lunedì 9 giugno 2014

Maloula, città siriana dove i guerriglieri islamici hanno fatto scempio della cristianità e della storia



di Alberto Negri, 5 giu 2014

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Incastonata nelle falesie della catena strategica del Qalamoun, Maloula, dove si parla ancora l'aramaico, la lingua di Gesù, era uno dei patrimoni dell'umanità con migliaia di anni di storia. 

Oggi è una città fantasma, dove pochi cristiani sono tornati a raccogliere le suppellettili salvate dal saccheggio o per adattarsi a vivere in abitazioni sgretolate, quasi delle grotte, senza acqua né luce. 

I guerriglieri islamici di Jabat al Nusra, sostenuti dai finanziamenti sauditi e qatarini, hanno sfregiato quadri e icone, incendiato libri sacri e codici antichi di chiese che risalgono al quarto secolo. 

Anche le reliquie di Santa Tecla, dove c'è il convento greco ortodosso, sono state profanate e disperse: vediamo le pietre che le custodivano abbandonate in un angolo salendo scalinate macchiate dal sangue dei combattimenti.

«Provo una grande gioia a tornare ma anche un'enorme tristezza nel vedere come è ridotta la mia piccola e bellissima città», dice la signora Ama Mahallam, moglie di un miliziano cristiano. «I jihadisti- spiega Lan Haddad, che vive con la famiglia accanto all'orfanotrofio incendiato - erano presenti qui da almeno un anno, si erano infiltrati come visitatori, ospitati da famiglie musulmane che conosciamo benissimo: quando hanno ricevuto l'ordine di attaccare erano già potentemente armati e avevano avuto tutto il tempo di conoscere perfettamente questo territorio impervio e pieno di insidie».

Maloula è un esempio della ferocia e delle contraddizioni della guerra civile siriana. 
Qui si è combattuto per otto mesi dal 9 settembre a maggio. I jihadisti di Jabat al Nusra nei mesi precedenti avevano occupato la città appoggiati da una parte della popolazione musulmana ( il 30%, il 70% sono cristiani di rito greco cattolico), si era però raggiunto un accordo di tregua ma i ribelli quando hanno ricevuto nuovi rinforzi hanno attaccato le postazioni dell'esercito e messo in fuga i 10mila abitanti cristiani; poi hanno rapito le suore del convento di Santa Tecla e le hanno rilasciate a Yabroud in cambio di prigionieri dell'opposizione. 

Quindi è iniziata la parte più feroce della distruzione, con combattimenti durissimi mentre l'aviazione siriana bombardava l'area per stanare la guerriglia.

Per riprendere Maloula sono intervenuti gli Hezbollah sciiti libanesi, alleati dell'appena rieletto presidente Bashar Assad, che hanno sconfitto gli integralisti sunniti: questo spiega perché ovunque, insieme alla bandiera siriana, sventola anche quella gialla degli Hezbollah con il ritratto di Nasrallah, diventato ormai un eroe dei cristiani siriani, non solo qui ma anche a Damasco e Homs.


Ma ora sulla montagna di Maloula dove il monastero di Mar Sarkis, dedicato ai Santi Sergio e Bacco, dominava l'orizzonte, tutto è avvolto nel silenzio, spazzato dal vento che soffia tra le rovine della battaglia del Qalamoun.

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