di Katy Mandurino, 24 giu, 2014
Raffica di aumenti per i carburanti nel fine settimana appena trascorso. In
molte aree del paese si è superata la soglia di 1,90 per litro, con punte di
1,906 per la benzina.
Le compagnie petrolifere hanno proseguito i rincari
avviati negli ultimi giorni, spingendo al rialzo i listini. A parte Eni, che ha
scelto di aumentare solo il gpl (+0,5 centesimi al litro), i rincari hanno
riguardato Tamoil (1 centesimo euro/litro su benzina e diesel), Q8 (1 centesimo
sulla "verde" e 0,5 sul diesel), Esso (0,5 centesimi su entrambi i prodotti) e
IP (0,8 solo sulla benzina). Nel dettaglio, le medie nazionali servite della
benzina e del diesel sono adesso a 1,845 e 1,742 euro/litro (gpl a 0,746).
Le punte in alcune aree sono per la "verde" fino a 1,906 euro/litro, il
diesel a 1,790 e il gpl a 0,779. La situazione a livello paese (in modalità
"servito"), secondo quanto risulta in un campione di stazioni di servizio che
rappresenta la situazione nazionale, vede il prezzo medio praticato della
benzina che va oggi dall'1,827 euro/litro di Eni all'1,845 di Q8 (no-logo a
1,723). Per il diesel si passa dall'1,728 euro/litro di Eni all'1,742 di Q8
(no-logo a 1,619). Il gpl, infine, si mantiene tra 0,732 euro/litro di Esso e
0,746 di Tamoil (no-logo a 0,714).
"I prezzi di benzina e gasolio stanno subendo negli ultimi giorni pericolosi
incrementi", afferma in una nota il Codacons. Secondo il presidente, Carlo
Rienzi "si prepara la solita estate di fuoco per gli automobilisti italiani,
abituati oramai a subire rincari dei listini in occasione delle partenze per le
vacanze. Aumenti dei carburanti che avranno ripercussioni negative su tutta
l'economia, determinando rincari generalizzati dei prezzi al dettaglio e spinte
al rialzo dell'inflazione". Codacons rivolge un appello al premier Matteo Renzi
"affinché intervenga per evitare il solito massacro sugli italiani in vacanza, e
adotti provvedimenti per sanzionare le speculazioni sui carburanti e frenare la
crescita dei listini".
L'aumento dei prezzi dei carburanti non fa bene al mercato che registra un
rosso costante nei consumi e nella spesa per le benzine. Nei primi cinque mesi
del 2014, i consumi accusano un calo del 2% accompagnato da contrazioni del 4%
per la spesa, dell'1,4% per le imposte e del 7,3% per la componente industriale,
cioè per la parte che va ad industria petrolifera e distributori. Secondo il
Centro Studi Promotor il calo dei consumi non è coerente con l'inversione di
tendenza che sembra essersi delineata per le vendite di autovetture e
autoveicoli commerciali ed industriali, ma è coerente con l'andamento di
produzione industriale e prodotto interno lordo che indicano che la caduta
dell'attività economica si è arrestata, ma non vi è ancora ripresa.
Il bilancio in rosso dei primi cinque mesi del 2014 di benzina e gasolio per
autotrazione acquista però una valenza particolarmente negativa se lo si
analizza nel quadro dell'andamento degli ultimi anni. I consumi di benzina e
gasolio auto avevano subito una modesta contrazione già nel 2007 (-0,2%), cioé
nell'anno che ha preceduto la crisi. Con il manifestarsi delle difficoltà
economiche il calo dei consumi di benzina e gasolio auto si è fatto però
significativo tanto che l'ultimo dato annuale, cioé quello del 2013, è inferiore
di ben il 21% al dato dell'ultimo anno in crescita, che é il 2006.
E c'è da notare anche che il prezzo del petrolio è di nuovo in aumento, con
il barile di Brent che stamattina ha risuperato i 115 dollari segnando nuovi
massimi da 9 mesi a questa parte. Le quotazioni sono sempre sospinte dal quadro
di tensioni in Iraq, dove si temono ricadute negative per una produzione che si
aggira sui 2,6 milioni di barili al giorno.
La vicenda irachena interviene dopo
una fase in cui i mercati e i corsi petroliferi avevano già risentito di
tensioni geopolitiche in altre aree chiave, come in Libia e Ucraina.
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