5 giu 2014
Un'economia reale al palo: dovremo attendere 11 anni per ritornare al livello
dei consumi precedente alla crisi. Cresce il divario tra Nord e Sud. Il pil
crescerà dello 0,5% nel 2014 e dello 0,9% nel 2015.
Oltre 12mila imprese, attive
nelle attività commerciali e nei servizi, in meno nel primo trimestre 2014.
È lo
scenario descritto in un report redatto dall'Ufficio studi di Confcommercio,
presentato oggi all'assemblea della confederazione, secondo cui la ripresa si
allontana e si conferma più debole e più lenta del previsto.
Guidi: sconto in bolletta per 70% commercianti
«Immaginiamo che il
70% dei commercianti possa beneficiare dello sconto in bolletta con una
diminuzione degli oneri pari a circa 3mila euro per un albergo, a 400 per un
ristorante, a quasi 900 per un piccolo esercizio commerciale e a 250 per un
bar», afferma il ministro dello Sviluppo economico Guidi, in un intervento
all'assemblea di Confcommercio. «Non proprio bruscolini». Il bonus da 80 euro in
busta paga «lo potenzieremo presto: il premier ha preso un impegno chiaro per
cercare di estendere la misura anche ai pensionati e alle partite Iva», aggiunge
Guidi.
Mi impegno a tenere aperti i negozi
Davanti alla platea dei
commercianti il ministro confida: «Sappiate che il mio impegno per tenere aperte
le fabbriche è uguale a quello che metterò per tenere aperti i negozi. Non sono
contraria all'introduzione a livello nazionale di un numero contenuto di
giornate di chiusura obbligatoria».
Guidi si impegna anche «ad attivare con voi
un tavolo di confronto con le banche e con gli altri operatori di mercato, per
ridurre i costi legati alla disponibilità e all'utilizzo dei Pos. Sono certa che
ci siano i margini per comprimerli significativamente. L'incidenza dei pagamenti
elettronici in Italia - segnala la responsabile dello Sviluppo economico - è
decisamente troppo ridotta».
Più di 11 anni per tornare al livello dei consumi pre crisi
Per
quanto riguarda i consumi, dal report di Confcommercio emerge che a livello
nazionale serviranno più di 11 anni per tornare ai livelli pre-crisi. Nel 2015
al Sud si raggiungeranno 12.160 euro pro capite, un livello addirittura
inferiore a quello di 20 anni fa (12.195 euro). Il report è stato presentato in
occasione dell'assemblea annuale.
Sangalli: l'Italia non è fuori pericolo
«L'Italia non è fuori
pericolo. I nostri dati sui consumi del mese di aprile indicano ancora una
riduzione di tre decimi di punto - chiarisce il presidente di Confcommercio,
Carlo Sangalli - ed è stridente la contraddizione tra fiducia, in risposta agli
annunci del governo, e comportamenti effettivi di famiglie e imprese: perchè
sulla fiducia prevale ancora l'oppressione fiscale». Secondo Sangalli occorre
«rivalutare il ruolo della domanda interna non è operazione da circuiti
culturali minori. È di vitale importanza per tutto il paese e per tutte le
imprese. Altro che aumentare le tasse sui consumi».
Combinato Imu-Tasi-Tari letale per imprese
Sul piano della
pressione fiscale il presidente di Confcommercio lancia l'allarme. «Il combinato
mal-disposto di Imu, Tasi, Tari potrebbe essere letale per le nostre imprese.
Non soltanto c'è il rischio di un incremento di pressione fiscale ma c'è anche
un problema di crescente incertezza su quanto, quando e come pagare questi
complicatissimi tributi. Semplificazione, dunque».
Nessuna nostalgia per la concertazione
Per quanto riguarda la
concertazione tra esecutivo e parti sociali, «non sento alcuna nostalgia della
Sala Verde - confida - . Da tempo abbiamo rinunciato con sollievo a certi
rituali della concertazione. Però, tra concertazione e collaborazione c'è una
differenza. Così come tra lobbismo vorace e democrazia degli interessi c'è una
differenza».
Nel Sud l'industria ha fallito: puntare sul turismo
E poi c'è la
sfida del Mezzogiorno. Nel report è messo in evidenza che le politiche di
sviluppo attuate al Sud, basate sulla industrializzazione, non sono state
efficaci «considerando il divario di reddito pro capite che ancora separa il Sud
dal Nord».
Secondo Confcommercio «occorre puntare su altro, cioé su quella
vocazione naturale all'export del Mezzogiorno che si chiama turismo». Lo studio
mostra che il 44,3% dei turisti stranieri ha come destinazione il Nord-Est e
solo il 13,2% sceglie le regioni del Mezzogiorno. «Bisognerebbe potenziare la
filiera del settore turistico e dell'accoglienza adottando, in senso positivo,
quelle logiche che sono tipiche dell'efficienza industriale, così da realizzare
anche nel comparto del turismo quei vantaggi comparati, in termini di maggiore
produttività, che consentirebbero a questo segmento di trasformarsi in un
autentico motore di sviluppo». «Il capitale artistico-culturale, ambientale ed
eno-gastronomico del Sud - conclude Confcommercio - é gravemente
sottoutilizzato».
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