di Cesare Balbo, 22 giu 2014
Chissà quante volte vi sarà capitato, a seconda delle circostanze, di fare o
ricevere critiche per eccesso o mancanza di autostima.
È un rilievo ricorrente
nelle conversazioni, ma che cos'è l'autostima? Molti concordano che sia la
risposta alla domanda "Cosa penso di me?" Messa così sembrerebbe una questione
da diario della coscienza individuale, ma non è così riducibile poiché siamo
sempre in relazione ad altro e con altro. Vale a dire non vediamo le cose per
come sono ma per come siamo dato che siamo noi a misurarci con le cose.
Così quando ci confrontiamo con queste, ingaggiando una sfida, non le
valutiamo in quanto tali ma in base alla stima delle nostre possibilità. Serve
quindi essere consapevoli del livello di considerazione di se stessi, soppesando
le proprie risorse.
Insomma è anche un problema di autostima quello con cui si
ha a che fare prima di agire. Il livello della risposta al dilemma se si sia
all'altezza della situazione determina l'altezza stessa della sfida.
Per Albert Einstein, che non ha avuto inizi molto incoraggianti, «chi dice
che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo».
Eppure la storia delle innovazioni è piena di ostacoli incontrati da chi
sfida l'impossibile, come nel caso di Guglielmo Marconi pioniere delle
telecomunicazioni. Fin da adolescente si poneva domande scientifiche, tanto che
a dodici anni salito a bordo del traghetto tra Dover e Calais per andare dai
nonni in Irlanda, chiese a sua madre come avrebbe potuto il comandante della
nave chiamare terra se fosse accaduto qualcosa. Dopo qualche anno riuscì a dare
la soluzione a quel dilemma giovanile: era possibile farlo con la telegrafia
senza fili frutto degli studi sulle onde elettromagnetiche. Una ricerca da lui
svolta nonostante l'ostracismo e lo scetticismo della comunità scientifica che
riteneva impossibile l'applicazione della sua idea. A Marconi non mancava certo
l'autostima per crederci: ma da dove nasce l'autostima?
Alcuni studiosi sostengono che la stima di sé origini dal confronto tra
l'immagine che ciascuno ha di se stesso e l'immagine di ciò che si vorrebbe
essere, una condizione fluttuante e mai permanente.
In questo senso, quanto più "come siamo" è lontano da "come vorremmo essere"
tanto più ci si sente inadeguati e si prova insoddisfazione nei propri
confronti.
L'autostima è una delle componenti del nostro benessere
psicologico ma funziona come una particolare lente che ingrandisce o diminuisce
le nostre risorse personali. Nei buoni libri, un'occasione per entrare in
contatto con la propria interiorità, troviamo delle frasi che andrebbero mandate
a memoria come un mantra per motivarsi positivamente. È indifferente che sia
Dante o T.S. Eliot a invitarci al "folle volo", quel che importa è sapere che
«chi rischia di andare troppo lontano avrà la possibilità di scoprire quanto
lontano si può andare».
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