martedì 10 giugno 2014

Economia reale azzerata: 11 anni per tornare ai livelli pre-crisi



5 giu 2014

Un'economia reale al palo: dovremo attendere 11 anni per ritornare al livello dei consumi precedente alla crisi. Cresce il divario tra Nord e Sud. Il pil crescerà dello 0,5% nel 2014 e dello 0,9% nel 2015. 
Oltre 12mila imprese, attive nelle attività commerciali e nei servizi, in meno nel primo trimestre 2014. 
È lo scenario descritto in un report redatto dall'Ufficio studi di Confcommercio, presentato oggi all'assemblea della confederazione, secondo cui la ripresa si allontana e si conferma più debole e più lenta del previsto.


Guidi: sconto in bolletta per 70% commercianti

«Immaginiamo che il 70% dei commercianti possa beneficiare dello sconto in bolletta con una diminuzione degli oneri pari a circa 3mila euro per un albergo, a 400 per un ristorante, a quasi 900 per un piccolo esercizio commerciale e a 250 per un bar», afferma il ministro dello Sviluppo economico Guidi, in un intervento all'assemblea di Confcommercio. «Non proprio bruscolini». Il bonus da 80 euro in busta paga «lo potenzieremo presto: il premier ha preso un impegno chiaro per cercare di estendere la misura anche ai pensionati e alle partite Iva», aggiunge Guidi.



Mi impegno a tenere aperti i negozi

Davanti alla platea dei commercianti il ministro confida: «Sappiate che il mio impegno per tenere aperte le fabbriche è uguale a quello che metterò per tenere aperti i negozi. Non sono contraria all'introduzione a livello nazionale di un numero contenuto di giornate di chiusura obbligatoria». 
Guidi si impegna anche «ad attivare con voi un tavolo di confronto con le banche e con gli altri operatori di mercato, per ridurre i costi legati alla disponibilità e all'utilizzo dei Pos.  Sono certa che ci siano i margini per comprimerli significativamente. L'incidenza dei pagamenti elettronici in Italia - segnala la responsabile dello Sviluppo economico - è decisamente troppo ridotta».



Più di 11 anni per tornare al livello dei consumi pre crisi

Per quanto riguarda i consumi, dal report di Confcommercio emerge che a livello nazionale serviranno più di 11 anni per tornare ai livelli pre-crisi. Nel 2015 al Sud si raggiungeranno 12.160 euro pro capite, un livello addirittura inferiore a quello di 20 anni fa (12.195 euro). Il report è stato presentato in occasione dell'assemblea annuale.



Sangalli: l'Italia non è fuori pericolo

«L'Italia non è fuori pericolo. I nostri dati sui consumi del mese di aprile indicano ancora una riduzione di tre decimi di punto - chiarisce il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli - ed è stridente la contraddizione tra fiducia, in risposta agli annunci del governo, e comportamenti effettivi di famiglie e imprese: perchè sulla fiducia prevale ancora l'oppressione fiscale». Secondo Sangalli occorre «rivalutare il ruolo della domanda interna non è operazione da circuiti culturali minori. È di vitale importanza per tutto il paese e per tutte le imprese. Altro che aumentare le tasse sui consumi».



Combinato Imu-Tasi-Tari letale per imprese

Sul piano della pressione fiscale il presidente di Confcommercio lancia l'allarme. «Il combinato mal-disposto di Imu, Tasi, Tari potrebbe essere letale per le nostre imprese. Non soltanto c'è il rischio di un incremento di pressione fiscale ma c'è anche un problema di crescente incertezza su quanto, quando e come pagare questi complicatissimi tributi. Semplificazione, dunque».



Nessuna nostalgia per la concertazione

Per quanto riguarda la concertazione tra esecutivo e parti sociali, «non sento alcuna nostalgia della Sala Verde - confida - . Da tempo abbiamo rinunciato con sollievo a certi rituali della concertazione. Però, tra concertazione e collaborazione c'è una differenza. Così come tra lobbismo vorace e democrazia degli interessi c'è una differenza».



Nel Sud l'industria ha fallito: puntare sul turismo

E poi c'è la sfida del Mezzogiorno. Nel report è messo in evidenza che le politiche di sviluppo attuate al Sud, basate sulla industrializzazione, non sono state efficaci «considerando il divario di reddito pro capite che ancora separa il Sud dal Nord». 
Secondo Confcommercio «occorre puntare su altro, cioé su quella vocazione naturale all'export del Mezzogiorno che si chiama turismo». Lo studio mostra che il 44,3% dei turisti stranieri ha come destinazione il Nord-Est e solo il 13,2% sceglie le regioni del Mezzogiorno. «Bisognerebbe potenziare la filiera del settore turistico e dell'accoglienza adottando, in senso positivo, quelle logiche che sono tipiche dell'efficienza industriale, così da realizzare anche nel comparto del turismo quei vantaggi comparati, in termini di maggiore produttività, che consentirebbero a questo segmento di trasformarsi in un autentico motore di sviluppo». «Il capitale artistico-culturale, ambientale ed eno-gastronomico del Sud - conclude Confcommercio - é gravemente sottoutilizzato». 

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