di Alberto Negri, 5 giu 2014
Incastonata nelle falesie della catena strategica del Qalamoun, Maloula, dove
si parla ancora l'aramaico, la lingua di Gesù, era uno dei patrimoni
dell'umanità con migliaia di anni di storia.
Oggi è una città fantasma, dove
pochi cristiani sono tornati a raccogliere le suppellettili salvate dal
saccheggio o per adattarsi a vivere in abitazioni sgretolate, quasi delle
grotte, senza acqua né luce.
I guerriglieri islamici di Jabat al Nusra,
sostenuti dai finanziamenti sauditi e qatarini, hanno sfregiato quadri e icone,
incendiato libri sacri e codici antichi di chiese che risalgono al quarto
secolo.
Anche le reliquie di Santa Tecla, dove c'è il convento greco ortodosso,
sono state profanate e disperse: vediamo le pietre che le custodivano
abbandonate in un angolo salendo scalinate macchiate dal sangue dei
combattimenti.
«Provo una grande gioia a tornare ma anche un'enorme tristezza nel vedere
come è ridotta la mia piccola e bellissima città», dice la signora Ama Mahallam,
moglie di un miliziano cristiano. «I jihadisti- spiega Lan Haddad, che vive con
la famiglia accanto all'orfanotrofio incendiato - erano presenti qui da almeno
un anno, si erano infiltrati come visitatori, ospitati da famiglie musulmane che
conosciamo benissimo: quando hanno ricevuto l'ordine di attaccare erano già
potentemente armati e avevano avuto tutto il tempo di conoscere perfettamente
questo territorio impervio e pieno di insidie».
Maloula è un esempio della ferocia e delle contraddizioni della guerra civile
siriana.
Qui si è combattuto per otto mesi dal 9 settembre a maggio. I jihadisti
di Jabat al Nusra nei mesi precedenti avevano occupato la città appoggiati da
una parte della popolazione musulmana ( il 30%, il 70% sono cristiani di rito
greco cattolico), si era però raggiunto un accordo di tregua ma i ribelli quando
hanno ricevuto nuovi rinforzi hanno attaccato le postazioni dell'esercito e
messo in fuga i 10mila abitanti cristiani; poi hanno rapito le suore del
convento di Santa Tecla e le hanno rilasciate a Yabroud in cambio di prigionieri
dell'opposizione.
Quindi è iniziata la parte più feroce della distruzione, con
combattimenti durissimi mentre l'aviazione siriana bombardava l'area per stanare
la guerriglia.
Per riprendere Maloula sono intervenuti gli Hezbollah sciiti libanesi,
alleati dell'appena rieletto presidente Bashar Assad, che hanno sconfitto gli
integralisti sunniti: questo spiega perché ovunque, insieme alla bandiera
siriana, sventola anche quella gialla degli Hezbollah con il ritratto di
Nasrallah, diventato ormai un eroe dei cristiani siriani, non solo qui ma anche
a Damasco e Homs.
Ma ora sulla montagna di Maloula dove il monastero di Mar Sarkis, dedicato ai
Santi Sergio e Bacco, dominava l'orizzonte, tutto è avvolto nel silenzio,
spazzato dal vento che soffia tra le rovine della battaglia del
Qalamoun.
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