sabato 28 giugno 2014

L'autostima è importante...



di Cesare Balbo, 22 giu 2014

Chissà quante volte vi sarà capitato, a seconda delle circostanze, di fare o ricevere critiche per eccesso o mancanza di autostima. 
È un rilievo ricorrente nelle conversazioni, ma che cos'è l'autostima? Molti concordano che sia la risposta alla domanda "Cosa penso di me?" Messa così sembrerebbe una questione da diario della coscienza individuale, ma non è così riducibile poiché siamo sempre in relazione ad altro e con altro. Vale a dire non vediamo le cose per come sono ma per come siamo dato che siamo noi a misurarci con le cose.

Così quando ci confrontiamo con queste, ingaggiando una sfida, non le valutiamo in quanto tali ma in base alla stima delle nostre possibilità. Serve quindi essere consapevoli del livello di considerazione di se stessi, soppesando le proprie risorse. 

Insomma è anche un problema di autostima quello con cui si ha a che fare prima di agire. Il livello della risposta al dilemma se si sia all'altezza della situazione determina l'altezza stessa della sfida.

Per Albert Einstein, che non ha avuto inizi molto incoraggianti, «chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo».

Eppure la storia delle innovazioni è piena di ostacoli incontrati da chi sfida l'impossibile, come nel caso di Guglielmo Marconi pioniere delle telecomunicazioni. Fin da adolescente si poneva domande scientifiche, tanto che a dodici anni salito a bordo del traghetto tra Dover e Calais per andare dai nonni in Irlanda, chiese a sua madre come avrebbe potuto il comandante della nave chiamare terra se fosse accaduto qualcosa. Dopo qualche anno riuscì a dare la soluzione a quel dilemma giovanile: era possibile farlo con la telegrafia senza fili frutto degli studi sulle onde elettromagnetiche. Una ricerca da lui svolta nonostante l'ostracismo e lo scetticismo della comunità scientifica che riteneva impossibile l'applicazione della sua idea. A Marconi non mancava certo l'autostima per crederci: ma da dove nasce l'autostima?

Alcuni studiosi sostengono che la stima di sé origini dal confronto tra l'immagine che ciascuno ha di se stesso e l'immagine di ciò che si vorrebbe essere, una condizione fluttuante e mai permanente.


In questo senso, quanto più "come siamo" è lontano da "come vorremmo essere" tanto più ci si sente inadeguati e si prova insoddisfazione nei propri confronti. 

L'autostima è una delle componenti del nostro benessere psicologico ma funziona come una particolare lente che ingrandisce o diminuisce le nostre risorse personali. Nei buoni libri, un'occasione per entrare in contatto con la propria interiorità, troviamo delle frasi che andrebbero mandate a memoria come un mantra per motivarsi positivamente. È indifferente che sia Dante o T.S. Eliot a invitarci al "folle volo", quel che importa è sapere che «chi rischia di andare troppo lontano avrà la possibilità di scoprire quanto lontano si può andare».



Nessun commento:

Posta un commento