata per quella
sulla pubblica amministrazione di Marianna Madia. Prima le “linee guida” e la
discussione su queste. Poi le misure concrete, decreti o disegni di legge che
siano. Sul fronte tempi, si ipotizza che gli interventi legislativi possano
anche arrivare già dopo le ferie estive.
L’Anm, l’associazione nazionale
magistrati, si riunirà oggi per discutere proprio della riforma e buttare giù le
proprie linee guida da presentare al governo. Tra le novità nei piani
dell’esecutivo alcune norme, come quella che riguarda la responsabilità dei
magistrati o quella sulle intercettazioni, suscitano più d’una perplessità tra
le toghe.
I processi troppo lunghi
Primo punto da
affrontare, inevitabilmente, la lentezza della giustizia italiana. Per snellire
questa realtà, e cercare di “smaltire” i 9 milioni di procedimenti arretrati,
sono necessarie secondo Orlando cinque mosse: snellimento delle norme sia nel
penale che nel civile con interventi sui codici di procedura penale e di
procedura civile. E su questo sono al lavoro le commissioni Canzio e Berruti.
Potenziamento della magistratura ordinaria e onoraria. Stretta sui tempi del
Csm. Introduzione di “punizioni” e responsabilità. Infine, certezza che i
processi non cadano nel vuoto con la prescrizione.
Gli
interventi sul codice penale
La riscrittura del codice è
indispensabile per affrontare il problema della lentezza della giustizia e, tra
i punti fondamentali per intervenire su questo aspetto, è l’intervento sulla
prescrizione, con l’idea di fermarla al primo grado. Mannaia poi sulle
impugnazioni, che verrebbero drasticamente ridotte, ed archiviazione per tutti i
processi di lieve entità. Al lavoro infine anche sui tempi di iscrizione dei
reati, con l’idea di renderli contestabili per le parti.
E
quelli sul codice civile
Anche nel civile interventi per ridurre
l’arretrato, con l’idea di “degiurisdizionalizzare” una serie di fattispecie con
l’obiettivo di raggiungere un sempre minor ricorso al giudice a tutto vantaggio
della negoziazione assistita e al giudizio di fronte a un arbitro. Entreranno a
pieno titolo gli affidavit, la fase esecutiva del processo vedrà penalizzato il
debitore che cerca di perdere tempo. Nascerà il tribunale della famiglia e della
persona e si assesterà quello delle imprese.
Falso in bilancio e
misure più dure per i boss
Novità per il falso in bilancio, che sarà
punito fino a 5 anni, mentre si discute ancora sulla procedibilità a querela o
d’ufficio (ma si propende per la seconda via). E novità anche per
l’auto-riciclaggio (punito fino a 6 anni), e maggiori pene per il 416-bis (fino
a 15). E poi misure d’esecuzione della pena più stringenti per i boss e nuove
regole sul sequestro e la confisca dei beni.
Riforma del
Csm
Orlando intende cambiare innanzitutto il sistema di voto del
consiglio superiore della magistratura, introducendo un meccanismo di panachage
(è possibile il voto disgiunto) che sconvolgerebbe gli equilibri delle correnti.
Fondamentale nei piani del guardasigilli è poi intervenire sui tempi, lunghi,
delle decisioni di palazzo dei Marescialli rendendoli più stringenti.
Rivoluzione poi sul fronte della giustizia disciplinare: verrà creata una
sezione autonoma del Csm per trattare i “processi” delle toghe e, invece del
ricorso in Cassazione, i magistrati condannati potranno rivolgersi all’Alta
corte tante volte sollecitata da Luciano Violante. Si tratterebbe di una Corte
mista, che avrebbe competenza per tutte le magistrature, ma non ci sono
indicazioni sulla sua composizione.
La responsabilità per i
magistrati
Questo, insieme al punto sulle intercettazioni, è il
capitolo che più preoccupa le toghe. Esclusa da parte dell’esecutivo la
responsabilità diretta, cioè la versione del leghista Pini approvata alla
Camera. Mentre è annunciato un intervento che limiterà l’attuale filtro e
rimodulerà la rivalsa dello Stato sulle toghe fissandola al 50%. Su questo
fronte non è però escluso che, alla fine, il governo invece di intervenire
direttamente mandi avanti il ddl già in discussione al
Senato.
Intercettazioni
Punto forse più delicato di
tutto il pacchetto giustizia, sulle intercettazioni il ministro Orlando si muove
seguendo due linee guida: evitare che le telefonate finiscano subito nelle
ordinanze di custodia cautelare, dove le intercettazioni verrebbero invece
riassunte; e vietare di darne copie alle parti prima dell’udienza stralcio. Gli
avvocati potrebbero solo ascoltare le registrazioni.
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